Jannik Sinner? Ecco perché l'Italia del tennis non si merita il numero 1

  • Postato il 19 febbraio 2025
  • Di Libero Quotidiano
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Jannik Sinner? Ecco perché l'Italia del tennis non si merita il numero 1

Puntata numero 2132 della se- rie «Non ci meritiamo Jannik Sinner». Il caso del momento è ben noto e riguarda la squalifica del numero 1 del tennis per questioni di doping che però non sono doping. Non lo dice il qui scrivente, fan accanito del frugoletto, lo dice la stessa Wada, l'agenzia antidoping. Sentite qua il consulente generale Ross Wenzel: «Quello di Sinner è un caso lontano anni luce da un caso di doping. I feedback scientifici che abbiamo ricevuto confermano che il suo non è stato un caso di doping intenzionale, nemmeno di micro-doping». E ancora: «Abbiamo ricevuto messaggi di chi considerava la sanzione troppo elevata e di chi diceva che non fosse sufficiente. Forse questa è l'indicazione che benché non sia una decisione popolare, probabilmente è stata la decisione giusta».

In pratica la Wada sta puntando il dito contro la Wada (ovvero se stessa) perché Sinner col doping c'entra una mazzafionda e, contemporaneamente, dice che però la Wada è stata molto brava a trovare una soluzione di mezzo che non penalizzasse troppo il pupetto. Male la Wada, bene la Wada. Siamo a posto. Ma andiamo oltre. C'è chi tra i colleghi di Jannik ha deciso di sbraitare perché «così non si fa» e «lo hanno squalificato nel miglior periodo di calendario possibile».

 

A tal proposito il signor Wenzel precisa: «Quando esaminiamo i vari casi non ci interessa cosa penserà l'opinione pubblica. Le sanzioni sono cieche verso il calendario. Non è che quando raggiungi un accordo puoi dire: “Ok, però i tre mesi di squalifica li facciamo partire tra due mesi”. Non appena si trova l'accordo lo si rende pubblico, anche per questioni di trasparenza, e deve avere effetto immediato. Così è successo con Sinner: considerando i tempi del Tas, si è arrivati alla decisione lo scorso venerdì a tarda notte, divenendo subito effettiva. Queste decisioni non sono modulate in base al calendario dei tornei».

Ma torniamo all'assunto: non ci meritiamo Jannik Sinner. Proprio no, e il motivo è dettato dalla risposta che è arrivata qua e là dai suoi colleghi dopo l'annuncio dell'accordo. Mentre i “nemici” ci hanno messo mezzo secondo per alzare la voce ed elaborare tesi e teorie contro il cattivissimo Jannik (da Djokovic a Kyrgios, da Wawrinka a Zverev), quelli che dovrebbero essere “amici” - ovvero i suoi connazionali- si sono limitati a supercazzole di comodo e frasi dette a mezza bocca, Lorenzo Musetti su tutti, pensa te. Ci sono anche le eccezioni- evviva Vavassori, evviva Sonego, evviva Nardi, evviva il ct Volandri, evviva il presidente Binaghi - ma in generale ha regnato l'ignavia di chi ha paura... non si sa bene di che cosa.

Esemplare a tal proposito il messaggio di Paolo Bertolucci su X: «L'assordante silenzio di quasi tutti i giocatori italiani sul caso Jannik Sinner mi ferisce». Uh, quanto ha ragione. Soprattutto se si pensa che è esattamente grazie a ‘sto ragazzo di 23 anni se il nostro movimento, fino a qualche anno fa oltre la periferia dell'impero, oggi mostra la ruota al mondo tipo pavone.

 

 

 

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Libero Quotidiano

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