Jacobs si ritira? "Non ho più voglia d'allenarmi". I problemi con Rana Reider e il caso Tortu: "C'è invidia"

  • Postato il 9 dicembre 2025
  • Di Virgilio.it
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Che fine ha fatto Marcell Jacobs? Lo avevamo lasciato a Tokyo, sconfitto e perplesso, lento e pasticcione, involontario protagonista dello scontro con un velocista sudafricano costato l’eliminazione della 4×100 azzurra in semifinale. Lo ritroviamo oggi ancor più attapirato di allora. I propositi di ritiro, paventati già durante gli ultimi Mondiali, sono tornati attuali alla luce dell’intervista concessa dall’olimpionico a Giulia Zonca de La Stampa. In cui Jacobs ha ammesso che – sì – la scintilla che l’aveva guidato negli anni passati si sta rapidamente spegnendo. Non ha più voglia di allenarsi. Sta pensando seriamente di smettere.

Jacobs e la scintilla persa: “Non ho più voglia”

“Sono successe troppe cose che mi hanno fatto perdere la scintilla”, ha spiegato Jacobs nel corso dell’intervista. “Sto bene, ma mi manca il primo passo: la voglia di andare in campo ad allenarmi che poi si porta dietro tutto il resto. Mi sono tenuto in forma, il mio corpo necessita movimento e non sono il tipo che si stravacca sul divano”. Nessuna decisione definitiva, comunque. “In questo momento sono un uomo senza pressioni. Mia moglie Nicole fa il tifo perché riprenda ma non me lo chiede: sa che potrei arrivare ad altre medaglie. Tutto qui”. Il punto, forse, è proprio questo: Marcell Jacobs è convinto di essere ancora da medaglia?

La fuga di Rana Reider in Cina: Marcell spiazzato

I problemi col coach, “fuggito” in Cina, lo hanno spiazzato. “Resto in Florida e ho fatto un discorso chiaro al mio allenatore Rana Reider. Se ricomincio mi servono garanzie, vengo da una stagione complicata perché lui è partito per la Cina, dove sarebbe dovuto restare un breve periodo. Per un motivo o per un altro, non è più tornato. Credevo di potermi gestire a 31 anni, ma vale solo fino a che va tutto liscio. Quando lui è presente è ideale: dopo un 2023 deludente sono tornato al mio miglior livello e ho corso una finale olimpica in 9”85. Rana mi ha detto: ‘per me puoi fare anche meglio’ e mi ha già proposto dei lavori tecnici intriganti”.

Il rebus allenatore e l’obiettivo Olimpiade 2028

Una vicenda surreale, quella del rapporto col coach in smart working: “Non metto il naso nei contratti altrui. Mi ha spiegato che si è trattenuto là per problemi personali. Ci credo fino a un certo punto, quel che conta è la trasparenza, devo sapere quanto starà in Cina e se serve ci vado anche io. Se mi sono sentito abbandonato? Lì per lì no, mi stavo riprendendo dai guai fisici, ma nel bilancio di stagione mi sono accorto dei dettagli non curati, del tempo perso, degli intoppi con il fisioterapista. Riprenderei su altri presupposti”. I soldi non contano: “Ho dei contratti da rispettare, però la moneta da sola non è una motivazione. Senza entusiasmo è inutile perché se mi metto in gioco non lo faccio per l’Europeo, vado dritto fino a Los Angeles“.

Il caso Tortu e quelle voci fastidiose sul doping

Infine, il caso spionaggio protagonista Giacomo Tortu, fratello di Filippo: “Pagare qualcuno per frugare negli affari miei è inconcepibile, definisce, a prescindere dalle questioni penali, che c’è un livello di invidia fuori controllo. Resto turbato, è stata violata la mia privacy e da una persona con cui ho condiviso la nazionale nel 2014. Filippo? Non metto la mano sul fuoco per nessuno (…) Però ha affrontato la situazione e glielo riconosco, mi ha chiamato quando è uscita la notizia e ci è voluto coraggio. Siamo andati avanti“. Infine sul doping: “Ci sono migliaia di persone che vivono di storie trovate nei social. Qualcuno ha fatto passare l’idea che io fossi comparso alle Olimpiadi e sparito dopo aver vinto. Chi non segue l’atletica ha deciso che era la verità”.

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Virgilio.it

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