Ius sanguinis in Calabria, il ritorno degli oriundi dall’America latina
- Postato il 3 marzo 2025
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Il Quotidiano del Sud
Ius sanguinis in Calabria, il ritorno degli oriundi dall’America latina
Il ritorno degli italo-discendenti da Argentina e Brasile: l’acquisizione della cittadinanza italiana con lo ius sanguinis. Focus sulla Calabria
C’è una immigrazione irregolare, contro la quale il governo italiano conduce una lotta convinta quanto irta di ostacoli, e poi c’è una forma di immigrazione regolare, per certi versi silente ma anch’essa consistente che, nei fatti, avviene, oltre che per altre motivazioni, attraverso le legittime richieste della cittadinanza italiana. Negli ultimi anni, infatti, l’Italia ha registrato un crescente numero di acquisizioni del beneficio in questione, in particolare da cittadini provenienti da Albania e Marocco, ma anche da oltreoceano, con in testa brasiliani e argentini, che nella gran parte dei casi la ottengono attraverso il principio dello ius sanguinis. Quest’ultimo fenomeno, che per comprenderlo va osservato in rapporto alla popolazione residente, è particolarmente evidente in alcune regioni, a cominciare dalla Calabria, dove specifici comuni mostrano una significativa concentrazione di nuovi cittadini italiani provenienti da quei Paesi. Tra questi spiccano i comuni di San Lucido, di Fiumefreddo e Longobardi, nel basso Tirreno cosentino, che dal 2020 in poi stanno conoscendo un importante aumento della popolazione in forte controtendenza con il resto della Regione e della stessa provincia di Cosenza, che soffre di un inarrestabile spopolamento.
COSA È LO IUS SANGUINIS
Il termine “ius sanguinis” (ma sarebbe più corretto dire “iure sanguinis”) deriva dal latino e significa “diritto di sangue”. È un principio giuridico secondo il quale la cittadinanza di una persona è determinata dalla cittadinanza dei suoi genitori o avi, indipendentemente dal luogo di nascita. In Italia, questo principio consente ai discendenti di cittadini italiani, fino alla settima generazione, di ottenere la cittadinanza, anche se nati e residenti all’estero. Il nostro Paese, che a cominciare dalla fine dell’800 è stato interessato da una forte emigrazione verso l’America Latina, da qualche anno sta vivendo un pronunciato fenomeno inverso. Le motivazioni alla base del forte aumento delle richieste dall’estero si possono riassumere in: Libertà di viaggio e soggiorno nell’UE; rilascio del passaporto; diritto di voto e partecipazione politica; accesso al mercato del lavoro europeo; benefici sanitari e sociali; sicurezza legale a lungo termine; visti per familiari e permesso per parenti.
ACQUISIZIONI DI CITTADINANZA IN ITALIA
Secondo i dati dell’Istituto Nazionale di Statistica (ISTAT), al 1° gennaio 2024, la popolazione straniera residente in Italia, quindi regolare, ammontava a circa 5,3 milioni di persone (il 9% della popolazione totale), in aumento del 3,2% rispetto all’anno precedente. Il numero delle nuove iscrizioni anagrafiche per trasferimento dall’estero nel 2023, che è l’anno più aggiornato, sono state, invece, 360.000, di cui 213.567 sono da ricondurre alla concessione di cittadinanza, portando a riguardo l’Italia in cima ai Paesi dell’Unione Europei. Si stima poi che oltre 60.000 di queste (indagine di Anusca – Associazione Nazionale Ufficiali di Stato Civile e d’Anagrafe), ma potrebbero verosimilmente essere molte di più, siano state concesse attraverso il cosiddetto Ius sanguinis, di cui parleremo tra breve. Dal sito Immigrati.Stat, in effetti, nel 2023 si rileva un significativo aumento di richieste di cittadinanza attraverso questo diritto, con prevalenza di domande provenienti dall’Argentina, 16.076, e dal Brasile, 12.891.
IUS SANGUINIS, BOOM DI RICHIESTE. FOCUS SULLA CALABRIA
Il boom delle richieste di cittadinanza italiana per ius sanguinis proveniente da cittadini argentini e brasiliani (ma anche dagli Stati Uniti e dal Venezuela) riguarda, dunque, anche la Calabria. Un fenomeno che è particolarmente evidente in alcuni comuni. E tuttavia, pare che molte delle domande del riconoscimento in argomento non siano legate solo a discendenti che vantano antenati calabresi ma anche, e forse in prevalenza, ad emigrati di altre regioni italiane. In buona sostanza sembra che la Calabria, nel tempo, sia diventata una regione particolarmente sensibile e organizzata nell’esaminare e accogliere, in gran parte attraverso i comuni, le richieste di cittadinanza per ius sanguinis proveniente da oltreoceano. Un fatto che di per sé appare assai significativo e qualificante.
Al 1° gennaio 2024, la popolazione straniera residente in nella nostra regione ammontava a circa 100.000 persone. Nel solo 2023, secondo l’Istat, le concessioni di cittadinanze italiane, provenienti da tutto il mondo, sono state 6.392), di queste ne sono ottenute 2.980 da parte di cittadini argentini e 1.810 da parte di cittadini brasiliani. Numeri, peraltro, che però potrebbero essere stimati per difetto.
COME OTTENERLO
Le vie per il riconoscimento di tale diritto sono almeno due.
A seconda della scelta effettuata, cioè quella amministrativa tramite i comuni, o la via giudiziaria tramite i tribunali (c’è anche la possibilità di farlo attraverso i presidi diplomatici), i tempi e i costi sono variabili. In generale, nel caso di richiesta attraverso i comuni la procedura sembra essere più breve, diciamo entro qualche mese, mentre la seconda appare molto più lunga, certamente qualche anno. Insomma, quella preferita sembra essere la prima, ma presuppone alcuni passaggi piuttosto onerosi, si parla di almeno 4/5000 euro di spesa a persona da sostenere a vario titolo, a cominciare dal soggiorno.
La procedura prevede che il richiedente deve presentare alcune certificazioni che riguardano l’antenato italiano, oltre a documenti che attestino la mancata naturalizzazione dell’avo prima della nascita del discendente. Quest’ultimo deve poi prendere residenza in un comune italiano. La domanda deve essere presentata presso l’ufficio di stato civile del comune scelto. Le autorità esaminano i documenti e verificano la correttezza della richiesta. Se la domanda viene approvata, il comune registra la cittadinanza nei suoi registri anagrafici. Questa procedura è più rapida rispetto alla richiesta tramite consolato, dove i tempi di attesa possono superare i 10 anni. Tuttavia, il richiedente deve trasferirsi in Italia per il periodo necessario. Va aggiunto che a partire dal 2025, è stata anche introdotta una tassa di 600€ (che molti considerano un elemento di deterrenza per arginare il fenomeno) per ogni richiesta di riconoscimento della cittadinanza italiana, applicabile sia in via amministrativa che giudiziale. A questa somma si aggiungono le spese per la raccolta dei documenti, eventuali traduzioni e legalizzazioni, nonché quelle legate al trasferimento, all’alloggio e al sostentamento.
SAN LUCIDO, ALTRI COMUNI DEL BASSO TIRRENO COSENTINO E DELLA CALABRIA. UN FENOMENO IN CRESCITA
Nel leggere i dati forniti dall’Istat, alcuni comuni calabresi presentano una percentuale particolarmente elevata in rapporto alla popolazione residente ma, in alcuni casi, anche in valore assoluto, di cittadini brasiliani e argentini che hanno ottenuto la cittadinanza italiana.
Spicca, ma non è l’unico, il caso di San Lucido, nel basso Tirreno cosentino, dove la popolazione straniera residente supera il 15 % del totale. Un dato che sembra fare emergere come la cittadina tirrenica sia diventata nel tempo un punto di riferimento per gli italo-discendenti che desiderano ottenere la cittadinanza italiana provenienti da Argentina e Brasile, evidentemente grazie a tempi burocratici relativamente più snelli e a una comunità già radicata sul territorio che finisce per suggerire il percorso ad altri discendenti che da quei Paesi intendono avviare le pratiche di riconoscimento della cittadinanza italiana, fuori dai circuiti diplomatici che non risultano essere assai preferiti per i tempi di rilascio che possono essere di molti anni.
Tutto questo, dicevamo, ha influito positivamente sul quoziente demografico del Comune in questione che, come si vede dal grafico accanto, tratto dall’accreditato sito di Tuttitalia.it, dal 2019 in poi continua a registrare a riguardo una forte impennata, in controtendenza al dato della Provincia di Cosenza e della Calabria, non tanto figlia del movimento naturale della popolazione, e cioè dal rapporto nascite/decessi, che invece è frequentemente negativo, ma dalle nuove residenze. Nello specifico nel 2018 il bellissimo comune della costa tirrenica cosentina, in riferimento alla popolazione, aveva raggiunto il punto più basso del secolo con 5.842 residenti per iniziare un significativo annuale recupero che lo porta, a dicembre 2023, a raggiungere i 6.911 abitanti (1.069 in più e il trend sembra essere lo stesso anche per il 2024). Tuttavia, è importante considerare che non tutti i nuovi residenti rimangono stabilmente nel comune dopo aver ottenuto la cittadinanza, anche se il saldo nel tempo è stato costantemente positivo e ha prodotto l’incremento di cui sopra. Durante la procedura di acquisizione della cittadinanza, che può durare qualche mese, in ogni caso è obbligatorio iscriversi all’anagrafe comunale. Si assiste, in buona sostanza, ad un ricambio dinamico tra residenze di persone che ottenuta la cittadinanza italiana, in maggioranza, si trasferiscono altrove, in Italia o in Europa, con conseguente cancellazione della “temporanea” iscrizione all’anagrafe, e richieste di altre residenze necessarie per avviare l’iter per la concessione di nuove cittadinanze.
È facile comprendere che gli effetti di tale fenomeno, peraltro, si riverberano sul territorio per altri aspetti che non sono strettamente correlati all’aumento della popolazione ma a quelli economici, in relazione ad esempio agli affitti degli alloggi, all’aumento degli avventori nei locali, della clientela nei negozi, nei supermercati, e poi a tutto un circuito, che si sarebbe implementato nel tempo, di servizi offerti agli stranieri per l’assistenza nelle procedure connesse al riconoscimento della cittadinanza italiana. Da quanto è dato sapere, oltretutto, gli stranieri in arrivo non sembrano appartenere a classi sociali disagiate, ma spesso si tratta di giovani con una buona disponibilità economica, e, in misura assai rilevante, in possesso di titoli professionali ed accademici.
Quello che salta agli occhi guardando le statistiche è che, mentre per San Lucido e alcuni altri comuni viciniori come Fiumefreddo Bruzio e Longobardi si evidenziano numeri davvero importanti, in altri municipi della stessa area geografica, ma anche del resto della Calabria, gli stessi appaiono irrisori, nonostante si tratti di centri molto più grandi per popolazione.
Si pensi che San Lucido, nel solo 2023, sempre secondo l’Istat, si piazza al primo posto in valore assoluto tra i comuni calabresi, con 143 concessioni, per riconoscimenti di cittadinanza dall’Argentina (Cosenza ne ha 22, Reggio C. 48, Catanzaro 3, Vibo V. 25 e Crotone 42), secondo è Nicotera con 131, Paola è quarto con 79 e Fiumefreddo Bruzio è quinto con 72. E’ ancora primo per riconoscimenti dal Brasile con 115 concessioni (Cosenza ne ha 36, Catanzaro 13, Vibo 7, Reggio C. 81, Crotone 14), secondo è Bova Marina con 82, quinto Paola con 45 e nono Fiumefreddo Bruzio con 23. Anche nel comune di Longobardi, a partire dal 2020, le concessioni delle cittadinanze sarebbero state assai numerose, tanto che lo stesso comune è passato da meno di 2300 abitanti a quasi 2900 del 2024. In realtà i numeri potrebbero essere molto superiori a quelli ufficiali e interessare altri centri, considerato che non sempre le trascrizioni presso gli enti sovraordinati (Archivio Centrale Stato Civile del ministero dell’Interno, Questura, Prefettura e quant’altro), dai quali vengono attinti i dati dagli istituti di statistica, sono celeri.
Il Quotidiano del Sud.
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