Italvolley, già tracciata la via che porta a Los Angeles 2028: tra un anno Europei in Italia col ritorno di Lavia
- Postato il 29 settembre 2025
- Di Virgilio.it
- 2 Visualizzazioni

Negli occhi scorrono istantanee e diapositive consegnate già alla storia, che ricordano al mondo intero quanto il volley italiano abbia conquistato vette di popolarità e considerazione fuori dal comune. E il doppio trionfo iridato apre la strada a nuovi orizzonti, perché il mondo della pallavolo è sempre in fermento e già tra un anno in campo maschile sarà tempo di vivere un’altra estate densa di emozioni e significati, con l’Italia pronta a riprendersi anche il trono continentale, usurpato due anni fa dalla Polonia nella notte di Roma (davanti al presidente Mattarella e ai 10mila del Palazzo dello Sport dell’Eur).
- Il primo pass per i giochi passa per l'Arena Santa Giulia
- L'Italia che verrà: Giannelli, Michieletto e Romanò inamovibili
- Lavia, il messaggio ai compagni: "Orgoglioso, felice e grato"
- Anzani vuol chiudere un cerchio. E occhio ai "nuovi" giovani
Il primo pass per i giochi passa per l’Arena Santa Giulia
Tra un anno gli Europei torneranno a fare capolino in Italia, con Milano e la nuovissima Arena Santa Giulia pronte a ospitare la finalissima (e la gara d’apertura si giocherà addirittura in piazza del Plebiscito a Napoli). Piccola nota a margine: chi si assicurerà il trono continentale avrà anche il piacere di poter festeggiare la qualificazione al torneo olimpico di Los Angeles 2028, onore riservato alla squadra che conquista il titolo nel proprio continente.
Per l’Italia un incentivo in più, ma non dovrebbe essere complicato qualificarsi per i giochi olimpici in terra di California: la FIVB ha cassato (finalmente!) i detestabili tornei preolimpici, al punto che le 12 formazioni qualificate passeranno per i 5 tornei continentali (Europa, Asia, Africa, Nordamerica e Sudamerica), tre direttamente dal mondiale 2027 che si disputerà in Polonia e tre dalla migliore posizione del ranking alla fine del 2027 (più una slot è riservata agli USA, nazionale ospitante).
L’Italia al momento è seconda nel ranking FIVB e pare oggettivamente impossibile immaginare che non sarà della partita, avendo tre opportunità per farcela (non riuscisse a cogliere nessuno dei 4 pass tra Europei e mondiali, dovrebbe scivolare fuori dalla top ten del ranking per ritrovarsi esclusa dal torneo).
L’Italia che verrà: Giannelli, Michieletto e Romanò inamovibili
Chiaro che con tre anni davanti le prospettiva di crescita del gruppo azzurro saranno piuttosto rilevanti, pensando anche agli ottimi risultati ottenuti negli ultimi tempi dalle nazionali giovanili (plasmate e rilanciate dalla cura Velasco a cavallo tra il 2019 e il 2023). De Giorgi ha un gruppo sostanzialmente giovane, o quantomeno non troppo in là con gli anni, per poter pensare che il quadriennio olimpico che si è appena aperto possa proseguire con molti dei volti visti all’opera nelle Filippine nelle scorse settimane.
Nel 2028 capitan Giannelli avrà 32 anni, che per uno della sua classe e del suo talento non sono neppure troppi (ormai nel volley ad alto livello di big sopra i 30 anni se ne contano parecchi). Un paio di meno Riccardo Sbertoli, palleggiatore di riserva, anche se Mattia Boninfante (classe 2004) potrebbe inserirsi già nel discorso.
Nel ruolo di opposto il mondiale ha riconsegnato uno Yuri Romanò mai così forte e decisivo: classe 1997, nei prossimi mesi farà un’esperienza in Russia, ma la maglia della nazionale se l’è riguadagnata a suon di ace e prestazioni. Dietro di lui peraltro c’è già un ricambio importante come Alessandro Bovolenta (classe 2004), che De Giorgi ha “sacrificato” questa estate per inserire nel gruppo Rychlicki (naturalizzato per meriti sportivi, seppur lussemburghese), che pure è scomparso dopo la seconda partita del girone con Belgio e difficilmente tornerà in azzurro (una chance sostanzialmente sprecata, anche dalla FIPAV). E occhio a Tommaso Barotto (2005), che quest’anno sarà titolare a Latina.
Lavia, il messaggio ai compagni: “Orgoglioso, felice e grato”
In banda c’è abbondanza: Michieletto nel 2028 avrà 27 anni, anche se è sulla breccia già da un bel po’. Luca Porro (2004) e Francesco Sani (2002) vogliono continuare a godersi il viaggio, così come Mattia Bottolo (2000) che s’è meritato i gradi di titolare dopo l’infortunio di Daniele Lavia. Che tra un anno tornerà in gruppo, e non certo per uscirne tanto presto: classe 1999, lo schiacciatore dell’Itas Trentino ha ancora davanti a sé un lungo e luminoso avvenire.
[iol_placeholder type="social_facebook" url="https://www.facebook.com/photo?fbid=807188708489289&set=pcb.807188748489285"/]La sua assenza s’è fatta sentire (specie nella prima parte del torneo), le lacrime dei compagni hanno detto quanto la sua assenza sia stata rimpianta. Con un messaggio social ha ringraziato tutti: “Ho aspettato un po’ prima di pubblicare, perché trovare le parole per raccontare un’emozione tanto grande non è semplice.
Beh, non le ho ancora trovate, ma forse il senso dello sport, quello vero, è proprio qui. Ci fa vivere delle emozioni che non si riescono ad esprimere. Sono orgoglioso, felice e grato. E se le mani ancora sono un po’ tremanti mentre scrivo questo post, di certo non lo è la convinzione di essere parte di un gruppo eccezionale. Siamo ancora campioni del mondo!”.
Anzani vuol chiudere un cerchio. E occhio ai “nuovi” giovani
Restano due ruoli da coprire, e almeno nello spot di centrali servirà un ricambio più robusto. Perché Simone Anzani a LA28 avrà 36 anni, ma magari vorrà comunque esserci per chiudere definitivamente un cerchio (lui che a Parigi era assente per via dell’operazione al cuore dell’anno precedente). Russo e Galassi ne avranno 31, Gargiulo (il nome nuovo del 2025) 29, uno in più rispetto a Giovanni Sanguinetti, l’ultimo taglio operato da De Giorgi prima della rassegna.
Nel ruolo di libero, Fabio Balaso (1995) ha dimostrato di essere un top a livello mondiale, ma Domenico Pace (2000) e Gabriele Laurenzano (2003) garantiscono ricambi di livello eccelso. Dall’Under 21, infine, potrebbero comunque già arrivare volti nuovi, pronti a stupire in Superlega: detto di Barotto, occhio a Pardo Mati (Modena) e Manuel Zlatanov (Ravenna). Tutto questo con un unico chiodo in testa: sfatare anche l’ultimo tabù, quello a cinque cerchi.