Italia sempre più vecchia, pochi soldi e mutui impossibili da avere e allora non si fanno più figli
- Postato il 19 dicembre 2025
- Economia
- Di Blitz
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L’Italia diventa sempre più vecchia. La denatalità è un guaio serio: aumentano gli ultrasettantacinquenni, nascono sempre meno bambini. Una statistica sostiene con prove che metà delle donne tra i 18 e i 49 anni è senza figli. Questo vuol dire che a guidare il Paese, in alto e in basso, siano le persone più anziane? La risposta è si e lascia interdetti anche chi, come scrive, di anni ne ha tanti, anzi tantissimi avendo il nove davanti alla seconda cifra. Il grido d’allarme risuona da tempo, decine di intellettuali insorgono, gli esperti del ramo, un giorno si e l’altro pure, ritengono che bisogna fare in fretta perché altrimenti il nostro Paese in futuro rischia di non avere più validi dirigenti di peso. Belle parole, discorsi pieni di buon senso e poi? Il silenzio o, meglio, nulla di nuovo sotto il sole.
I ventenni, i trentenni sono sempre meno e non c’è nulla che faccia presagire una svolta, cioè un cambiamento di rotta. Tanto tempo fa, quando avevo i capelli tutti neri, nel mio paese d’origine, in Calabria, vivevano famiglie di contadini o di persone meno abbienti che non avevano paura di far crescere la famiglia. A volte si contavano addirittura venti figli, i più grandi avevano una differenza d’età dai più piccoli maggiore di quella che esisteva con il padre o la madre. O ancora nipoti che chiamavano zio un minorenne quando loro avevano superato l’adolescenza. “La Divina Provvidenza ci aiuterà”, ripetevano i genitori. Scempiaggine? Poca sensibilità o addirittura menefreghismo? Certo, non era un buon comportamento, però non si poteva accusare il Paese di invecchiare o di lasciare ai giovani una Nazione in cui i pensionati aumentano ogni anno di più.
Perché avviene tutto questo? Come si spiega un fenomeno del genere? Di chi è la responsabilità? È solo di chi non vuole aumentare i posti a tavola o di chi altro? Le ragioni sono diverse. Innanzitutto la paura di mettere al mondo bambini quando si teme che alla fine del mese non bastino più i soldi. Gli stipendi sono bassi, l’inflazione cresce, il carrello della spesa diventa sempre più un problema. Motivo per cui si teme un futuro pieno di spese e si rinuncia
Esiste un altro motivo: quello che in casa a lavorare si è sempre in due: marito e moglie. Per il solito ritornello che, altrimenti, è difficile far quadrare il bilancio. Ergo, non si avrebbe tempo di assistere il figlio a meno che non si assuma una baby sitter che asciugherebbe tutto il guadagno di una delle due persone che la mattina si recano al lavoro. Una volta questo ostacolo non c’era perchè, di media, il capo famiglia riusciva a racimolare quel che occorreva e in casa a far crescere e ad educare il bambino ci pensava soprattutto la mamma. Un peccato di maschilismo? Forse, ma la realtà è sotto gli occhi di tutti e non si può far finta di nulla.
Una seconda ragione è quella della casa in cui vivere. Comprarla è difficilissimo: decine di migliaia di euro che non si hanno. Ottenere un mutuo diventa sempre più complicato e. a dire il vero, gli istituti di credito a cui ci si rivolge non fanno un passo in più per accontentare chi chiede un prestito. I matrimoni languono perchè non si ha un tetto dove andare a vivere. Rimanere in casa accanto ai suoceri? Non ci pensano nemmeno né il maschio, né la femmina. Ragione per cui si rimanda a giorni più tranquilli. Nel frattempo non si ritiene opportuno mettere al mondo una creatura quando non si hanno i soldi necessari per andare avanti.
Eccolo, dunque, il nocciolo del problema, ecco dove lo Stato manca e non aiuta i giovani. Si dovrebbero costruire case in periferia dove si possa andare a vivere senza l’assillo di pagare un affitto impossibile per le tasche di molte coppie. Un piano da studiare e concretizzare in poco tempo, di modo che la denatalità possa diminuire e il Paese ringiovanire. La verità è che nei Palazzi romani si è in tutt’altre faccende affaccendati perchè è più importante andare alla ricerca dei voti che possano far vincere chi è oggi all’opposizione o viceversa. Pensate che almeno una volta destra e sinistra possano trovare un accordo che giovi al Paese? È una speranza che per ora rimane soltanto una speme, come diceva il poeta.
Per un giorno intero Torino è stata travolta ieri da una violenza senza precedenti. Il governo ha deciso dopo trent’anni lo sgombero di un centro sociale, l’Askatasuna, ed è successo il finimondo. Il ministero degli Interni è intervenuto dopo l’assalto alla redazione de “La Stampa” organizzato proprio da un gruppo che abitava in quel luogo. Sassi, lacrimogeni, idranti, macchine sfasciate, devastazione ovunque. Un ritornello che purtroppo si ripete troppo spesso, stavolta con una variante: “Più sbirri morti” era scritto su un edificio. Il putiferio è finito a tardissima sera, ma una nuova manifestazione è stata promessa per domani. Il Viminale ha detto che “non ci sarà spazio per la violenza”. Ne siamo sicuri?
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