Italia, la Norvegia è un incubo. Appunti sparsi da San Siro al playoff Mondiale
- Postato il 16 novembre 2025
- Di Panorama
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L’Italia chiude la sua fatica nel girone di qualificazione al Mondiale 2026 senza concedersi una botta di autostima, perdendo ancora male contro la Norvegia di terminator Haaland e chiudendo con uno score di 18 punti su 24, non sufficiente per il passaporto diretto. Al Mondiale per la strada veloce va la Norvegia con pieno merito. Agli azzurri tocca passare dai playoff di marzo, pregando che l’epilogo sia diverso dalla doppia eliminazione per mano di Svezia e Macedonia del Nord. Prima il sorteggio di semifinale ed eventuale finale, poi saranno tre mesi di passione e incubi sperando di arrivare in primavera con un minimo di condizione fisica e psicologica nei giocatori chiave per Gattuso. Altro non si può fare.
La sfida sotto la pioggia di San Siro è stata nel primo tempo la migliore per prestazione dell’Italia del nuovo ct: parziale consolazione, che non cancella gli schiaffi presi nel secondo tempo quando i norvegesi hanno alzato di qualche metro il loro baricentro. Non è mancato l’impegno dei nostri e non era scontato, visto che il clima da amichevole suggeriva cattivi pensieri. Gli azzurri avevano qualche conto da regolare e si è visto in fretta, poi è tornata fuori la Norvegia con le sue enormi qualità offensive e c’è stato spazio per il tentativo (fallito) di resistere. La morale? Ecco qualche appunto sparso osservando l’ultima Italia prima dei playoff mondiali:
– la traversata del deserto dell’inverno che porta alle sfide di spareggio sarà difficilissima a livello psicologico. Inutile nasconderlo, il tracollo finale contro la Norvegia popolerà di incubi le notti di Gattuso e degli azzurri e aggiungerà un peso ulteriore a un ambiente già terrorizzato dall’idea di rivivere la doppia eliminazione contro Svezia e Macedonia del Nord. Peggio di così non si poteva arrivarci…
– nonostante tutto, replicare la partita con i norvegesi (quella del primo tempo) potrebbe essere sufficiente qualsiasi avversario dovessimo incrociare nella prima e nella seconda sfida di marzo. La ripresa è stata un incubo. Certo, il sorteggio deve darci una mano perché il calore di casa aiuta e in questo San Siro con i suoi 70mila accorsi nonostante tutto è stato impeccabile;
– nel prossimo fine settimana ci sono il derby di Milano, il Napoli che si deve riscattare dopo la crisi aperta a Bologna, la Juventus con la Fiorentina e la Roma che sogna a occhi aperti un campionato di vertice. Mille motivi di distrazione, insomma, ma gli azzurri buttati nella mischia da Gattuso hanno dato tutto senza risparmiarsi. Ottimo segnale;
– la Norvegia è forte con un attacco di livello qualitativo enorme, con un mostro che segna uno o due gol a partita e che risponde al nome di Haaland. Più forte dell’Italia, ma questo non significa che per noi sia tutto da buttare via;
– Haaland ha detto di non sapere chi fosse Pio Esposito e l’azzurro ha timbrato in fretta la presenza per segnalare all’attaccante del Manchester City che sarebbe utile un corso di aggiornamento. La cosa che sorprende di Esposito è che fa tutto, anche gli errori, con il piglio del calciatore consumato così da far dimenticare che quella contro la Norvegia è stata la prima da titolare con la nazionale e che, in termini assoluti, è a quota 3 reti in 229 minuti;
– la difesa a tre è il vestito più funzionale per questo gruppo, anche perché consente di replicare movimenti e giocate del blocco Inter sulla catena di sinistra. Non essendoci tempo per costruire altro è intelligente sfruttare il libro delle conoscenze già acquisite;
– la sconfitta costa quasi certamente all’Italia la possibilità di essere testa di serie al Mondiale, se riuscisse ad arrivarci. E’ un danno collaterale che oggi sembra irrilevante ma domani chissà…
– la quantità di critiche e cattiverie piovute su Gattuso, in questa settimana di sosta novembrina, testimonia come ci sia una fetta non impercettibile di italiani non scontenta di celebrare un nuovo funerale sportivo in primavera. L’impegno è lasciarla a bocca asciutta.
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