Italia-Israele diventa un caso politico: le parole di Abodi scatenano un putiferio. Cosa dice il regolamento e i possibili scenari
- Postato il 7 agosto 2025
- Di Virgilio.it
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In occasione delle qualificazioni al Mondiale del 2026, l’Italia di Rino Gattuso affronterà Israele due volte nel giro di un mese. A settembre in Ungheria, sul neutro di Debrecen, e a ottobre ad Udine, pronta a riabbracciare la Nazionale. Una partita, però, che rischia di trascendere i confini del mondo del calcio e diventare un caso politico, complice il conflitto israelo-palestinese. In queste ore, a far scoppiare la polemica sono state le parole del ministro dello Sport, Andrea Abodi, che ha definito Israele un “Paese aggredito”, al contrario della Russia esclusa da tutte le manifestazioni sportive.
- Italia-Israele diventa un caso politico: le parole di Abodi
- Italia-Israele accende il dibattito politico: "Partita che non dovrebbe essere giocata"
- Italia-Israele ancora a Udine, era già successo nell'era Spalletti
- Regolamento e possibili scenari
Italia-Israele diventa un caso politico: le parole di Abodi
In vista del doppio confronto tra Italia e Israele, che segnerà una tappa importante del cammino degli Azzurri verso il Campionato del Mondo del 2026, non sono certo mancate le polemiche. Da chi ritiene necessario giocare per non alimentare il dibattito tra sport e politica a coloro che assumono una posizione più radicale, chiedendo l’esclusione di Israele dalle competizioni sportive e il conseguente annullamento di tutti gli eventi che vedono la nazionale israeliana protagonista, comprese le sfide con l’Italia.
Così il ministro Abodi in vista della gara in programma Udine il prossimo 14 ottobre: “La mia opinione? Che si debba giocare, è in programma e si gioca come si è giocata già la partita dell’anno scorso, se non sbaglio proprio a Udine”, ha dichiarato l’ex presidente della Lega B.
Abodi, dal canto suo, ha poi chiarito la differenza di trattamento riservata a Russia ed Israele, accendendo la polemica anche sui social: “Io credo che ci sia una differenza, e peso le parole con responsabilità. La Russia è un Paese aggressore, Israele è stato aggredito, forse questo si dimentica completamente. Tutto è partito, al di là dei giudizi e di come sta diventando, dal 7 ottobre 2023. Io credo che la ricostruzione dei rapporti e di una prospettiva nasca dal riconoscimento dei fatti, che non possono partire dopo ma devono tener conto anche dei presupposti. Se non ci fosse stato il 7 ottobre non saremmo in questa condizione, e se Hamas non si nascondesse dietro la popolazione civile probabilmente non saremmo in questa condizione”.
Italia-Israele accende il dibattito politico: “Partita che non dovrebbe essere giocata”
La disputa di Italia-Israele continua ad essere un argomento divisivo tra i banchi del Parlamento e sul web. In settimana, del resto, si era esposto anche l’ex ct della Nazionale di pallavolo Mauro Berruto, oggi deputato Pd e responsabile Sport del partito, arrivato ad avanzare la proposta di esclusione di Israele dalle competizioni sportive.
E su Italia-Israele, non ha dubbi: “È una partita che non dovrebbe proprio essere giocata – ha dichiarato ad Adnkronos -. Sono consapevole che non tocchi agli organismi sportivi italiani decidere su questo ‘ban’ ma a quelli internazionali coinvolti, in questo caso Fifa e Uefa, così come il Cio per gli altri sport, però mi chiedo: cosa possiamo fare noi? Non immagino né chiedo di non far scendere in campo la Nazionale, ma non possiamo rimanere in silenzio. E prima della Russia fuori per l’aggressione all’Ucraina ricordo anche il Sudafrica, fuori 24 anni per apartheid”.
Di diverso avviso, Bittner di Forza Italia: “Le Olimpiadi hanno sempre fermato le guerre e io la vedo sempre così, altrimenti lo sport non avrebbe senso – ha sottolineato il responsabile Sport di FI sempre ad Adnkronos –. Israele non sta brillando per etica, però dobbiamo metterci d’accordo sul significato che ha lo sport; poi, se non si gioca per un problema di ordine pubblico è un altro tema, lo deve gestire chi gestisce l’ordine pubblico. C’è un’azione di Israele che è oltre la misura necessaria, questo lo dicono tutti, lo diciamo anche noi e siamo assolutamente convinti tutti quanti di questo; si è andati decisamente oltre e bisogna fermarsi, e questo è un discorso. Ma la partita in sé dovrebbe essere un evento sportivo, e questo è un altro”.
Italia-Israele ancora a Udine, era già successo nell’era Spalletti
Non sarà la prima “edizione” di Italia-Israele sul manto erboso del “Bluenergy Stadium” di Udine, che nell’ottobre 2024 ha già ospitato il confronto tra le due nazionali valido per la Uefa Nations League. In quell’occasione, gli Azzurri di Spalletti trionfarono con il largo punteggio di 4-1, in un clima piuttosto surreale per quanto accaduto all’esterno dell’impianto sportivo friulano e per le vie della città.
A temere ripercussioni, in tal senso, è stato proprio il Sindaco di Udine, Felice De Toni, preoccupato per “la recrudescenza della guerra e le difficili questioni di sicurezza che la gara con Israele implica”. Premesso ciò, “la posizione di Udine è, dal primo giorno, orientata alla necessità della pace. Se Udine ospiterà la gara della nazionale italiana lo farà per spirito istituzionale, per rivendicare per l’ennesima volta la necessità della pace e con l’auspicio che vengano messe in campo tutte le forze necessarie per garantire lo svolgimento dell’evento”, precisò all’epoca in una nota ufficiale.
Regolamento e possibili scenari
La Federazione israeliana, fino ad oggi, non è mai stata esclusa da alcuna competizione sportiva. Al contrario della Russia, che ha visto partecipare alcuni atleti sotto una bandiera “neutrale” anche agli ultimi Mondiali di nuoto a Singapore, Israele è ancora in corsa in tutte le manifestazioni sportive previste dai massimi organi sportivi. Fifa e Uefa per quanto concerne il calcio, il Cio per le Olimpiadi e, a seguire, tutte le singole istituzioni delle altre sfere del mondo sportivo.
Al momento, Israele sta godendo della possibilità di disputare le partite casalinghe (da calendario) in campo neutro in Ungheria, visto il conflitto che sta caratterizzando la striscia di Gaza e il Medio Oriente. La guerra, l’assenza di personale ed oggettivi motivi legati all’ordine pubblico non rendono possibile l’organizzazione di un evento così importante. Medesimo trattamento riservato, del resto, all’Ucraina, avversario dell’Italia alla “BayArena” di Leverkusen (Germania) in occasione della sfida decisiva per l’accesso diretto ad Euro 2024.
Non è una decisione che può prendere soltanto il mondo del calcio e ad oggi risulta difficile immaginare uno scenario differente, salvo che la situazione geopolitica non spinga verso altre direzioni.