Italia-India, un ponte strategico attraverso l’Imec. Parla Dreosto

  • Postato il 20 novembre 2024
  • Esteri
  • Di Formiche
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La recente visita in India del senatore Marco Dreosto offre spunti rilevanti per analizzare le prospettive di cooperazione tra Italia e India, in particolare attraverso il progetto Imec (Indo-Middle East-Europe Corridor). Dreosto, rappresentante dal Friuli Venezia Giulia e membro dell’Ufficio di Presidenza della Commissione Esteri e Difesa, è stato tra i protagonisti di una serie di incontri di alto livello, incluso un dialogo con il ministro indiano dei porti, Sarbanand Sonwal, e la partecipazione al “Sagarmanthan”, il forum sugli oceani organizzato dal think tank Observer Research Foundation.

La sua presenza in India si inserisce in un contesto più ampio di rinnovata attenzione italiana verso le connessioni strategiche tra l’Indo-Pacifico e il Mediterraneo Allargato, dove Trieste e l’intero Friuli Venezia Giulia potrebbero svolgere un ruolo cruciale.

Imec: un corridoio strategico e una visione di cooperazione

Qui il faro è il progetto Imec, che mira a connettere Europa, Medio Oriente e Asia, rappresenta una delle iniziative più ambiziose in tema di infrastrutture e cooperazione internazionale e troverebbe in Trieste un naturale hub di approdo — data la connettività che il capoluogo friulano ha nella catena del valore mitteleuropea. L’incontro con il ministro Sonwal va letto in quest’ottica, anche perché Italia e India pianificano un accordo sui porti che dia specificità al Joint Action Plan raggiunto tra Giorgia Meloni e Narendra Modi durante il loro bilaterale in occasione del G20 brasiliano.

Dreosto, parlando con Formiche.net del corridoio, lo ha definito “più di una semplice rotta commerciale, bensì una visione per la crescita, la stabilità e la cooperazione tra regioni strategicamente fondamentali”. L’Imec offre una piattaforma per rafforzare le relazioni economiche tra Italia e India, ma anche per consolidare legami politici e culturali in una prospettiva di lungo periodo.

“La storia ci ricorda che le nostre due nazioni hanno condiviso un’eredità commerciale millenaria”, ha ricordato Dreosto, riferendosi alla scoperta di monete romane in India come testimonianza di antichi legami economici e culturali. “Oggi abbiamo l’opportunità di ravvivare e rafforzare quelle connessioni attraverso Imec, un progetto che il governo italiano considera di importanza strategica”.

Imec, nota il senatore italiano, non si limita a ridisegnare le rotte commerciali globali nell’ottica del de-risking sulle supply-chain, ma si propone di integrare mercati, tecnologie e innovazioni, con un impatto diretto sulla competitività delle imprese e sull’efficienza delle catene del valore. In questo contesto, “la partecipazione attiva dell’Italia e di regioni strategiche come il Friuli Venezia Giulia potrebbe rafforzare il posizionamento europeo nella nuova architettura commerciale globale”.

Trieste come hub per il commercio Indo-Mediterraneo

Trieste emerge come nodo fondamentale nella strategia italiana per l’Imec. “Il porto di Trieste è una porta naturale verso l’Europa, con collegamenti diretti ai principali mercati del continente, in particolare la Germania e i paesi dell’Europa centrale e orientale”, spiega Dreosto. La sua posizione geografica privilegiata, unita a infrastrutture avanzate, lo rende un candidato ideale per diventare uno dei terminali principali del corridoio.

Secondo il senatore, Trieste potrebbe offrire all’India un punto d’ingresso strategico ed efficiente per i mercati europei. “Immaginate una nave da Mumbai che raggiunge Trieste. Da lì, le merci potrebbero essere distribuite rapidamente in tutta Europa, riducendo tempi e costi e aumentando l’affidabilità degli scambi”. Ma il potenziale di Trieste non si esaurisce nel commercio. La città, storicamente un crocevia di culture e linguaggi, potrebbe anche fungere da piattaforma per le imprese indiane interessate a espandersi in Europa, facilitando nuove opportunità di business e collaborazione.

Cooperazione in Paesi terzi: una dimensione multilaterale

Un’altra prospettiva interessante riguarda la possibilità di collaborazioni tra Italia e India nello sviluppo di infrastrutture portuali in Paesi terzi, come quelli del Medio Oriente e dell’Africa. Dreosto ha osservato come questa visione sia in linea con il Piano Mattei, un’iniziativa italiana che punta a promuovere uno sviluppo economico equo e sostenibile nelle regioni partner.

“L’ingegneria e l’expertise tecnica indiana, unite all’esperienza italiana nella gestione portuale e logistica, possono dare un contributo significativo alla modernizzazione delle infrastrutture e alla creazione di rotte commerciali più efficienti”, aggiunge Dreosto, ipotizzando che tali collaborazioni potrebbero non solo sostenere economie locali, ma anche rafforzare la stabilità regionale, in linea con i principi del Piano Mattei: rispetto, equità e crescita condivisa.

Un’occasione per rafforzare legami storici e costruire nuove opportunità

Guardando al futuro, Dreosto evidenzia l’importanza di trasformare progetti come Imec in strumenti concreti di cooperazione e crescita comune, e la programmazione quinquennale sancita in questi giorni è una base fondamentale in tale senso. “Questa è un’opportunità straordinaria non solo per rafforzare i nostri legami storici, ma anche per creare nuovi simboli di collaborazione, attraverso Trieste, attraverso Imec e attraverso il rispetto reciproco che ha sempre caratterizzato i rapporti tra le nostre due nazioni”.

È sempre poi chiaro che l’Imec rappresenti un ponte strategico e culturale che potrebbe ridefinire le relazioni tra l’Indo-Pacifico e il Mediterraneo Allargato. In questo senso, l’esperienza del Friuli Venezia Giulia e del suo sistema portuale appare centrale non solo per il successo del progetto, ma anche per valorizzare il ruolo dell’Italia in una nuova stagione di relazioni internazionali.

Autore
Formiche

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