Italia, chi è Roberto Piccoli, l’ultimo bomber di Gattuso: ciclista mancato che sogna di diventare Batistuta
- Postato il 5 ottobre 2025
- Di Virgilio.it
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Uno dei tanti problemi della Nazionale italiana rimane quello del centravanti. Da anni nessuno è riuscito a imporsi nell’attacco degli Azzurri. Nell’ultima pausa per le partite delle nazionali, Kean e Retegui hanno fatto finalmente vedere delle ottime cose. Sembra che Gattuso abbia trovato la chiave giusto nel reparto offensivo e lo confermano i nove gol segnati contro Estonia e Israele. Nella prossima pausa le avversarie saranno le stesse, ma nel frattempo Kean ancora non si è sbloccato, complice il periodo difficile della Fiorentina, e Retegui rimane pur sempre un attaccante del campionato arabo, non tra i più stimolanti per un centravanti. Ecco perché il ct dell’Italia ha deciso di convocare per la prima volta Roberto Piccoli.
- Piccoli: la chiamata di Gattuso e il primo gol con la Fiorentina
- Piccoli sogna Sagan e Batistuta: "Ho sempre guardato i suoi video"
- Piccoli e l'impegno nel sociale
Piccoli: la chiamata di Gattuso e il primo gol con la Fiorentina
Verosimilmente le scelte in attacco ricadranno ancora su Kean e Retegui, difficile fare altrimenti. Ma il compagno di reparto con i viola dell’ex Juve scalpita per un posto. Lui che l’azzurro l’ha indossato con U15, U19 e U21. Stavolta però la chiamata della maggiore ha lasciato sorpresi un po’ tutti per il tempismo con cui è arrivata. Le aspettative sul suo arrivo alla Fiorentina nella scorsa estate erano ben altre: 27 milioni di euro, bonus compresi, più il 10% sulla futura rivendita in favore del Cagliari. Cifre molto importanti che fanno capire la fiducia dei viola sul giocatore.
Fiducia che però, per il momento, non è stata ripagata pienamente. Appena un gol segnato in questo inizio di stagione, lo scorso giovedì in Conference League contro il Sigma Omolouc. Ha risposto sul campo dopo aver risposto alle critiche in conferenza stampa: “La cifra che la Fiorentina mi ha pagato rappresenta lo standard dell’attuale mercato degli attaccanti. Mi pagano per fare gol. È quello il mio lavoro. Dobbiamo dare qualcosa in più a livello di carattere. Dobbiamo fare un passettino in più tutti”. Ma i gol non gli sono mai mancati: 10 gol e tre assist nella scorsa stagione al Cagliari, numeri che giustificano l’investimento e la fiducia della Fiorentina sul giocatore.
Piccoli sogna Sagan e Batistuta: “Ho sempre guardato i suoi video”
D’altronde per Piccoli è la prima occasione in una grande piazza, nella stessa dove il suo idolo Gabriel Omar Batistuta è diventato uno dei centravanti più forti della storia. “Sono passati tanti attaccanti importanti da Firenze”, aveva affermato nella conferenza di presentazione. “Quello da cui posso prendere ispirazione è sicuramente Batistuta, ho sempre guardato i suoi video”. A Firenze si augurano che possa sbloccarsi per trascinare la squadra fuori da un periodo molto difficile, che fa traballare anche mister Pioli.
Se non fosse diventato un attaccante e se nelle giovanili dell’Atalanta non si fosse affermato come uno dei migliori prospetti del panorama italiano, ci sarebbe stato il ciclismo. Infatti l’altra grande passione di Piccoli sono le due ruote: “Da ragazzo andavo a pedalare con mio padre”, ha raccontato a Cronache di Spogliatoio. Anche se la montagne non erano il suo forte: “Meglio in pianura! È una passione che quando smetterò di giocare, vorrei portare avanti”. Niente Pogacar o Vingergaard, il suo idolo è “Peter Sagan, un fenomeno assoluto. Seguo tanti ciclisti, alcuni sono amici. Mi appassionano tutti, è uno sport complicato che conta sugli attimi di secondo”.
Piccoli e l’impegno nel sociale
Piccoli è sempre stato molto impegnato anche nel sociale. Ne è una dimostrazione quanto fatto durante il Covid, quando Bergamo era tra le città più colpite d’Europa e lui era nel vivaio dei nerazzurri: “Ho aiutato la scuola Casa del Sorriso, nelle valli bergamasche, frequentata da mio cugino, alle prese con una patologia. È stata una delle esperienze più belle della mia vita”. Il Covide rimane “un’esperienza drammatica che ci deve ricordare che il nostro dovere non è voltarsi ma andare avanti e aiutare il prossimo. Per me è naturale aiutare il prossimo, dare una mano a chi ha più bisogno”. E l’impegno non si è fermato anche dopo il Covid: “Quando c’è stata l’occasione di aiutare la Casa del Sorriso, mi sono subito messo in gioco. Ogni anno cerco di fare un’opera di beneficenza, fin da quando sono piccolo”.