ISS: qual è il piano di evacuazione?
- Postato il 10 novembre 2024
- Di Focus.it
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Ci sono delle piccole crepe sulla Stazione Spaziale Internazionale e perde aria, questo si sa da tempo, ma il problema non è ancora risolto, anzi la situazione sta peggiorando, al punto che la NASA ha elevato il problema a un livello di rischio più alto. Eppure l'ente spaziale punta a mantenere la ISS in orbita fino al 2030. Si tratta di un piano plausibile? Cosa succederà se la Russia non accettasse di mantenere il suo impegno fino a quella data e lo ritirasse nel 2028, come ha già minacciato?. La ISS ha gli anni contati? Nelle ultime settimane è uscito un rapporto dell'Office of the Inspector General della NASA che delinea i rischi legati al funzionamento della ISS fino al 2030 (e forse anche oltre come si è premurato di sottolineare l'ente spaziale americano).
Perché la NASA vuole prolungare ancora di più la missione della ISS? Si tratta di un problema politico: la ISS non verrà dismessa finché non ci sarà una struttura targata Usa che possa prenderne il posto. L'ente spaziale americano è intenzionato a passare il testimone a stazioni spaziali private e commerciali che possano continuarne il lavoro. Il rischio, altrimenti, è che nello Spazio orbitino stazioni cinesi e magari russe, senza alcuna struttura americana.. Piano di evacuazione. Tutto questo comporta che il nuovo piano di emergenza su cui la NASA sta attualmente lavorando riguardi la possibilità di un'estensione indefinita della vita della stazione orbitante oltre il 2030. Non è una certezza, ma è una possibilità. A questo punto c'è una domanda importante a cui dare risposta: la ISS non è in gran forma, e ogni anno che passa le condizioni peggiorano. Riuscirà a sopravvivere per un altro decennio?. Struttura obsoleta. La perdita d'aria principale avviene nel modulo di servizio Zvezda, sul lato russo della Stazione, che è il terzo modulo più vecchio della ISS, dopo Zarya e Unity. È stato lanciato nel luglio del 2000. Fornisce energia, supporto vitale, porte di attracco per i moduli cargo Progress e le astronavi Soyuz, trattamento delle acque reflue ed è la fonte primaria per i sistemi di propulsione della ISS.
Non sorprende che sia proprio uno dei primi moduli ad avere problemi. Questi primi moduli hanno subito notevoli sollecitazioni man mano che la ISS veniva ampliata. Inoltre, la struttura originale di Zvezda risale alla metà degli anni '80, quando i Russi pensavano a una stazione spaziale che succedesse alla stazione spaziale Mir, poi adattata per la ISS.
La NASA è a conoscenza del problema dal 2019. La perdita si trova in un piccolo antro che separa una porta di attracco delle navicelle Progress dal resto del modulo di servizio, chiamato Service Module Transfer Tunnel. Tecnicamente però, è impreciso parlare di una singola perdita perché vi sono perdite multiple di dimensioni variabili. Per alcune di queste, la NASA e Roscosmos sono state in grado di individuare la fonte e di intervenire per mitigarle o ripararle. Per altre, non è stato possibile.. Ridurre il danno. La ISS normalmente perde aria nelle sue normali operazioni quotidiane. Il tasso di perdita considerato "normale" è di circa 0,3 chilogrammi di massa d'aria al giorno. Qualsiasi valore superiore richiede che la NASA e Roscosmos ne indaghino la fonte. Bene, a settembre 2019, è aumentato drasticamente a mezzo chilogrammo al giorno.
Poi un anno dopo, è aumentato di nuovo a 1,3 chilogrammi al giorno. Nel 2022, la NASA e Roscosmos hanno identificato diverse fonti di perdite d'aria e le hanno riparate, ma sono riusciti a ridurre il tasso di perdita solo a 0,7 chilogrammi al giorno. Dopo il 2021, l'hanno ridotto a 0,09 chilogrammi, quindi un buon risultato, ma è la perdita sta di nuovo peggiorando progressivamente.. Fuga dalla ISS. I tecnici hanno escluso che il problema sia dovuto all'impatto di micrometeoriti, potrebbe essere dovuto allo stress a cui sono sottoposti i materiali o a difetti di fabbricazione. La fortuna è che la perdita si verifica in un punto in cui è possibile isolarla: questo comporterebbe la perdita di una porta d'attracco, ma salverebbe la ISS. Ovviamente la situazione potrebbe peggiorare e anche altri moduli potrebbero rilevare perdite simili.
Per questo motivo gli astronauti sono addestrati alla possibilità di un'evacuazione improvvisa, nel caso ci fossero perdite importanti e in contemporanea tra loro. Ogni astronauta sa esattamente su quale navicella salire, sa come vestirsi in velocità per il rientro e quali manovre dover eseguire per separare la navicella dalla ISS. Il tutto avviene nell'arco di poche ore.
La situazione dunque è sotto controllo, ma rimane il vero problema di fondo: continuare a mantenere la ISS fino al 2030 e oltre o pensare a una sua fine ancora prima di quella data? La risposta della NASA è che almeno fino al 2030 la ISS orbiterà su di noi..