Israele, Netanyahu fischiato in Parlamento tra risse e feriti. Il discorso: “Trump su Gaza coraggioso, abitanti liberi di emigrare”

  • Postato il 3 marzo 2025
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Rissa e feriti alla Knesset, il parlamento d’Israele a Gerusalemme, nel giorno in cui il primo ministro Benyamin Netanyahu era chiamato a rispondere della mancata istituzione della commissione d’inchiesta sulla strage del 7 ottobre, invocata delle opposizioni e sostenuta dal Consiglio di ottobre, che rappresenta 1.500 famiglie in lutto e famiglie di ostaggi. Prima dell’inizio della sessione plenaria speciale, gli agenti di sicurezza del parlamento hanno impedito ai membri del Consiglio di ottobre di accedere alla tribuna per gli ospiti. L’incidente è poi degenerato in una rissa, con le guardie che hanno spinto e strattonato i manifestanti: due persone sarebbero rimaste ferite.

Il clima è rimasto teso anche durante la seduta, con due parlamentari dell’opposizione espulsi per aver urlato, fischiato e schernito il primo ministro mentre si apprestava a iniziare il suo discorso. Raggiunta poi la tribuna, alcune famiglie di ostaggi hanno voltato le spalle al premier in segno di protesta. Altre hanno mostrato fotografie dei loro cari e alcuni deputati hanno letto in Aula le loro dichiarazioni. Il parlamentare Hili Tropper ha citato una lettera di Yarden Bibas, la cui famiglia è stata uccisa a Gaza. Prima della seduta, le famiglie hanno tenuto una conferenza stampa in cui Tali Biner, sopravvissuta al massacro del festival Nova, ha raccontato il trauma vissuto: “Ho sentito le mie amiche mentre venivano uccise, le donne violentate. Sono venuta qui per chiedere una commissione d’inchiesta: senza comprendere gli errori, il prossimo disastro è solo questione di tempo”.

Netanyahu ha negato di aver violato l’accordo di cessate il fuoco con Hamas: “Siamo ancora nell’accordo, non torneremo immediatamente in guerra”, ha assicurato. Ma si è detto d’accordo con l’inviato Usa Steve Witkoff sul fatto che le parti sono troppo distanti per passare a una seconda fase dell’intesa. “Hamas si è trincerato nella sua posizione di rifiuto dopo che Israele ha adottato lo schema Witkoff: abbiamo la possibilità di tornare a combattere a partire dal 42mo giorno dell’accordo se abbiamo l’impressione che i negoziati siano inutili”. Ancora: “Ci stiamo preparando per le prossime fasi della guerra della rinascita, su sette fronti e non ci fermeremo finché non avremo raggiunto tutti gli obiettivi della vittoria: il ritorno di tutti gli ostaggi, la distruzione della capacità militare di Hamas e la garanzia che Gaza non rappresenti più una minaccia per Israele”. Da ultimo, ha definito “coraggioso e innovativo” il progetto di Donald Trump per l’emigrazione da Gaza. “Lo sosteniamo pienamente”, ha detto, sostenendo che decine di migliaia di ricchi abitanti di Gaza siano riusciti ad andarsene. “È giunto il momento di dare agli altri residenti di Gaza la libertà di andarsene. È giunto il momento di dare loro la libertà di scegliere”.

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