Israele-Hamas, ecco il pacchetto di sanzioni proposte dall'Ue

  • Postato il 17 settembre 2025
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  • Di Agi.it
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Israele-Hamas, ecco il pacchetto di sanzioni proposte dall'Ue

AGI - La Commissione europea ha presentato il pacchetto di misure in cui propone la sospensione parziale delle disposizioni commerciali dell'Accordo di associazione Ue-Israele, nuove sanzioni contro Hamas, ministri israeliani di estrema destra e coloni violenti, e il congelamento di alcuni programmi di cooperazione bilaterale.

Sul piano commerciale la proposta - da approvare al Consiglio a maggioranza qualificata - colpisce le clausole che hanno creato la zona di libero scambio tra Ue e Israele. Non si tratta di un blocco degli scambi, ma della cancellazione dei benefici tariffari. Le merci israeliane torneranno alle tariffe Wto, con conseguente aumento dei dazi per i settori agricoli: frutta, verdura, frutta secca e datteri.

Bruxelles stima un impatto annuo di circa 227 milioni di euro

Circa il 63% dell'export israeliano entra già oggi a dazio zero, mentre il restante 37% - pari a 5,8 miliardi di euro nel 2024 su un totale di 15,9 miliardi - sarà soggetto a tariffe più alte. L'export europeo verso Israele, pari a 26,7 miliardi nel 2024, subirà anch'esso possibili ripercussioni, ma oltre il 70% dei beni già oggi entra a dazio zero. Per l'Ue si tratta di meno dello 0,8% del suo commercio globale, mentre per Israele l'Ue rappresenta il 32% del totale. Rimangono soggetti a zero dazi anche le armi e gli equipaggiamenti militari.

Parallelamente, l'Alta rappresentante dell'Ue per la Politica estera, Kaja Kallas, ha presentato un rafforzamento del regime sanzionatorio, riproponendo quanto aveva presentato il suo predecessore, Josep Borrell, nell'agosto 2024. Al Consiglio per il via libera serve l'unanimità. La proposta prevede l'inserimento nella lista nera dei ministri Itamar Ben-Gvir e Bezalel Smotrich, accusati di incitamento all'odio e di guidare la politica di espansione delle colonie. Per loro scatterà congelamento dei beni, divieto di fornire fondi e risorse e divieto di ingresso nell'Ue.

Bruxelles propone anche di sanzionare 10 membri del direttivo di Hamas, distribuiti tra Gaza, Cisgiordania e Paesi terzi, ritenuti responsabili delle decisioni operative sugli attacchi terroristici. Inoltre, una nuova lista prevede misure contro 3 coloni violenti e 6 organizzazioni a loro collegate.

Il terzo pilastro riguarda la cooperazione bilaterale: saranno sospesi circa 14 milioni di euro di fondi del periodo 2020-2024, compresi i programmi di "gemellaggio" con le amministrazioni israeliane, come i progetti su big data, statistiche e riforme energetiche, e le attività legate alla cooperazione regionale nel quadro degli Accordi di Abramo. Non sarà proposta la tranche 2025 da 6 milioni. Restano invece garantiti i fondi per la società civile israeliana e palestinese, per le iniziative di pace (5 milioni), per la lotta all'antisemitismo (20 milioni) e per il memoriale Yad Vashem.

Le misure non hanno una durata prefissata: resteranno in vigore finché la Commissione non proporrà al Consiglio di modificarle. Bruxelles sottolinea che non si tratta di una rottura con Israele ma di un segnale politico forte, in risposta a dichiarazioni e piani di annessione considerati contrari alla prospettiva dei due Stati. "Non sospendiamo il commercio, sospendiamo i privilegi", hanno ribadito i funzionari, lasciando aperta la possibilità di revocare le misure se ci saranno progressi concreti sul terreno, in particolare sul miglioramento della situazione umanitaria a Gaza e sul rilancio del processo di pace. 

Le misure colpiscono il 37% del commercio di Israele, armi escluse

La proposta della Commissione europea su Israele riguarda le clausole che hanno creato la zona di libero scambio. Non si tratta di un blocco degli scambi, ma della cancellazione dei benefici tariffari. Le merci israeliane torneranno alle tariffe Wto, con conseguente aumento dei dazi per i settori agricoli: frutta, verdura, frutta secca e datteri. Bruxelles stima un impatto annuo di circa 227 milioni di euro. Circa il 63% dell'export israeliano entra già oggi a dazio zero, mentre il restante 37% - pari a 5,8 miliardi di euro nel 2024 su un totale di 15,9 miliardi - sarà soggetto a tariffe più alte.

L'export europeo verso Israele, pari a 26,7 miliardi nel 2024, subira' anch'esso possibili ripercussioni, ma oltre il 70% dei beni già oggi entra a dazio zero. Per l'Ue si tratta di meno dello 0,8% del suo commercio globale, mentre per Israele l'Ue rappresenta il 32% del totale. Rimangono soggetti a zero dazi anche le armi e gli equipaggiamenti militari, perché fanno parte del 63% già regolato in ambito Wto. 

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Agi.it

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