Israele e la riconquista di Gaza: piano in cinque fasi per smantellare Hamas

  • Postato il 7 agosto 2025
  • Di Panorama
  • 2 Visualizzazioni

Secondo diverse fonti giornalistiche israeliane il governo di Gerusalemme è in procinto di approvare un piano progressivo per assumere il controllo di ampie porzioni della Striscia di Gaza nel corso di circa cinque mesi. Tale strategia potrebbe provocare lo sfollamento di circa un milione di civili palestinesi, nonostante le ripetute cautele espresse da numerosi alti gradi delle forze armate, i quali ritengono che ciò comporterebbe gravi rischi per la sicurezza degli ostaggi attualmente detenuti nelle zone interessate. Come scrive Times of Israel secondo le informazioni disponibili, l’obiettivo principale del piano è l’annientamento delle residue strutture militari di Hamas, accompagnato da una pressione crescente sul gruppo al fine di ottenere il rilascio dei 50 ostaggi ancora in mano alla fazione armata, venti dei quali risulterebbero ancora in vita. L’operazione dovrebbe avere inizio con l’occupazione di Gaza City e delle aree centrali della Striscia, costringendo circa metà della popolazione a spostarsi verso sud, nella cosiddetta area umanitaria di Mawasi. Benché alcuni membri dell’esecutivo si mostrino riluttanti, diversi report suggeriscono che il premier Benjamin Netanyahu riuscirà con ogni probabilità a raccogliere il consenso della maggioranza all’interno del gabinetto di sicurezza. La riunione decisiva è in programma questo pomeriggio alle ore 17:00 italiane. Martedì si è svolto un vertice ristretto della durata di tre ore, durante il quale il capo di stato maggiore delle IDF, generale Eyal Zamir, avrebbe presentato a Netanyahu un ventaglio di opzioni per proseguire le operazioni militari.

I dettagli del piano militare

Secondo Channel 12 News, il piano si focalizzerebbe inizialmente sulla conquista di Gaza City e sull’estensione dei centri preposti alla distribuzione degli aiuti umanitari. In questa prima fase, Israele dovrebbe lanciare un avviso ufficiale di evacuazione destinato agli abitanti di Gaza City — circa un milione di persone, ovvero metà della popolazione dell’intera Striscia — al fine di permettere la costruzione di infrastrutture civili nella parte centrale dell’area, inclusi ospedali da campo e strutture per sfollati. Questa fase dovrebbe protrarsi per alcune settimane. La seconda fase, secondo quanto riportato dal Times of Israel, prevedrebbe un’operazione militare su larga scala, che coinciderebbe con un discorso atteso del presidente statunitense Donald Trump, volto ad annunciare un incremento degli aiuti umanitari in collaborazione con Israele. Mercoledì, l’ambasciatore USA in Israele, Mike Huckabee, ha comunicato a Bloomberg News l’intenzione di portare da quattro a sedici i punti di distribuzione degli aiuti della Gaza Humanitarian Foundation, ente sostenuto da Stati Uniti e Israele. «Raddoppiare entro due mesi, se ci riusciamo. La chiave è il finanziamento», ha spiegato Huckabee, sottolineando che l’espansione sarebbe strettamente legata ai progressi delle IDF sul campo. Ha poi aggiunto: «Ci sono ancora incertezze sulle aree settentrionali, dipenderà dalla capacità dell’esercito di renderle sicure».

Secondo Channel 12, i fondi necessari ammonterebbero a circa un miliardo di dollari, provenienti sia dagli USA che da altri Stati alleati. L’obiettivo dichiarato sarebbe quello di garantire alla popolazione civile accesso diretto agli aiuti, eludendo il controllo di Hamas, mentre Israele rafforza il proprio dominio su Gaza City. Sia Ynet, Kan e Channel 13 riferiscono che l’intera campagna militare potrebbe protrarsi per un periodo compreso tra quattro e cinque mesi, con il coinvolgimento di almeno quattro o cinque divisioni dell’esercito. Secondo Kan, le operazioni si estenderanno anche ai campi profughi nella parte centrale della Striscia, finora scarsamente presidiati dalle forze israeliane. L’intenzione sarebbe quella di spingere la popolazione civile ancora più a sud, mentre le IDF condurranno operazioni mirate nelle zone dove si sospetta siano nascosti gli ostaggi, cercando di evitare vittime tra i prigionieri. Fonti anonime di sicurezza, citate sempre da Kan, riferiscono che Egitto e Qatar stanno tentando di convincere Israele, attraverso pressioni statunitensi, a non procedere con l’operazione, mentre sollecitano Hamas a tornare al tavolo dei negoziati. Un’ulteriore finalità del piano, secondo le medesime fonti, sarebbe quella di spingere i civili verso Mawasi, nella speranza di facilitare un processo di migrazione all’estero. Sempre secondo Kan, un funzionario israeliano avrebbe definito «quasi nulle» le probabilità che Hamas riprenda le trattative prima che il piano venga approvato. Channel 12 aggiunge che uno degli obiettivi strategici di Israele sarebbe quello di armonizzarsi con una proposta di accordo generale avanzata da Washington. Qualora tale proposta dovesse fare progressi concreti, Israele potrebbe sospendere temporaneamente l’offensiva, ma le probabilità che ciò avvenga restano basse.Entro la conclusione del Consiglio dei ministri, Netanyahu chiederà un mandato che gli consenta, insieme al ministro della Difesa Israel Katz, di adottare decisioni operative, inclusa l’attuazione graduale del piano. Un’alternativa attualmente in discussione consisterebbe nell’accerchiamento di Gaza City e dei campi centrali, accompagnato da un blocco degli aiuti e da raid selettivi, evitando l’occupazione totale, con l’obiettivo di logorare Hamas nel tempo. Netanyahu, tuttavia, avrebbe già respinto questa opzione.

Secondo Channel 13, all’incontro prenderà parte anche il leader del partito Shas, Aryeh Deri. Nonostante lui e il ministro degli Esteri Gideon Sa’ar siano contrari alla piena riconquista della Striscia, si prevede che Netanyahu disponga comunque della maggioranza necessaria per ottenere l’approvazione. Nel frattempo, Donald Trump ha dichiarato che la questione dell’eventuale occupazione totale di Gaza è una questione da affidare unicamente alle autorità israeliane, affermando che non intende interferire con le decisioni di Gerusalemme. Una fonte americana, citata da Axios, ha riferito che Washington non intende ostacolare l’iniziativa israeliana. Il recente video propagandistico diffuso da Hamas — che mostrerebbe l’ostaggio Evyatar David denutrito e costretto a scavarsi la fossa — avrebbe rafforzato in Trump l’idea di lasciare carta bianca a Israele. Tuttavia, la stessa fonte ha precisato che gli Stati Uniti non sostengono una possibile annessione territoriale da parte di Israele.

Numerosi alti ufficiali israeliani continuano tuttavia a lanciare l’allarme circa i rischi insiti nel piano. Channel 12 ha riferito che il generale Zamir avrebbe avvertito che un’occupazione della Striscia comporterebbe conseguenze catastrofiche per Israele, tra cui l’obbligo di amministrare due milioni di palestinesi, una guerriglia prolungata e gravi pericoli per gli ostaggi. Un altro dirigente della sicurezza, intervistato dalla stessa emittente, ha paragonato la situazione al «modello Vietnam», alludendo al rischio che Israele si trovi invischiato in una lunga guerra ad alto costo, con benefici militari ridotti, come accadde agli Stati Uniti negli anni ’60 e ’70. Secondo Kan, il timore è che l’operazione comporti pesanti perdite fra i militari israeliani. Le stime del Ministero della Difesa parlano di «decine» di soldati potenzialmente uccisi e numerosi feriti. Dall’inizio dell’offensiva di terra a Gaza e delle operazioni lungo il confine, le forze israeliane hanno già contato 459 caduti, inclusi due agenti di polizia e tre tecnici civili del ministero.In riferimento ai contrasti interni ai vertici militari, il generale Yaniv Asor, comandante del settore sud delle IDF, ha ammesso pubblicamente mercoledì che esistono «divergenze» tra i comandi. Durante una cerimonia in onore dei caduti della 401ª Brigata corazzata, Asor ha precisato che tali divergenze nascono da un confronto franco e professionale tra alti ufficiali, tutti mossi dalla volontà di tutelare la sicurezza nazionale. Secondo Yedioth Ahronoth, Asor avrebbe avuto un alterco con il capo dell’aeronautica Tomer Bar circa dieci giorni fa, criticando la decisione di quest’ultimo di annullare diversi attacchi aerei su Gaza.

Autore
Panorama

Potrebbero anche piacerti