Israele colpisce Teheran, l’Iran risponde: escalation e paura a Gerusalemme

  • Postato il 16 giugno 2025
  • Di Panorama
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Quattro civili sono morti in seguito all’impatto diretto di missili balistici iraniani lanciati sul centro di Israele. A comunicarlo è stato Eli Bin, direttore del Magen David Adom. A seguito dei lanci iraniani che hanno colpito Tel Aviv, Bnei Brak, Petah Tikva e l’area di Haifa, lo stesso Bin ha aggiornato il bilancio delle vittime, indicando almeno 90 feriti. Squadre dei vigili del fuoco e dei soccorsi hanno riferito che sono attive 16 unità in varie aree del distretto centrale di Dan. È stato inoltre allestito un centro operativo per rintracciare e trarre in salvo i civili rimasti sotto le macerie, segnalando gravi danni strutturali.

Alcune persone risultano intrappolate nei rifugi di diversi edifici residenziali nel cuore del Paese. In risposta all’attacco, Israele ha lanciato una nuova offensiva su Teheran, dove sono state registrate due forti esplosioni a nord della capitale. Secondo fonti non confermate, alti funzionari iraniani sarebbero stati eliminati in operazioni condotte con missili Spike israeliani nei quartieri di Lavizan e Narmak. Anche la base militare di Bidgoneh, situata a Malard, nei pressi di Teheran, sarebbe stata bersaglio di attacchi. Ulteriori deflagrazioni di ampia portata sono state riportate nell’area di Qom, in prossimità dell’impianto nucleare di Fordow. Forti detonazioni sono state udite nei pressi del sito nucleare iraniano di Fordow. Lo riferisce The Times of Israel, citando un aggiornamento pubblicato su X da Iran International. Secondo le valutazioni, tali esplosioni indicherebbero un possibile attacco israeliano contro la struttura per l’arricchimento dell’uranio, ritenuta un nodo centrale nel programma atomico di Teheran. Secondo quanto riportato anche da Ynet, sarebbero stati attivati i sistemi di difesa aerea nella zona di Qom, nelle vicinanze dell’impianto nucleare. Le Forze di Difesa israeliane hanno annunciato di aver condotto raid contro centri di comando della Forza Quds a Teheran, l’unità incaricata delle operazioni esterne del Corpo delle Guardie Rivoluzionarie Islamiche. «L’Aeronautica ha colpito postazioni di comando appartenenti alla Forza Quds dell’IRGC e alle forze armate iraniane, sulla base di informazioni fornite dalla Direzione dell’intelligence militare», si legge in una nota dell’esercito, che precisa come gli obiettivi fossero localizzati nella capitale dell’Iran.

L’Iran ha lanciato ieri circa 70 missili balistici accompagnati da uno sciame di droni, provocando almeno 14 morti e circa 200 feriti. Le vittime civili sono state registrate nelle città di Tamra e Bat Yam. Nonostante l’ampiezza dell’attacco, le Forze di Difesa israeliane (IDF) hanno precisato che l’azione condotta da Teheran si colloca al di sotto del cosiddetto «scenario di riferimento» previsto per un confronto diretto, che stimava conseguenze ben più gravi. La reazione di Israele non si è fatta attendere. L’Aeronautica militare (IAF) ha colpito l’aeroporto internazionale di Mashhad, nella parte occidentale della capitale iraniana, portando a quattro il numero complessivo di aeroporti iraniani presi di mira dall’inizio delle operazioni. In contemporanea, decine di jet hanno attaccato installazioni delle difese aeree e diverse sedi delle Guardie Rivoluzionarie a Teheran.

L’ondata di raid è seguita alla pubblicazione di un messaggio del ministro della Difesa israeliano Israel Katz, il quale ha avvertito via social: «Teheran subirà la stessa sorte di Beirut». Nelle ore successive, lo Stato maggiore israeliano ha confermato che i caccia dell’IAF hanno sorvolato la capitale iraniana colpendo infrastrutture strategiche legate al programma nucleare, sotto il coordinamento della Direzione dell’intelligence militare. I bombardamenti si sono svolti anche in pieno giorno, a testimonianza del crollo del sistema di difesa aerea iraniano su Teheran.Nel primo pomeriggio, le IDF hanno comunicato di aver distrutto un velivolo iraniano adibito al rifornimento in volo, presso l’aeroporto di Mashhad. Con i suoi 2.300 chilometri di distanza da Israele, si tratta finora dell’azione più a lungo raggio condotta dall’IAF nel contesto dell’attuale offensiva. Obiettivo dichiarato: ottenere il pieno controllo dello spazio aereo iraniano, in vista di operazioni future.

Nella sola giornata di domenica, secondo fonti militari israeliane, sono stati distrutti oltre 80 obiettivi, tra cui il quartier generale del Ministero della Difesa iraniano, la sede del programma nucleare SPND e altre strutture dove si presume siano custoditi elementi dell’archivio nucleare della Repubblica islamica.Particolarmente rilevante, se confermata, è l’operazione attribuita al Mossad. Secondo quanto riportato dall’agenzia di stampa ufficiale iraniana IRNA, diverse autobombe sono esplose nel centro di Teheran, alcune in zone densamente abitate. Due fonti citate da Reuters hanno riferito che tra i 14 scienziati nucleari uccisi nei recenti attacchi israeliani, alcuni sarebbero rimasti vittima proprio di questi attentati.

Fonti governative iraniane riportano che il bilancio complessivo delle vittime dall’inizio degli attacchi israeliani, lo scorso venerdì, è salito a 200 morti e 650 feriti. Nel tardo pomeriggio di ieri, nuove esplosioni hanno scosso il quadrante nord-occidentale della capitale iraniana. Secondo quanto riferito dal portale Khabar Online, uno degli obiettivi colpiti è stato il Niroo Research Institute, un centro di ricerca avanzata legato al Ministero dell’Energia e impegnato nello sviluppo di tecnologie nel settore energetico. Ulteriori fonti locali hanno confermato la morte di quattro membri delle Guardie Rivoluzionarie in un attacco diretto contro la base militare di al-Mahdi, nei pressi di Urmia. Quasi contemporaneamente, un altro bombardamento ha colpito la sede del Ministero dell’Intelligence e della Sicurezza nazionale, nel centro di Teheran. A chiudere la giornata, un annuncio esplosivo: durante un’intervista rilasciata a Fox News, il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha confermato che Israele ha «eliminato» il capo dell’intelligence delle Guardie Rivoluzionarie e il suo vice, nel corso di un’operazione condotta nella capitale iraniana. La notizia è stata rilanciata dal sito israeliano Ynet. Secondo quanto anticipato da Iran International, i due ufficiali — Mohammad Kazemi e Hassan Mohaqeq sono rimasti «sotto le macerie» dell’edificio colpito, che ospitava la loro centrale operativa a Teheran.

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Panorama

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