Israele attacca l’Iran. Bombe su siti nucleari e militari. Cosa succede adesso
- Postato il 13 giugno 2025
- Di Panorama
- 1 Visualizzazioni


Questa notte l’aviazione israeliana ha condotto due distinte ondate di raid che hanno colpito sei obiettivi situati in cinque tra le principali città dell’Iran e la leadership militare di Teheran. Lo riferiscono i media ufficiali di Teheran, che hanno diffuso una mappa dei siti bersagliati. Secondo le fonti iraniane, i caccia dello Stato ebraico hanno preso di mira l’impianto nucleare di Natanz, a sud della capitale, oltre a diverse installazioni militari nei pressi di Teheran. Oltre alla capitale, tra le aree colpite figurano Tabriz, nel nord-ovest del Paese, nota per le sue raffinerie strategiche, le città di Esfahan e Arak, situate più a sud, e infine Kermanshah, localizzata a ovest della capitale.
Stando a fonti informate e ai media iraniani, il generale Hossein Salami, a capo delle Guardie della Rivoluzione Islamica, ha perso la vita durante i raid israeliani. Figura di spicco del regime e fiero oppositore di Israele e degli Stati Uniti, Salami aveva minacciato, lo scorso marzo, una risposta immediata e distruttiva a qualsiasi attacco contro la Repubblica Islamica: «Se dovesse emergere una minaccia concreta – aveva dichiarato – la nostra reazione sarà dura, travolgente e letale». L’agenzia di stampa semi-ufficiale iraniana Fars News Agency riporta che anche il generale di brigata Mohammad Bagheri, capo delle forze armate iraniane, sarebbe stato ucciso in un attacco israeliano. Anche Ali Shamkhani, stretto consigliere della Guida Suprema Ali Khamenei, sarebbe stato ucciso in un attacco israeliano.
L’esercito israeliano ha bombardato almeno sei installazioni militari nei dintorni della capitale iraniana, inclusa la struttura di Parchin, legata allo sviluppo missilistico e già in passato sospettata di attività nucleari clandestine, riferisce ancora il New York Times. Tra le vittime figurano lo scienziato Mohammad-Mehdi Tehranchi e l’ex presidente dell’Organizzazione per l’Energia Atomica, Fereidoun Abbasi. Le autorità iraniane hanno però smentito ogni rischio di contaminazione radioattiva. Secondo quanto riferito dal New York Times, tra gli obiettivi colpiti a Teheran vi sarebbero residenze di alti ufficiali delle forze armate. Un rappresentante del ministero della Difesa israeliano, citato dal giornalista di Axios Barak Ravid, ha indicato che nel mirino sono finiti anche i vertici dello Stato Maggiore iraniano, incluso il suo comandante, insieme a scienziati coinvolti nel programma nucleare.
In parallelo agli attacchi condotti dall’aviazione, anche il Mossad avrebbe portato a termine operazioni di sabotaggio all’interno del territorio iraniano, stando a quanto riportato da Axios. Secondo quanto riferito da fonti ufficiali, la prima ondata di attacchi aerei è terminata prima dell’alba di venerdì. Le emittenti iraniane hanno mostrato immagini di esplosioni e colonne di fumo che si alzavano su Teheran. Questa escalation arriva a ridosso dell’incontro previsto tra l’inviato speciale degli Stati Uniti, Steve Witkoff, e rappresentanti iraniani per una nuova sessione di negoziati sul nucleare. Washington insiste da tempo affinché Teheran rinunci all’arricchimento dell’uranio necessario per fabbricare un ordigno atomico. L’Iran, dal canto suo, ha respinto ogni condizione, determinando un’impasse nei colloqui.
Teheran attribuisce agli Stati Uniti la responsabilità diretta dell’operazione israeliana, sostenendo che simili attacchi non sarebbero stati possibili senza un’esplicita «autorizzazione e coordinamento» da parte di Washington. Il segretario di Stato Marco Rubio ha invece negato qualsiasi coinvolgimento americano, mettendo in guardia Teheran dal colpire interessi o personale statunitense. Il primo ministro israeliano Benyamin Netanyahu ha rivendicato l’azione militare, affermando che Israele ha centrato «il cuore del programma nucleare iraniano e i suoi tentativi di costruire un’arma atomica». Netanyahu ha precisato che i raid hanno colpito l’impianto principale di arricchimento a Natanz, i principali scienziati nucleari e i centri nevralgici del programma missilistico iraniano: «Abbiamo appena concluso un’azione iniziale di grande successo e, con l’aiuto di Dio, raccoglieremo risultati significativi. Proseguiremo per giorni, finché sarà necessario», ha dichiarato. La risposta iraniana, attraverso l’agenzia Irna, non si è fatta attendere. «Il regime sionista ha scelto da solo un destino amaro e doloroso», ha avvertito la Guida Suprema Ali Khamenei, promettendo che Israele «pagherà un prezzo elevato». L’esercito israeliano, in una nota, ha accusato Teheran di portare avanti in modo occulto un programma finalizzato al «progresso tecnologico in tutti gli aspetti dello sviluppo di un’arma nucleare», all’indomani dei raid contro i siti nucleari iraniani.
«Negli ultimi mesi – si legge in un comunicato delle Forze di difesa israeliane (IDF) – le informazioni di intelligence raccolte hanno indicato che il regime iraniano si sta pericolosamente avvicinando al punto di non ritorno». Secondo l’IDF, l’Iran ha combinato la produzione di migliaia di chilogrammi di uranio arricchito con la realizzazione di impianti sotterranei blindati e decentralizzati, così da poter ottenere materiale fissile a uso militare in tempi estremamente rapidi.«In parallelo, importanti scienziati nucleari iraniani sarebbero impegnati nello sviluppo clandestino di tutti i componenti necessari per la costruzione di un ordigno atomico», prosegue la nota. Secondo l’esercito israeliano, negli ultimi mesi questo programma avrebbe subito una decisa accelerazione, riducendo drasticamente i tempi necessari per dotare l’Iran di capacità nucleari operative.«È una prova inequivocabile delle reali intenzioni del regime: assicurarsi un’arma nucleare», afferma l’IDF. «Lo Stato di Israele non aveva alternative. Le forze armate hanno il dovere di proteggere i cittadini israeliani e continueranno a farlo», conclude il comunicato.
Il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, è intervenuto giovedì sera ai microfoni di Fox News, durante un’intervista con Bret Baier, commentando per la prima volta l’offensiva israeliana in Iran, denominata «Operazione Rising Lion». Trump ha confermato di essere stato informato in anticipo dell’azione militare condotta da Israele, precisando che non vi sono stati elementi inattesi. Ha inoltre tenuto a chiarire che gli Stati Uniti non hanno partecipato direttamente all’operazione dal punto di vista militare. Nel corso dell’intervista, il Presidente ha ribadito la necessità di mantenere aperto un canale diplomatico con Teheran: «L’Iran non può disporre di un’arma nucleare e speriamo di poter tornare a negoziare. Vedremo. Alcune delle persone attualmente al potere non faranno ritorno al tavolo», ha affermato. Alla domanda su un’eventuale risposta iraniana, Trump ha risposto con fermezza: «Difenderemo Israele, se sarà necessario». Poche ore prima degli attacchi, l’erede al trono dell’Arabia Saudita, Mohammed bin Salman, intervistato nel programma della CBS “60 Minutes”, ha affermato: «L’Ayatollah vuole creare un progetto in Medio Oriente come quello di Hitler. Molti Paesi non si resero conto di quanto fosse pericoloso Hitler finché non fu troppo tardi. L’Arabia Saudita non vuole le bombe nucleari. Ma se l’Iran sviluppasse una bomba nucleare, noi faremmo lo stesso». Infine mentre scriviamo, L’IDF ha confermato che l’Iran ha lanciato circa 100 droni verso Israele. Tempo stimato di arrivo: 7 ore. L’esercito sta lavorando per intercettarli.