Israele, arrestata l’ex capo della procura militare: è accusata di fughe di notizie

  • Postato il 3 novembre 2025
  • Di Panorama
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La polizia israeliana ha posto in stato di fermo l’ex Avvocato Generale Militare, il maggiore generale Yifat Tomer-Yerushalmi, insieme all’ex Procuratore Capo Militare. I due sono al centro di una delicata inchiesta condotta da un’unità speciale della polizia per presunti reati di ostruzione alla giustizia, abuso di fiducia e fuga di informazioni riservate. L’indagine, che da giorni monopolizza l’attenzione dei media israeliani, minaccia di aprire una crisi istituzionale ai vertici dell’apparato giudiziario delle Forze di Difesa israeliane (IDF). In una nota ufficiale, il portavoce della polizia ha confermato che «nell’ambito delle indagini in corso, è stata recentemente disposta la custodia di due figure di rilievo coinvolte nel caso». Lo stesso comunicato aggiunge che «a seconda dell’evoluzione delle verifiche, gli arrestati saranno presentati domani davanti al tribunale di Tel Aviv per un’udienza di convalida della misura cautelare». La decisione arriva dopo settimane di tensione interna tra vertici militari e magistratura militare, in un contesto segnato da un crescente dibattito pubblico sulla gestione delle informazioni sensibili riguardanti la guerra a Gaza.

Domenica sera, la polizia aveva comunicato che Tomer-Yerushalmi era stata ritrovata in buone condizioni, dopo che per ore se ne erano perse le tracce. Il marito, allertato da un messaggio della donna, ha immediatamente contattato le autorità, mettendo fine a un giallo che aveva alimentato ipotesi di gesto estremo. Tuttavia, gli inquirenti non hanno ancora rinvenuto il suo telefono cellulare, ritenuto spento e probabilmente cruciale per ricostruire la catena dei contatti che avrebbe portato alla divulgazione di documenti riservati. Secondo fonti interne, all’ex Avvocato Generale vengono contestate anche dichiarazioni mendaci rese sotto giuramento e la diffusione non autorizzata di materiale classificato, in particolare un filmato proveniente dalla base di Sde Teman, nel sud di Israele. Il video mostrerebbe alcuni soldati impegnati ad aggredire un presunto miliziano di Hamas. La pubblicazione delle immagini ha provocato un terremoto politico e mediatico, costringendo le autorità a intervenire per verificare se la fuga di notizie fosse stata deliberata o frutto di una falla interna.

Le ipotesi investigative puntano a una rete di comunicazioni riservate che avrebbe coinvolto personale militare e civili in possesso di documenti sensibili, in un contesto di profonda frizione tra esercito, intelligence e governo. Diversi osservatori sostengono che il caso Tomer-Yerushalmi rappresenti solo la punta dell’iceberg di una battaglia interna per il controllo delle informazioni sull’operazione israeliana a Gaza. Allo stesso tempo, fonti di sicurezza hanno riferito che il governo starebbe valutando un piano per il trasferimento di circa 200 prigionieri di Hamas catturati nella zona di Rafah, nel sud della Striscia, verso aree controllate dallo stesso movimento islamista, a condizione che depongano le armi. L’iniziativa, secondo Channel 12, risponderebbe anche a ragioni operative, come la riduzione dei rischi per i soldati israeliani impegnati nell’area e la necessità di consentire ricerche più approfondite sui corpi degli ostaggi ancora dispersi.

Le IDF ritengono che numerosi miliziani siano ancora nascosti in tunnel sotterranei nella zona meridionale, alcuni dei quali ritenuti responsabili della morte di almeno tre soldati dall’inizio del cessate il fuoco. L’ipotesi di un trasferimento ha però scatenato una tempesta politica a Gerusalemme. Il ministro delle Finanze Bezalel Smotrich, membro del Gabinetto di Sicurezza, ha definito la proposta «una follia assoluta», esortando il premier a fermarla immediatamente. Il ministro della Sicurezza Nazionale Itamar Ben Gvir ha rincarato la dose: «Bisogna eliminarli o detenerli, non liberarli in circostanze assurde», ha detto, accusando il governo di «cedere al ricatto di Hamas». Secondo fonti diplomatiche, la tempistica dell’annuncio del movimento islamista non sarebbe casuale: Hamas starebbe cercando di esercitare pressione su Israele, offrendo la restituzione delle salme di soldati in cambio del via libera al trasferimento dei prigionieri. Finora né il governo israeliano né un portavoce delle IDF hanno rilasciato commenti ufficiali.

Intanto, le Forze di Difesa israeliane hanno denunciato l’ennesima violazione da parte di Hamas, accusato di utilizzare siti civili e religiosi come basi militari. L’IDF ha reso noto di aver scoperto un lanciamissili nascosto sotto il cimitero del Commonwealth nel quartiere di Daraj Tuffah, a Gaza City, dopo la distruzione di un tunnel di rifornimento che passava sotto il sito. L’area è gestita dalla Commonwealth War Graves Commission e ospita oltre 3.400 tombe di soldati caduti nelle due guerre mondiali. La notizia, rilanciata anche dal Daily Mail, ha suscitato sdegno in Gran Bretagna. Un ex ufficiale israeliano ha commentato che «Hamas ha trasformato ogni centimetro di Gaza in una roccaforte, dagli ospedali ai cimiteri». Anche il maggiore britannico Wayne Owers, veterano dell’esercito, ha dichiarato di essere «disgustato dall’uso di un luogo sacro per scopi militari». Le IDF, da parte loro, hanno ribadito di non colpire deliberatamente i cimiteri, ma hanno accusato Hamas di usare sistematicamente la popolazione civile e i luoghi sacri come scudi per la propria attività militare. «Quando Israele evita di intervenire, Hamas sopravvive; quando reagisce, viene accusato di profanazione», ha spiegato un ufficiale di riserva. La vicenda Tomer-Yerushalmi, intrecciata con le tensioni interne e le operazioni in corso a Gaza, rappresenta oggi uno dei nodi più delicati per il governo israeliano, impegnato a mantenere equilibrio tra la necessità di trasparenza e la tutela della sicurezza nazionale. Gli sviluppi delle prossime settimane chiariranno se l’ex procuratrice militare sia un capro espiatorio di una guerra intestina o il simbolo di un sistema che ha perso il controllo delle proprie informazioni riservate.

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Panorama

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