Israele, anatomia di un attacco. Bombe dal cielo su Tehran e siti nucleari, il Mossad decapita elite militare iraniana
- Postato il 13 giugno 2025
- Politica
- Di Blitz
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Nella notte, Israele ha aperto un nuovo fronte di guerra: sfidando il monito di Donald Trump e sabotando di fatto i suoi negoziati con Teheran sul nucleare, Israele ha lanciato nella notte una serie di attacchi “preventivi” in Iran contro impianti nucleari e militari, fabbriche di missili balistici e alti ufficiali. Nome in codice: Rising Lion operation.
Più di 200 jet da combattimento
L’esercito israeliano (Idf) ha reso noto su Telegram che nell’attacco lanciato la notte scorsa contro l’Iran sono stati utilizzati “più di 200 jet da combattimento dell’aeronautica militare israeliana, guidati da precise informazioni della Direzione generale dell’intelligence”.

“In un’operazione mirata, durante la notte, sono stati attaccati più di 100 obiettivi in tutto l’Iran. I leader del programma nucleare sono stati colpiti e alti dirigenti e comandanti sono stati eliminati. Monitoriamo gli sviluppi in Iran da anni”. Lo ha dichiarato il portavoce dell’Idf.
Il Mossad – riferisce Axios – ha condotto azioni di sabotaggio, probabilmente con l’appoggio di una “quinta colonna” che ha già dimostrato la sua efficacia in passato.
Almeno sei scienziati nucleari iraniani sono stati uccisi. La televisione di stato iraniana ha riferito che Hossein Salami, il capo del corpo d’élite delle Guardie Rivoluzionarie, è stato ucciso così come il capo di stato maggiore dell’esercito Mohamamd Bagheri. Secondo l’emittente dello stato islamico, diversi bambini sono stati uccisi in un attacco su un’area residenziale della capitale.
Rising Lion Operation
Gravemente ferito Ali Shamkhani, consigliere politico del leader Ali Khamenei. Operazione mirata e chirurgica: non si registrano danni agli impianti di raffinazione e ai depositi petroliferi. E comunque, il prezzo del petrolio è immediatamente schizzato in alto questa mattina sui mercati delle materie prime.
La decisione è stata presa dal premier israeliano Benjamin Netanyahu lunedì scorso, quando ha chiamato il presidente americano informandolo della sua intenzione e inducendolo ad evacuare il personale americano in Medio Oriente per il timore di ritorsioni iraniane.
L’amministrazione Usa: “Noi non coinvolti”
L’amministrazione Trump si sfila dalla responsabilità dell’attacco, in qualche modo ha dovuto accettare il fatto compiuto. “Non siamo coinvolti in attacchi contro l’Iran e la nostra massima priorità è proteggere le forze americane nella regione. Israele ci ha comunicato di ritenere che questa azione fosse necessaria per la sua autodifesa. Il presidente Trump e l’amministrazione hanno adottato tutte le misure necessarie per proteggere le nostre forze e rimanere in stretto contatto con i nostri partner regionali. Voglio essere chiaro: l’Iran non dovrà prendere di mira interessi o personale statunitense”.
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