ISEE 2026, cambia tutto: fuori la prima casa dal calcolo e nuove soglie di reddito (più alte)
- Postato il 15 ottobre 2025
- Di Panorama
- 1 Visualizzazioni


ISEE, si cambia. Le linee guida della Legge di Bilancio 2026, illustrate in Consiglio dei Ministri, prevedono una modifica del calcolo dell’Isee, l’indicatore della situazione economica equivalente che regola l’accesso alla maggior parte dei bonus e delle agevolazioni per le famiglie italiane. L’obiettivo è ridisegnare il confine tra reddito e patrimonio, alleggerendo il peso della casa di proprietà sul calcolo della ricchezza familiare, per rendere l’indicatore più vicino al reddito effettivo. Una modifica che, se confermata, potrebbe allargare la platea dei beneficiari di sussidi e prestazioni sociali, ma che apre anche a una serie di interrogativi sui suoi effetti redistributivi e sull’impatto sui conti pubblici.
Come cambierà l’Isee con la Manovra 2026
La principale novità della riforma dell’ISEE riguarda l’esclusione della prima casa dal calcolo, fino a un valore catastale di 100mila euro (pari a un valore di mercato di circa 300-400mila euro). In pratica, per le famiglie proprietarie dell’abitazione principale, il patrimonio immobiliare fino a questa soglia non concorrerà più alla determinazione dell’indicatore.
Oggi il valore dell’immobile incide significativamente sull’ISEE, spesso penalizzando nuclei con redditi bassi ma proprietari della casa in cui vivono, magari frutto di un’eredità o di risparmi di una vita. Secondo la nota diffusa dal ministero dell’Economia, la misura sarà sostenuta da uno stanziamento di 500 milioni di euro l’anno, con un intervento “sul valore della casa e sulle scale di equivalenza”, per favorire l’accesso a “prestazioni agevolate per le famiglie a medio e basso reddito”. Resta ancora da definire se il valore di riferimento sarà la rendita catastale o una valutazione più aggiornata, e se il tetto verrà mantenuto fisso o indicizzato nel tempo, alla luce di una possibile revisione del catasto.
Il governo sta valutando anche l’introduzione di nuove soglie di reddito, per evitare che famiglie con redditi elevati possano beneficiare dell’alleggerimento. In altre parole, chi supera determinati limiti di reddito non potrebbe comunque sottrarre l’abitazione principale dal calcolo ISEE, anche se questa rientra sotto la soglia catastale fissata.
La riforma segue la logica che ha portato l’anno scorso a escludere dal calcolo per l’ISEE anche i titoli di Stato e buoni fruttiferi postali, fino a 50mila euro per nucleo familiare.
Gli effetti della possibile riforma dell’ISEE sulle famiglie e sui bonus
In un Paese dove quasi tre famiglie su quattro sono proprietarie della propria abitazione, l’esclusione della prima casa potrebbe ridurre l’ISEE per milioni di nuclei.
Questo comporterebbe un accesso più facile a una serie di prestazioni oggi vincolate a soglie stringenti: dall’Assegno unico per i figli al bonus asilo nido, dai sostegni per le bollette di luce e gas ai contributi sull’affitto, fino ai più recenti bonus sport ed elettrodomestici, che prevedono scaglioni crescenti in base all’indicatore economico.
Per molte famiglie, la revisione si tradurrebbe in un ISEE più basso e dunque in importi più alti di assegni o sussidi. È il caso, ad esempio, dei genitori con figli a carico che, vedendo calare il proprio l’indicatore, potrebbero ottenere un Assegno unico più consistente.
Ma ci sono rischi. Senza correttivi adeguati, l’esclusione della prima casa potrebbe finire per favorire anche chi dispone di redditi elevati, ma vive in immobili dal valore catastale non elevatissimo. Per questo il governo sta lavorando su meccanismi di equilibrio, come soglie di reddito e scale di equivalenza aggiornate, per calibrare meglio i benefici.