Iren, Piciocchi sulle critiche alla ‘scalata’ di Torino come primo azionista: “Non è una gara, Pd fa come all’asilo”
- Postato il 6 marzo 2025
- Copertina
- Di Genova24
- 1 Visualizzazioni


Genova. “Bisognerebbe dire al Pd di leggersi le regole del patto di sindacato, perché quello che ha fatto Torino chiaramente era nel pieno diritto di farlo, ma non cambia assolutamente nulla dal punto di vista delle regole della governance”.
Così il facente funzioni sindaco, e candidato alle comunali per il centrodestra, Pietro Piciocchi, commenta la notizia secondo cui la Città Metropoliotana di Torino sarebbe pronta a comprare nuove quote di Iren acquisendo azioni per 83 milioni di euro, diventando così prima azionista e scalzando Genova, che oggi detiene il 18,85% tramite la finanziaria Fsu.
“Noi oggi siamo primo azionista di Iren e nonostante questo c’è una governance perfettamente condivisa e paritetica – sottolinea Piciocchi, che ha voluto replicare alle critiche mosse dal Pd alla gestione Bucci – Quindi l’incremento d’azionariato naturalmente può rilevare su una maggiore distribuzione di utile. Sono contento per il Comune di Torino, che chiaramente ha contratto un debito per fare l’operazione, esattamente come noi abbiamo fatto nel 2018”.
Piciocchi ha quindi rilevato come “l’obiettivo di Torino sembri essere quello di diventare primo azionista”, ma “le regole statutarie e del patto di sindacato sono tali da rendere assolutamente irrilevante queste fluttuazioni di azionariato. Ieri eravamo noi, oggi sono loro e magari domani chissà, saremo di nuovo noi. Quindi non c’è nessuna indebolimento. Mi sembra che i fatti stiano dimostrando esattamente il contrario su un impegno che Iren sta mettendo nella città, e sarà sempre di più”.
Per il facente funzioni le parole del Pd, che tramite Davide Natale e Simone D’Angelo, segretario regionale e provinciale del Partito Democratico ha evidenziato come “Torino cresce, Genova perde. Ecco la differenza tra centrosinistra e centrodestra”, sono “veramente fuori luogo. Lo capisco politicamente in una logica, come dire, di speculazione, però francamente se poi si guarda dal punto di vista operativo, di sostanza e di poteri che oggi Genova esercita nella governance non accade assolutamente nulla”.
“Non dobbiamo fare la gara tra Genova, Torino e Reggio – ha proseguito Piciocchi – Guardiamo al risultato. Il risultato è quello che noi abbiamo conseguito nel 2018. Abbiamo rinforzato la governance pubblica, tra l’altro in un contesto anche più meritevole, perché allora Torino stava vendendo quel 3% di azioni e noi comprammo un 3% di azioni, quindi fu atto di responsabilità. Che il Pd ci metta in contrapposizione con Torino mi sembra da asilo”.