Ipnosi clinica: un potente alleato per la medicina

  • Postato il 24 novembre 2025
  • Di Panorama
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Dimenticatevi l’ipnosi da palcoscenico: quei personaggi che si    vedono in tv e sui social che inducono la gente a svenire o a dire cose che le ridicolizzano.

Perché prima di spiegare cos’è l’ipnosi, dobbiamo spiegare cosa non è. Il dottor Charlie Fantechi (@drfantechi), con un’esperienza trentennale nel settore è il punto di riferimento in Italia per l’ipnosi scientifica, praticata con il massimo equilibrio e rispetto del paziente.

Dottore in psicologia clinica e di comunità, specializzato in Ipnosi presso la Scuola Ericksoniana (riconosciuta dal Ministero dell’Università e della Ricerca), diversi libri all’attivo, tra cui due in uscita a brevissimo, un master  presso la SDA Bocconi Business School. Consulente di imprenditori e grandi sportivi, la sua filosofia vede l’ipnosi come uno strumento per donare un messaggio potenziante, una suggestione positiva.

Un approccio all’ipnosi, quello studiato con Milton Erickson, molto più rispettoso, che allinea la figura del terapeuta a quella del paziente, senza mai prevaricarlo.

Dottor Fantechi, iniziamo dallo spiegare COSA NON E’ l’ipnosi

“Credo che per l’ipnosi in Italia ci sia una difficoltà di fondo. Ciò che vediamo nei video o in tv ha un po’ distorto l’idea di uno strumento che è molto prezioso. È stato utilizzato negli anni da alcuni personaggi in un modo teatrale, per creare spettacolo, non utilizzando invece quella che è la sua vera potenzialità, che è di trasformazione delle persone, fornendo esperienze emozionali correttive e fortificanti. Quello che sto cercando di fare da un po’ di anni, è proprio cercare di trasmettere un altro tipo di esperienza dell’ipnosi.”

Come funziona l’ipnosi a livello fisiologico?

“Questo stato corrisponde a una variazione all’interno del nostro cervello, perché le onde rilevabili è come se rallentassero.

Nelle onde theta, che sono quelle dell’ipnosi, io posso acquisire degli apprendimenti profondi. Queste onde sono prevalenti in tutti noi nella fase dell’infanzia, dai cinque ai dieci anni, e questo è uno dei motivi per cui il cervello, in quel momento della vita, va ad acquisire qualcosa che non sono semplicemente delle informazioni, ma convinzioni di fondo, dei valori che si apprendono in famiglia o a scuola, e in qualche modo, quell’onda è una programmazione con la quale la mente acquisisce informazioni fondamentali.”

E una volta adulti?

“Una volta adulti, siamo addestrati a stare in fase di esecuzione, quindi il nostro cervello scarica con onde molto veloci per tutta la giornata. L’onda più lenta  non viene ricompensata, perché il lavoro ci premia se siamo performanti, se siamo svegli. Questo ci disabitua anche a quella parte di rallentamento che ci consente di fare nuovi apprendimenti. Quindi l’ipnosi cos’è? È come se fosse un esercizio a rimanere, a passare da quell’onda. Il compito dell’ipnotista, quando utilizza l’ipnosi nel modo corretto, è quello di mantenere la persona in equilibrio su quell’onda in quel passaggio specifico e inserire delle suggestioni che possono essere delle convinzioni potenzianti, come la trasformazione di un comportamento. Quello è uno stato in cui la persona non è pienamente consapevole di cosa arriva al suo sistema, ma mette in atto quelle che sono le conseguenze di questo inserimento della suggestione in una fase successiva.

Le sue pratiche di ipnosi riguardano anche l’aumento dell’autostima e la riduzione dell’ansia.

“Questi sono alcuni temi che vado a toccare specialmente negli ultimi anni con imprenditori e sportivi professionisti.”

Senza fare ovviamente nomi, ci racconta qualcosa di queste esperienze?

“Il problema spesso qual è? Che la persona, imprenditore, sportivo, ma vale per tutti, ha ricevuto il suo software mentale quando aveva sette-otto anni. Quel software mentale, cioè tutte quelle convinzioni che vanno dal banale non parlare con gli sconosciuti, alle più profonde convinzioni sull’amicizia rispetto che sui soldi, lo programmiamo in un’età diversa rispetto a quella attuale. È come se invece di agevolare, contrastasse in qualche modo. Vale per esempio per il bullismo subito. La fatica successiva che si fa a riprogrammare il software è enorme rispetto alla facilità con cui viene programmato quando noi siamo bambini. La difficoltà è superare quella programmazione iniziale, perché da qualche parte nella propria testa c’è sempre l’idea di avere un difetto, di essere a disagio, di essere sbagliato, ed è qualcosa che per quanto uno possa lavorarci da un punto di vista cognitivo, cercare di convincere se stesso, non basta mai, e se ti basta richiede un tempo smisurato rispetto a quanto ci ha messo questa cosa a installarsi nella tua testa.”

Per cui l’ipnosi che cosa fa?

“L’ipnosi è come se ripristinasse quelle onde cerebrali che io avevo da bambino o da ragazzo,  è come se facesse tornare indietro nel tempo e permettesse a quella persona di far vivere la sua infanzia, la sua adolescenza o alcuni passaggi importanti, modificandoli come se noi andassimo a rassicurarlo, modificando la visione della sua storia personale.”

Ma la persona ricorderà il suo vissuto nel modo corretto, ricorderà per esempio di essere stato bullizzato o di aver subito una violenza, oppure rimuove proprio un pezzo di vita?

“Anche su questo c’è varia letteratura. Milton Erickson, per la prima volta forse nella storia dell’ipnosi, è intervenuto sulle  difficoltà di depressione di una ragazza, andando a seminarne la memoria di suggestioni positive, facendo sì che la ragazza non ricordasse di aver vissuto determinate esperienze traumatiche, eliminando così la depressione.”

Questo potrebbe aiutare persone che hanno subito dei traumi davvero importanti, come delle violenze

“Questa esperienza è un po’ al limite perché la persona non ne era  consapevole fino in fondo, e giustamente può far storcere il naso. Non è l’ipnosi che pratico io.

Ma se si pensa a quello che può essere fatto con una parte di consapevolezza, dove la persona mantiene la propria coerenza narrativa rispetto al suo vissuto, ma la svuota dalle emozioni negative legate all’evento violento, può essere un validissimo contributo al rafforzamento personale e all’elaborazione di un trauma. Si svuota l’evento violento della tensione emotiva, dall’angoscia e a volte dai sensi di colpa, per far vivere in equilibrio la persona nella sua vita quotidiana. Si eliminano quegli imprinting negativi a cui il nostro inconscio ancora da carburante. L’ipnosi e l’autoipnosi permettono di riaccedere allo stato theta e aggiornare finalmente quel software.

E se parliamo di sportivi, li si fa performare meglio.”

Suggerisce anche l’autoipnosi e tiene dei corsi a riguardo

“Io consiglio di dedicare un po’ di tempo per capire cosa questo strumento potrebbe fare nella vita delle persone. Nei casi in cui si è in presenza di una situazione grave o pericolosa, assolutamente ricorrere a dei professionisti è d’obbligo. Ma quando siamo davanti a situazioni che possiamo definire più leggere, come un potenziamento personale, per ridurre l’ansia in certi contesti o ridimensionare alcune paure, per stare meglio e risolvere alcune questioni quotidiane come il sonno per esempio, la persona che apprende le basi, è in grado di applicare da subito una trasformazione. Questi corsi, e comunque l’autoipnosi in generale, aiutano a esplorare il nostro mondo interiore creando un approccio più sano e funzionale alle sfide quotidiane”.

Riassumendo, non ci sono contro indicazioni all’ipnosi?

“L’unica controindicazione… è l’ipnotista, nel caso non fosse un bravo professionista! Non c’è di per sé una controindicazione, l’importante è farlo con una persona che effettivamente voglia una tua positiva trasformazione, e abbia le più solide competenze  per accompagnarti in un percorso di rafforzamento.”

Autore
Panorama

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