Invalsi 2025, peggiorano i risultati e crescono gli studenti che vanno alle superiori senza competenze adeguate
- Postato il 9 luglio 2025
- Scuola
- Di Il Fatto Quotidiano
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Secondo l’Invalsi, l’Istituto nazionale per la valutazione del sistema educativo di istruzione e di formazione, nell’ultimo anno è cresciuta “la complessità della popolazione scolastica”. I risultati dei test 2025 restano stabili o in alcuni casi persino peggiorano rispetto agli anni precedenti: alla primaria in italiano rispetto al 2019 si conferma un calo nei risultati medi di circa il 2-3% e in matematica di circa il 4-5%. E aumenta il divario tra Nord e Sud: a fronte di circa un 62% di allievi che mostrano competenze almeno adeguate nel Centro-Nord, nel Mezzogiorno meno della metà di coloro che acquisiscono la licenza media accede alla scuola secondaria di secondo grado con competenze adeguate.
Questa la chiave di lettura dell’Invalsi che oggi pomeriggio ha presentato il suo annuale rapporto alla Camera dei Deputati alla presenza del ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara. Il presidente Roberto Ricci la spiega così: “Il contesto italiano sta affrontando un cambiamento strutturale della popolazione scolastica, frutto delle trasformazioni demografiche e culturali in corso nella società”, ma “questo cambiamento – ammette lo stesso Ricci – ha un impatto diretto sia sulla composizione della popolazione studentesca, sempre più eterogenea, sia sugli esiti medi delle prove in particolare nei gradi scolastici iniziali”. Tradotto: sempre meno giovani lasciano la scuola ma la qualità del nostro sistema d’istruzione non migliora. Invalsi parla di un “effetto chiaramente visibile già a sette-otto anni, dove la presenza di alunni con provenienze molto diverse conseguono risultati molto eterogenei tra di loro”.
Inoltre, a fronte di una sostanziale tenuta degli esiti degli allievi più fragili, emerge un calo delle eccellenze. All’ultimo anno della secondaria di secondo grado, per la prima volta dal 2019, gli studenti “accademicamente eccellenti” calano (nel 2014 erano il 15,1% ora sono il 12,3%) e all’ultimo anno delle superiori per entrambe le prove di inglese si regista una battuta di arresto rispetto al 2024.
Il paziente scuola sta sempre peggio ma il medico sembra che abbia individuato la causa nella difficoltà degli insegnanti a reggere un sistema dove si deve fare lezione a studenti con contesti sociali e di provenienza diversi. L’unico dato positivo è l’andamento della dispersione scolastica che ha avuto e sta avendo una evoluzione positiva: è stato raggiunto il traguardo Pnrr del 2026 (10,2%) e si stima che anche quello Ue 2030 (9%) sia alla portata del Paese.
La fotografia, tuttavia, del nostro sistema d’istruzione resta a tinte fosche e a macchia di leopardo. Vediamo i numeri grado per grado.
Alla primaria, i risultati del 2025 sono stabili rispetto al 2023 e al 2024, ma l’Invalsi “evidenzia la necessità di concentrare maggiori sforzi sulla comprensione del testo scritto”. In matematica, invece, rimangono sempre al di sotto di quelli precedenti alla pandemia. Da segnalare che i risultati d’inglese sono leggermente più bassi o stabili rispetto al 2024.
Alle medie le percentuali di italiano e matematica sono sostanzialmente stabili (italiano, 59% meno un punto percentuale rispetto al 2024; matematica, 56% invariato rispetto al 2021,2022,2023 e al 2024). Gli esiti di inglese, tuttavia, sono in netto miglioramento: dall’inizio della rilevazione (2018) + 9 punti percentuali per il reading e +16 punti percentuali in listening.
E’ qui che i divari territoriali rimangono molto ampi: nelle macro-aree del Mezzogiorno si riscontra un maggior numero di studenti con livelli di risultato molto bassi.
Un dato che si conferma alle superiori dove le differenze tra l’Italia centro-settentrionale e quella meridionale rimangono consistenti anche se una nota positiva c’è: in quinta il divario massimo tra Nord e Sud scende dai 23 punti del 2023 ai 21punti del 2024 e 18 punti nel 2025 e in matematica si passa dai 31 punti del 2023 ai 27 punti del 2024 ai 23 punti del 2025, ancora molto ampio ma in miglioramento.
Particolarmente difficile la situazione di Sicilia, Campania, Calabria e Sardegna che si trovano in difficoltà lungo entrambe le dimensioni: bassi risultati medi e forte differenza di esiti tra gli allievi/le allieve.
Infine, la novità. Nel 2025, per la prima volta, sono state rilevate su base campionaria le competenze digitali degli studenti attraverso il framework europeo Digcomp. Alla sperimentazione hanno partecipato 498 scuole su 500 selezionate, rendendo la rilevazione altamente rappresentativa. “I risultati – cita il report – ottenuti sono stati positivi e in linea con le attese per studenti di 15 anni, mostrando una buona padronanza nell’utilizzo consapevole e sicuro delle tecnologie digitali in contesti di apprendimento, comunicazione e creazione di contenuti digitali”.
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