Interrompere i rapporti con Israele? La maggioranza in Liguria vota contro: “Meglio dialogare”
- Postato il 25 giugno 2025
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- Di Genova24
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Genova. Sulla guerra a Gaza la Liguria non segue l’esempio di Emilia-Romagna, Puglia e Toscana. Il consiglio regionale, grazie ai voti della maggioranza di centrodestra, ha respinto una mozione e due ordini del giorno della minoranza che avrebbero impegnato la giunta Bucci a sospendere ogni forma di cooperazione istituzionale, commerciale e militare con Israele o i soggetti direttamente riconducibili al suo governo.
Il primo atto, presentato dal consigliere del M5s Stefano Giordano, proponeva anche di esprimere una “condanna chiara e inequivocabile contro le azioni militari israeliane, il blocco degli degli aiuti umanitari destinati alla popolazione di Gaza e lo sfollamento forzato dei palestinesi in Cisgiordania”, a sollecitare la sospensione dell’accordo Ue-Israele, a interrompere “tutte le esportazioni di armi dall’Italia verso Israele“, ma anche a “sostenere azioni di protesta e iniziative di sensibilizzazione”.
Bocciati anche gli ordini del giorno di Gianni Pastorino (Lista Orlando), che avrebbe fatto salvi i rapporti “motivati da chiara volontà di cessazione del conflitto in atto e dal rispetto dei principi fondamentali del diritto internazionale”, e Selena Candia (Avs) che nell’impegnativa conteneva anche la richiesta di sospendere “i progetti di collaborazione scientifica e accademica tra le articolazioni della Regione Liguria e le istituzioni, enti, università e centri di ricerca dello Stato di Israele, fino al rispetto del diritto internazionale umanitario e dei diritti umani fondamentali, precisando che tale misura è rivolta esclusivamente alle istituzioni governative israeliane e non al popolo israeliano o alle comunità ebraiche liguri e nazionali”.
Matteo Campora e Giovanni Boitano, capigruppo di Vince Liguria-Noi Moderati e Orgoglio Liguria hanno spiegato il voto contrario: “Che non passi il messaggio che non abbiamo contezza della guerra, ma il nostro auspicio è che si continui a cercare il confronto attraverso il dialogo e non attraverso la violenza. Come affermava Isaac Asimov, la violenza è l’ultimo rifugio degli incapaci’ e quando manca la capacità di comprendersi, si ricorre alle armi. Ma chiudere le porte alla possibilità di dialogo non aiuta: mantenere vivo il canale della diplomazia può rappresentare un contributo concreto alla costruzione della pace. In un momento così delicato, è fondamentale non precludere alcuna via che possa portare al dialogo. La diplomazia e il dialogo sono lo strumento più efficace per affrontare questioni tanto complesse e dolorose. Chiudere i rapporti internazionali significa rinunciare alla possibilità di un percorso di pace“.
“Dialogare con chi sgancia bombe e lancia missili su civili inermi, uccidendo peraltro migliaia di bambini di ogni età? La posizione del centrodestra sulla mozione presentata oggi in Consiglio regionale è incomprensibile – contrattacca Giordano -. Non ci resta che suggerire alla maggioranza di valutare con più attenzione quanto sta accadendo a Gaza: c’è ancora una certa stampa libera che nonostante gli ostacoli racconta con dovizia di particolari quanto sta accadendo nella Striscia. Gli oltre 60mila morti innocenti gridano vendetta nell’indifferenza di certa politica: quando supereremo quota 100mila qualcuno tra le fila della destra regionale e nazionale sarà capace di alzare la voce o sarà ancora una volta pavida? Purtroppo, e lo sappiamo bene, non sarà il dialogo a fermare il genocidio in atto a Gaza. Magari fosse così. Le atrocità si fermeranno quando Netanyahu avrà compiuto il suo disegno criminale: sterminare un popolo. Un disegno contro il quale il nostro Governo non ha mai avviato un dialogo e mai ha preso posizione in nome dei diritti umanitari e del diritto sacrosanto di un popolo di sopravvivere”.
“Sono sempre stato contrario alla politica di Hamas, quello del 7 ottobre è stato un attacco vile che ha prodotto risultati sotto gli occhi di tutti, ma non può sfuggire che la reazione del governo israeliano è stata fuori da ogni logica – ha precisato Pastorino -. I miliziani non prendono i missili, i missili li prende la popolazione civile. Da tempo si denuncia una violazione dei diritti umani spaventosa. Neppure un gesto simbolico, neppure una presa di distanza per dire che la Liguria vede e chiede: fermate questo massacro. Nonostante la presenza di chi, anche tra i banchi della maggioranza, in aula ha ben compreso cosa sta succedendo a Gaza, ma non ha trovato il coraggio di giustificare l’assenza politica di Giorgia Meloni e del suo governo, i nostri atti sono stati comunque respinti. È la sconfitta della coscienza di questo Paese”.
Candia ha puntato il dito contro “la complicità del governo italiano: Meloni non ha espresso condanna ai crimini di Netanyahu e non lo ha fatto neanche il ministro Tajani. Anche noi condanniamo fermamente quanto successo il 7 ottobre, ma ciò che accade adesso è inaccettabile. Bisogna pronunciare parole dure per bloccarlo. Purtroppo la maggioranza in consiglio regionale è sfuggita alle proprie responsabilità, con un atteggiamento ipocrita e colpevole. Alla complicità del governo Meloni, che ha tradito la missione diplomatica dell’Italia, adesso si è aggiunta anche la complicità della giunta ligure”.