Inter, Sommer è diventato un problema: la differenza con le big sta tutta in porta
- Postato il 24 novembre 2025
- Fatto Football Club
- Di Il Fatto Quotidiano
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Se un indizio (la papera nel recupero contro la Juve sul tiro di Adzic) non fa una prova, e due (il tuffo al rallentatore su McTominay a Napoli) possono ancora essere una coincidenza, al terzo episodio contro il Milan i dubbi si fanno ragionevole certezza: Yann Sommer è diventato un problema per l’Inter. Il derby – quarta sconfitta in campionato, terza in un big match – ha confermato i limiti dei nerazzurri in quest’avvio di stagione, che assomigliano a quelli del passato ma in realtà sono ormai molto più individuali e specifici, al punto da potersi riassumere nella prestazione negativa di un singolo giocatore. Che però è il portiere ed è determinante.
L’Inter ha perso, come spesso le è accaduto di recente, alla stessa maniera: dominando l’avversario, creando tante chance senza concretizzarle e poi venendo punita alla prima, ieri addirittura l’unica occasione. Stavolta, però, Chivu l’aveva anche preparata bene: al cospetto di una vecchia volpe come Allegri, consapevoli di quali sarebbero stati i rischi in contropiede, i nerazzurri hanno giocato un match quasi perfetto, propositivo ma anche accorto, badando con grande disciplina a non scoprirsi. E infatti hanno sofferto pochissimo l’avversario. Non è bastato perché nell’unica ripartenza concessa, che non era nemmeno una vera occasione ma un tiro innocuo da fuori area, Sommer ha lasciato lì la palla per il tap-in decisivo di Pulisic. Mentre prima e dopo dall’altra parte, Maignan è stato strepitoso su Thuram, Lautaro e sul rigore di Calhanoglu. La proverbiale poca cattiveria dei nerazzurri rimane, ma si può dire senza timore di smentita che a portieri invertiti il derby sarebbe finito tanto a poco per l’Inter.
Una serata storta può capitare anche ai migliori, il problema è che non è la prima di Sommer. Quest’anno, quando l’Inter ha perso (Udinese, Juve, Napoli, Milan), lo ha fatto praticamente sempre per colpa del suo portiere (e nella lista potremmo metterci anche la vittoria sofferta di Verona, arrivata nel recupero dopo che le mani piegate di Sommer avevano regalato il momentaneo pareggio ai padroni di casa). I nerazzurri giocano con l’inquietante sensazione che ogni tiro subito possa essere gol, che poi è quello che si è verificato ieri. Un certo déjà-vu di quanto già successo con l’ultimo Handanovic.
Anche allora la società aveva atteso uno o forse anche due anni di troppo per l’avvicendamento, esponendo quello che è stato una bandiera nerazzurra ad una conclusione poco onorevole della carriera. Anche Sommer sembra ormai “arrivato”. È stato uno dei protagonisti della cavalcata in Champions (la parata in semifinale su Yamal resterà nella storia di questo sport), ma ad una certa età (compirà 37 anni a dicembre) il calo può essere repentino, e anche fisiologico. Tanto più che Sommer non è mai stato un grande portiere: dopo una carriera tra Basilea e Mönchengladbach, ha toccato il suo apice a 34 anni, come riserva di Neuer al Bayern, e poi è arrivato all’Inter come alternativa low-cost dopo la cessione di Onana, più per la sua esperienza e abilità con i piedi che fra i pali. Una soluzione che poteva andar bene finché era al top della forma: se perde anche l’esplosività con cui compensava un fisico non statuario – quella per dire che gli è mancata ieri sul tiro di Saelemaekers –, forse non è più adeguato a questi livelli.
Ovviamente però l’Inter è vittima soltanto di se stessa, perché si è andata lei a cacciare in questo guaio, ripetendo un errore già commesso in passato. Il mercato estivo insufficiente non ha saputo prevedere il problema. Così come l’investimento fatto due anni fa su Josep Martinez rimane inspiegabile. L’Inter non ha mai creduto davvero nello spagnolo, che per altro le poche volte in cui è stato impiegato ha sempre fatto bene. Quest’anno, quando si sarebbe dovuto spingere subito sull’alternanza, non l’ha fatto. E poi è arrivata la tragedia dell’incidente stradale in cui è deceduto un anziano: se Martinez fosse diventato prima il titolare nerazzurro, probabilmente sarebbe stato più semplice rimetterlo in campo. Adesso, dopo quanto successo, diventa davvero complicato sostituire Sommer.
Di fatto, l’Inter ora come ora non ha alternative che sperare in una ripresa dello svizzero. E questo può diventare davvero un fattore, guardando quanto stanno facendo gli altri: non è un caso forse che in testa ci sia la Roma di Svilar, in questo momento il portiere più forte del campionato, seguito dal Milan di Maignan, mentre i rigori parati da Milinkovic hanno regalato al Napoli 4 punti. L’Inter con Sommer ne ha persi diversi, tutti decisivi. I teorici ancora si dividono se gli scudetti si vincano con l’attacco o con la difesa. Ma non c’è dubbio che a volte si possano anche perdere in porta. L’Inter ne sa qualcosa.
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