Inter contro Milan, il derby di Milano in cinque duelli

  • Postato il 21 novembre 2025
  • Di Panorama
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Non vale lo scudetto e nemmeno la supremazia cittadina, che a Milano si traduce in trofei alzati e non in derby vinti. Con ancora 26 giornate da disputare il primo confronto stagionale tra Inter e Milan peserà il giusto sullo sviluppo della stagione. Max Allegri e Cristian Chivu hanno poco da perdere e molto da guadagnare nella notte di San Siro, la prima in cui i due club milanesi giocano nello stadio di proprietà: per l’interista sarebbe scomodo incassare la quarta sconfitta (terza nei confronti diretti), per il rossonero suonerebbe qualche piccolo campanello d’allarme. Tutto, però, ampiamente gestibile perché l’avvio di campionato sta portando problemi ben superiori altrove rispetto alle due di Milano.

Le premesse perché ci sia modo di divertirsi, insomma, ci sono tutte. Anche se le caratteristiche delle due squadre, almeno per quanto visto fin qui, lasciano immaginare una trama in cui ci sarà chi aggredisce (Inter) e chi riparte (Milan): la speranza è che non prevalga la prudenza e che chi deve aggredire lo faccia con convinzione e coraggio e chi riparte non rinunci mai a provare a fare male. Tradotto: che non ci si accontenti della classica via di mezzo per non rischiare pur di vincere.

Il derby numero 250 della storia milanese, allora, si può provare a immaginare in cinque duelli tra campo e panchina. Cinque storie che fanno da filo conduttore nella vigilia di un match che si giocherà al freddo (previste temperature… polari) e con l’allerta neve.

Primo duello: Chivu contro Allegri

Un quasi debuttante (24 panchine in Serie A) contro un decano che di gettoni in campionato ne ha oltre 500: la sfida tra Chivu e Allegri è racchiusa tutta in questi numeri che segnano la differenza tra due profili distantissimi. Si sono presentati con punti di partenza e obiettivi diversi ma in comune hanno che fin qui se la sono cavata bene.

Allegri sta facendo fruttare con grande pragmatismo le qualità di una rosa cui manca più di qualcosa e che nell’ultimo mese si è dovuta misurare anche con infortuni e assenze. La classifica è lusinghiera, considerato il punto di partenza, anche se manca la scommessa più importante che è trasformare Leao e Pulisic in due attaccanti centrali.

Chivu ha rimesso insieme i pezzi di uno spogliatoio uscito sgretolato dal finale della scorsa stagione. Non era scontato, soprattutto perché il mercato non ha consegnato quelle varianti tattiche che avrebbero facilitato la rottura con il passato e reso più rapida la transizione. Allegri è un grande allenatore, Chivu aspira a diventarlo: questo derby è per lui una sorta di biglietto da visita.

Secondo duello: Calhanoglu contro Modric

La qualità in mezzo al campo. Chi preferire? Impossibile sceglierne uno tenendo fuori l’altro, servirebbe realizzare due bacchette da direttore d’orchestra per farli lavorare insieme. Calhanoglu si è messo alle spalle l’estate dei dubbi e della rottura con compagni e ambiente, è entrato nella stagione con motivazioni moltiplicate, gioca e fa giocare e ha ritrovato il feeling con il gol.

Modric fa collezione di standing ovation, per lui l’età è un dettaglio ed è un pilastro del centrocampo costruito da Allegri. Poter distillare le energie con un solo impegno alla settimana gli consente di stare dentro una comfort zone fisica ideale per un quarantenne, ma attenzione a pensare che spicchi solo perché in Italia il livello qualitativo è inferiore che altrove.

Terzo duello: Barella contro Rabiot

Tatticamente è la sfida più intrigante del derby. Da venti giorni Rabiot lavora per questo match, una volta smaltito l’infortunio subito in ottobre con la nazionale: è facile immaginarlo come primo schermo per Calhanoglu e sfidante diretto di Barella per conquistare la supremazia del centrocampo. Buona parte dei destini della stracittadina passano da qui, perché entrambi hanno dimostrato nel tempo di essere il termometro più importante del rendimento dei rispettivi reparti.

In passato, in alcuni incroci con Rabiot in maglia bianconero, Barella ha dimostrato di soffrire la fisicità dell’avversario. E’ anche vero, però, che alcune delle pagine più belle della recente storia interista sono state griffare proprio dall’azzurro in duelli vinti con il francese.

Quarto duello: Leao e Pulisic contro la ThuLa

Sulla carta è un mismatch a favore della coppia interista, rodata e dominante nel campionato italiano. Nella realtà è una sfida affascinante perché costruire un meccanismo competitivo mettendo insieme le qualità di due esterni come Pulisic e Leao, adattandoli a un nuovo ruolo, è la cosa più difficile che Allegri affronta in questo avvio di stagione.

Ci sono risvolti interessanti dentro questo confronto. Ad esempio, come risponderà Chivu alla prospettiva di un confronto con un attacco che non concede punti di riferimento (Acerbi serve?) e che esprime enorme velocità a campo aperto (restare alti o abbassarsi per non dare troppo spazio alle spalle dei difensori?).

Quinto duello: Dimarco contro Bartesaghi

Sono i figli di Milano, non è un duello di campo anche perché in linea di massima non si incroceranno mai percorrendo le due corsie opposte. Però sono i due cresciuti nei settori giovanili di Inter e Milan e che oggi vivono l’emozione più grande, quella di sfidarsi nel derby.

Dimarco ha un profilo e una carriera affermata, è titolare anche della nazionale di Gattuso e si è proposto come uno dei migliori crossatori d’Europa. Bartesaghi si sta ritagliando un ruolo sfidando lo scetticismo, anche quello dei suoi tifosi: Allegri lo ha visto in ritiro, lo ha pesato e lo ha voluto tenere con sé. Non male come punto di partenza.

Autore
Panorama

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