Integrità territoriale e l’entrata dell’Ucraina nella Nato: quali sono i nodi irrisolti tra Kiev e Mosca, pace ancora lontana
- Postato il 4 dicembre 2025
- Cronaca
- Di Blitz
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Cinque ore di colloqui a Mosca tra Steve Witkoff e Jared Kusher con Vladimir Putin non hanno portato a nessun accordo. Le parti si sono confrontate sulle proposte frutto delle trattative serrate tra Stati Uniti, Ucraina ed alleati europei e non è stato raggiunto nessun compromesso.
Le posizioni di Kiev e Mosca restano ancora distanti e i nodi da sciogliere sono molti. E non c’è nessun accordo sulla questione dei territori contesi. Per Volodymyr Zelensky e i suoi alleati l’integrità territoriale è un principio irrinunciabile, così come per Putin è la rinuncia dell’Ucraina a entrare nella Nato.

Il riconoscimento dei territori annessi e del 20 per cento del Donetsk
La Russia preme per il riconoscimento dei territori annessi, incluse aree che non ha ancora conquistato come il 20 per cento della regione del Donetsk. Mosca insiste anche sul riconoscimento legale e non solo de facto di Crimea e Donbass come territori russi da parte della comunità internazionale. Kiev si oppone ritenendo che il riconoscimento violerebbe il principio di integrità territoriale e sovranità.
“I confini non possono essere modificati con la forza”, ripete da tempo Zelensky. La proposta iniziale di Trump prevedeva il riconoscimento de facto alla Russia di Crimea, Luhansk e Donetsk, e il congelamento lungo la linea di contatto del Kherson e Zaporizhzhia. Nella controproposta europea si prevede che Kiev si impegna a non recuperare il proprio territorio sovrano occupato con mezzi militari.
Le garanzie di sicurezza per Kiev
Il piano di Trump conteneva una struttura di garanzie di sicurezza per Kiev sulla carta, fatta soprattutto di impegni. L’Ue ha rilanciato chiedendo “solide garanzie di sicurezza giuridicamente vincolanti”, con un accordo simile all’articolo 5 della Nato per prevenire future aggressioni. Il piano europeo chiede inoltre un esercito ucraino di 800mila uomini contro i 600mila previsti dal presidente americano.
L’adesione ucraina alla Nato
L’Alleanza Atlantica è un altro tema di scontro e Mosca ha ammesso che la questione dell’adesione dell’Ucraina all’Alleanza “è una delle questioni chiave”. Il piano di Trump prevedeva che Kiev sancisse nella sua costituzione che non avrebbe aderito alla Nato con l’Alleanza che, a sua volta, includesse nel suo statuto che l’Ucraina non sarebbe stata ammessa in futuro. Per l’Europa, invece, l’ingresso di Kiev e nell’Alleanza dipende dal consenso dei membri della Nato, che per ora non c’è.
La questione degli asset russi
Per l’Ucraina e gli europei è un punto dirimente: Kiev deve essere completamente ricostruita e risarcita finanziariamente, anche attraverso gli asset russi congelati. A Bruxelles c’è la volontà di andare avanti sui beni russi congelati anche se il piano americano prevedeva che agli asset russi andassero affiancati 100 miliardi dall’Ue. E a beneficiare per il 50 per cento della ricostruzione post-guerra sarebbero state le imprese statunitensi.
Le elezioni e la sovranità di Kiev
Gli americani e gli europei sono d’accordo sulla sovranità di Kiev, in quello che è considerato uno smacco a un Putin convinto che l’Ucraina non sia uno stato reale e sia parte della Russia. Sulle elezioni, invece, ci sono delle differenze fra gli Stati Uniti e l’Europa: Trump nel suo piano ha stabilito che l’Ucraina dovrebbe andare al voto dopo 100 giorni. La controproposta europea, invece, parla di elezioni il prima possibile dopo la firma dell’accordo di pace.
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