Instagram ha 15 anni: da Polaroid digitale a specchio narcisista della società

  • Postato il 6 ottobre 2025
  • Di Panorama
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Era il 6 ottobre 2010 quando Kevin Systrom e Mike Krieger premevano “invio” e aprivano al mondo Instagram. La prima foto? Un cane con accanto un infradito. L’inizio non sembrava promettere rivoluzioni, e invece oggi l’app conta 3 miliardi di utenti e ha cambiato la grammatica della socialità globale. In meno di due mesi un milione di iscritti, in un anno dieci milioni. Poi la scalata: Facebook la compra nel 2012 per un miliardo (spiccioli, col senno di poi) e l’universo Meta la trasforma nel suo gioiello più luminoso.

L’evoluzione del design, specchio di una generazione

La parabola di Instagram è stata anche estetica: dal logo Polaroid nostalgico alla versione attuale, un gradient fucsia che ricorda un tramonto sintetico. Dai quadrati rigidi delle prime foto alle verticali infinite dei Reels, che hanno sancito la metamorfosi definitiva: da app di fotografia per aspiranti artisti a feed compulsivo di video brevi. I filtri – una volta poetici, con nomi evocativi come Valencia o Hudson – oggi sono quasi reliquie vintage.

L’app che ha creato una professione

Con le Stories del 2016 e i Reels del 2020, Instagram ha inventato un ecosistema dove i “creators” sono diventati professionisti, e la parola “influencer” è entrata nei vocabolari e nei bilanci aziendali. Il social ha inaugurato carriere, generato fortune e sdoganato nuove metriche di valore: non più i voti a scuola o il titolo in bacheca, ma i follower sotto la bio.

Ombre, critiche e nuove frontiere

Ma dietro la patina patinata c’è anche la realtà: Instagram è finita sotto accusa per l’impatto sulla salute mentale degli adolescenti, per la corsa al “like” e per la tossicità dei modelli estetici che propone. Adam Mosseri, alla guida dal 2018, ha dovuto introdurre filtri e restrizioni per i minori, mentre Zuckerberg monetizzava badge blu e funzioni premium. Oggi l’app si prepara a una nuova fase: la mappa degli amici, l’app nativa per iPad, e la solita promessa di “connessione autentica”.

Un compleanno che sa di paradosso

Instagram a 15 anni è come un adolescente inquieto: cresciuto troppo in fretta, amato e odiato, capace di plasmare immaginari e distruggere certezze. Da San Francisco al Vaticano – quando nel 2016 Papa Francesco postava il suo primo scatto con la caption “Pregate per me” – fino ai Reels che sfidano TikTok, l’app è passata dall’essere un diario di vita quotidiana al diventare un’arena globale dove l’immagine è tutto. Il compleanno, paradossalmente, lo festeggiamo proprio con una foto: magari non più un cane, ma un filtro che ne faccia sembrare il muso più glossy.

Autore
Panorama

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