Inni rossi e insulti al governo: ecco come a Carrara omaggiano il Che
- Postato il 1 febbraio 2025
- Di Libero Quotidiano
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Inni rossi e insulti al governo: ecco come a Carrara omaggiano il Che
Lezione di cubano a Carrara per l'osanna da tributare ad Ernesto Che Guevara... La celebrazione del guerrigliero – come annunciato da Libero è andata in scena in mezzo a bandiere, inni e persino gli immancabili insulti al governo, con tanto di svarioni della sindaca della città. Ovviamente, il tutto senza la minima presa di posizione – e di distanze – del Partito Democratico, che ormai batte le mani a qualunque forma di estremismo. E lo ha notato il deputato toscano della Lega Andrea Barabotti: «È sconcertante che il sindaco di Carrara Serena Arrighi abbia inaugurato una statua in onore di Ernesto Che Guevara, dipingendolo come un'icona di libertà e diritti. Ancora più grave è che abbia voluto dare lezioni di democrazia, dimenticando che Guevara è stato uno strumento della dittatura comunista di Fidel Castro, responsabile di esecuzioni sommarie, repressioni politiche e violazioni sistematiche dei diritti umani. Il bello è che la sindaca, in maniera ipocrita, afferma di condannare ogni forma di totalitarismo». Per concludere: «Non è stato un difensore dei diritti, le sue idee hanno portato alla costruzione di un regime oppressivo che ha imprigionato, torturato e ucciso migliaia di oppositori politici».
IL MESSAGGIO
Secondo Barabotti «celebrare Che Guevara significa legittimare il culto della violenza politica e di un'organizzazione dello Stato nemica della libertà e del benessere sociale. Il Pd ne prenda le distanze». Ovviamente il Pd se ne guarda bene, ma certo il parlamentare leghista non ha affatto torto. Perché nella cerimonia di inaugurazione della statua al “Che” si è visto di tutto, con tanto di inni e musiche al Comandante guerrigliero. E con il delirio della prima cittadina: «Noi condanniamo fortemente ogni totalitarismo, ogni regime, rimarchiamo però che gli affronti alle vittime sono quelli di chi tollerai saluti romani e gli inni al duce all'interno propri movimenti giovanili e consente ai torturatori di uomini di tornare libero a casa con un volo di Stato».
In una frase tante sciocchezze che non c'entrano nulla. Anche perché non esistono monumenti ai saluti romani o a Benito Mussolini e soprattutto è tanto incredibile il parallelismo con la vicenda Almasri, come se la sindaca possa ergersi, persino lei, a giudice della premier Meloni e dei suoi ministri. Ma che diavolo c'entra... Ormai la propaganda è diventata padrona delle istituzioni, anche nel comune di Carrara. In una città ricca di estremismo di sinistra e anarchico, quella statua non rappresenta esattamente un incentivo a non commettere atti di violenza. La guerriglia che ha rappresentato larga parte della vita di Che Guevara diventa così esempio per fare ancora peggio.
LA SCELTA DI CAMPO
Mica è finita qui, perché con le sue parole incendiarie la Arrighi ha indicato la strada: «È importante accendere la luce su un'icona immortale che ci parla di libertà e altruismo e che deve illuminare tanto chi ha già conosciuto la storia di questo eroe giovane e bello, tanto chi ancora deve intraprendere il cammino adulto della propria vita, rispetto al quale dovrà fare una scelta di campo, una scelta di valori». Da Arrighi anche «un invito a tutti coloro che amano la libertà e sono pronti a battersi per i diritti di tutti: Restiamo uniti. Restiamo umani». Ma lo sa, la sindaca di Carrara, quanta “umanità” ha manifestato Che Guevara nella sua vita violenta? No, “il Comandante” non può trasformarsi in eroe per le smanie propagandistiche degli amministratori della sinistra. Perché era distante anni luce dalla democrazia. Chi ha servito come ministro il regime di Fidel Castro non può essere indicato come esempio: i dissidenti massacrati a L'Avana stanno sottoterra anche grazie a quelli come lui.
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