Influenza australiana, i sintomi e il caso del paziente di Genova: “Non sente i sapori”

  • Postato il 3 novembre 2024
  • Salute
  • Di Il Fatto Quotidiano
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Il primo ricovero per influenza australiana è stato annunciato ieri dal professor Matteo Bassetti. Un caso ovviamente particolare in considerazione dell’età (76 anni). Ma quali sono i sintomi della malattia innescata dal virus H3N2? Quelli classici dell’influenza: febbre alta fra i 38 e i 40 gradi, brividi di freddo, mal di testa, dolori alle ossa, sonnolenza e stanchezza, sudorazione e anche in associazione associarsi naso che cola, congestione, mal di gola, tosse secca e poco appetito. In qualche caso il paziente lamenta vomito e diarrea.

Il paziente ricoverato al Policlinico San Martino di Genova ha spiegato di non sentire il sapore del cibo quando mangiava. Con l’ipotesi, come accadeva con Covid, l’interessamento del cervello. “Quindi ci si deve vaccinare perché se avessimo più casi come questo, o anche encefaliti e interessamento neurologico da influenza, gli ospedali avrebbero un iperafflusso di pazienti e una situazione di difficoltà” sottolinea Bassetti.

“La vaccinazione è un piccolo gesto che può fare una grande differenza per la salute di tutti noi – scrive sui canali social il presidente Federazione Italiana Aziende Sanitarie e Ospedaliere, Giovanni Migliore – Le persone anziane sono tra le più a rischio di complicanze legate all’influenza e al Covid19. La somministrazione combinata dei due vaccini è sicura e consigliata. Non aspettate, proteggiamoci e proteggiamo chi amiamo!”. Il virus, come tutti gli altri virus respiratori, si trasmette per via aerea tramite le goccioline di saliva o attraverso il muco ma anche in modo indiretto, toccando oggetti o superfici infette. Si rimane contagiosi da circa due giorni prima dei sintomi fino a una settimana dopo l’esordio. Nei bambini questi periodi possono essere anche più lunghi.

La stagione influenzale 2024-2025 “sarà brutta, come tutti gli anni, perché non ci si vaccina, i pronto soccorso si intasano di casi e di bronchioliti. Per questo i genitori, i nonni e chi sta a contatto con i bambini molto piccoli devono capire che l’arma è la vaccinazione. Ma va fatta ora” ha ribadito all’Adnkronos Salute Alberto Villani, responsabile dell’Unità operativa complessa di Pediatria generale e Dea II livello dell’ospedale Bambino Gesù di Roma. “Nel reparto abbiamo messo un cartello, ‘Chi ama protegge anche dall’influenza’ – sottolinea lo specialista – Non possiamo ricordarci dell’influenza solo quando i pronto soccorso sono pieni e ci sono casi gravi. Così danneggiamo i bambini che invece hanno un reale bisogno di cure e di prestazioni. I genitori e i nonni con bimbi sotto i 6 mesi devono immunizzarsi, per i bambini più grandi invece c’è anche l’antinfluenzale con lo spray nasale che è facile e non dà problemi”.

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