Inflazione ferma a settembre. Lieve frenata per gli aumenti del carrello della spesa: +3,1%
- Postato il 16 ottobre 2025
- Economia
- Di Il Fatto Quotidiano
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Inflazione a settembre leggermente più bassa, dello 0,2%, rispetto ad agosto. Ma sale dell’1,6% su base annua, lo stesso livello del mese prima. Lo comunica l’Istat, confermando le stime preliminari. L’istituto di statistica ha invece rivisto al ribasso la stima provvisoria del +3,2% per il carrello della spesa, cioè i beni alimentari, per la cura della casa e della persona: a settembre, stando ai dati definitivi, i prezzi del paniere sono saliti del 3,1%.
La stabilità del tasso d’inflazione – spiega l’istituto di statistica – riflette andamenti differenziati dei diversi aggregati di spesa: sono in rallentamento i prezzi dei servizi relativi ai trasporti (da +3,5% a +2,4%), degli alimentari non lavorati (da +5,6% a +4,8%) e in accelerazione quelli degli energetici regolamentati (da +12,9% a +13,9%), a cui si aggiunge la ripresa dei prezzi degli energetici non regolamentati (da -6,3% a -5,2%). Nel mese di settembre “l’inflazione di fondo”, al netto degli energetici e degli alimentari freschi, decelera (da +2,1% a +2,0%), come quella al netto dei soli beni energetici (da +2,3% a +2,1%).
A livello territoriale, è Napoli la città con l’inflazione più alta a settembre. Tra i capoluoghi delle regioni e delle province autonome e i comuni non capoluoghi di regione con più di 150mila abitanti – spiega l’Istat – l’inflazione più elevata si osserva a Napoli (+2,4%) e a Bolzano (+2,2%), mentre la più contenuta si registra a Modena, Palermo, Reggio Emilia (tutte a +0,8%) e a Campobasso (+0,4%). A Roma l’aumento dei prezzi in riferimento al mese scorso è dell’1,8% e a Milano è dell’1,4%. In generale, nel mese scorso l’inflazione sale al Sud (da +1,8% a +1,9%) mentre nelle altre aree geografiche la dinamica dei prezzi risulta invece in attenuazione. In particolare: al Centro scende a +1,6% (da +1,7% di agosto), nel Nord-Est e nel Nord-Ovest si porta rispettivamente al +1,5% e +1,4% (da +1,6% e +1,5%). Nelle Isole invece la crescita tendenziale dei prezzi al consumo si attesta all’1,1% (dall’1,2% di agosto).
Numeri preoccupanti secondo l’Unione Nazionale Consumatori (Unc). “Il fatto che l’inflazione tendenziale sia ferma – afferma il presidente dell’Unc Massimiliano Dona – vuol dire solo che le famiglie sono sempre più inguaiate e che le loro tasche si svuotano ancor di più. Fino a che i prezzi salgono, anche se allo stesso ritmo di agosto, più le famiglie sono in difficoltà, considerato che i prezzi in valore assoluto erano già stellari”. “Traducendo in euro l’inflazione pari a +1,6%, per una coppia con due figli significa un aumento del costo della vita complessivamente pari a 573 euro su base annua, mentre per il solo carrello della spesa, per quanto in calo, si tratta sempre di una stangata pari a 357 euro“, conclude Dona.
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