Inflazione all’1,6% in maggio ma per il “carrello della spesa” si sale a 2,7%

  • Postato il 16 giugno 2025
  • Economia
  • Di Il Fatto Quotidiano
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Limatura, da parte dell’Istat, per l’inflazione di maggio che, nella seconda stima viene indicata all’1,6%, a fronte dell’1,7% della prima lettura. Il dato segna una decelerazione rispetto ad aprile quando il carovita si attestava all’1,9% ma per i cittadini cambia poco. Anche perché il sotto indice noto come “carrello della spesa”, che include solo beni alimentari e prodotti per la cura della casa e della persona, registra invece un aumento da 2,6 a 2,7%.

L’inflazione acquisita per il 2025 (ovvero il dato che si avrebbe a fine anno in caso di variazioni nulle da qui a dicembre) è pari all’1,3%. Maggio è stato un mese caratterizzato da un prezzo del petrolio su valori bassi. Se dovessero perdurare i forti rincari innescati dall’attacco israeliano all’Iran è verosimile che le pressioni sui prezzi al consumo aumentino nelle prossime rilevazioni.

Guardando alle singole categorie di prodotti, i rincari più forti sono quelli degli alimentari che costano, in media, il 3,2% in più di un anno fa. Scarpe e vestiti si pagano l’1% in più, le spese sanitarie e per la salute sono cresciute dell’1,6%. Sale anche il costo delle abitazioni e delle bollette (+ 3,9%), di alberghi e ristoranti (+ 3,4%) e dell’istruzione (+ 3%). A frenare il dato complessivo sono i trasporti (- 1,9% su maggio 2024) e le comunicazioni (- 4,3%).

Tra i capoluoghi, i rincari più forti si segnalano a Bolzano, Napoli e Venezia (+ 2,3% su maggio 2024). Genova e Roma registrano aumenti dell’1,8%, Torino dell’1,7%. Rincari medi leggermente al di sotto del dato nazionale per Palermo (+ 1,5%), Milano (+ 1,4%) e Firenze (+ 1%).

Il calo dell’inflazione registrato a maggio è una “illusione ottica” secondo l’Unione nazionale dei consumatori (Unc). “Il fatto che quella annua sia scesa rispetto ad aprile, da 1,9% a 1,6% e che quella mensile sia addirittura calata dello 0,1%, sottolinea il presidente dell’associazione, Massimiliano Dona in una nota, non deve trarci in inganno. Non solo non c’è alcun vantaggio per i consumatori, ma la loro condizione peggiora rispetto al mese precedente”.

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