“Infiltrati e spiati dalla polizia per 10 mesi”: la denuncia di Potere al Popolo. Interrogazione del Pd a Piantedosi

  • Postato il 27 maggio 2025
  • Politica
  • Di Il Fatto Quotidiano
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“Siamo stati infiltrati e spiati dalla polizia per 10 mesi“. È questa la denuncia del portavoce nazionale di Potere al Popolo, Giuliano Granato, in un video pubblicato da Fanpage. Granato racconta che un giovane di 21 anni, si sarebbe presentato agli attivisti del partito a Napoli “come studente fuori sede” iniziando a partecipare ad attività, manifestazioni e incontri di Potere al Popolo. Alcuni mesi dopo, però, sono gli stessi attivisti ad accorgersi che qualcosa non andava. E dopo alcune ricerche su internet scoprono che il 21enne era un agente, “uscito dalla scuola di polizia nel 2023″. “Sono anni che non accadeva un tentativo di spionaggio e infiltrazione ai danni di una organizzazione che si presenta alle elezioni” sottolinea il portavoce chiedendo al Ministero dell’Interno di “spiegare questa vicenda”. E proprio a Matteo Piantedosi si rivolge anche il Pd con un’interrogazione parlamentare su quanto denunciato.

“Assiduo frequentatore di tutte le iniziative di Potere al Popolo”, il 21enne “ha partecipato anche a diversi incontri nazionali del partito (oltre al blocco di sfratti e lotte studentesche). A far saltare la copertura però – racconta Granato – sarebbero stati proprio gli atti ufficiali del suo ingresso in polizia. Da una semplice ricerca infatti, è stato possibile trovare non solo il risultato del concorso in polizia che ha vinto, ma anche le foto del giuramento in polizia e, attraverso una serie di contatti social, a foto di gruppo in divisa con altri colleghi”. “Una volta scoperto – continua ancora il Portavoce di Potere al Popolo – il presunto agente sotto copertura non avrebbe battuto ciglio, allontanandosi ed augurando ‘Buona giornata’ agli attivisti “. A fare insospettire gli attivisti napoletani di Potere al Popolo era il fatto che fosse “estremamente presente quando c’erano iniziative politiche, ma non ha mai legato personalmente con nessuno. Mai una serata insieme, una birra, una cena, molto strano per uno studente universitario fuori sede” spiega Granato. “Noi siamo un partito che si presenta alle elezioni da molti anni, partecipiamo a tutte le tornate elettorali, non abbiamo nulla da nascondere, non siamo la gioventù meloniana, chiunque può venire e vedere cosa facciamo, la nostra è un’attività alla luce del Sole“, sottolinea il portavoce. “Questo è il segnale che lo Stato sta usando strumenti repressivi perché non tollera il dissenso, è un attentato alla democrazia che riguarda tutti e tutte”, denuncia ancora.

Così, dopo il servizio di Fanpage, arriva anche la reazione dei deputati Pd, Mauro Berruto e Chiara Gribaudo: “Riteniamo doveroso e urgente che il Ministero dell’Interno fornisca immediatamente chiarimenti su quanto accaduto. Sarebbe un fatto gravissimo, in totale contrasto con i principi democratici sanciti dalla nostra Costituzione”, sottolineano i parlamentari. Per questa ragione sono pronti a depositare un’interrogazione parlamentare rivolta al ministro Piantedosi “auspicando una risposta chiara e tempestiva”. “Tale denuncia – aggiungono i deputati dem – assume un peso ancora maggiore alla vigilia dell’approvazione del cosiddetto ‘decreto sicurezza‘, che introduce misure fortemente restrittive e rischia di comprimere ulteriormente ogni forma di dissenso, incidendo in maniera pericolosa sull’ordinamento giuridico e sulle libertà fondamentali”. “Se alla compressione di ogni voce critica dei cittadini si accompagna anche il controllo occulto dei partiti politici, è evidente che siamo davanti a una preoccupante compressione dei nostri valori costituzionali. L’Italia non può e non deve scivolare verso una deriva autoritaria“, concludono Berruto e Gribaudo.

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