India e Pakistan, l’escalation continua ad aggravarsi
- Postato il 9 maggio 2025
- Di Panorama
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La guerra a bassa intensità tra India e Pakistan non accenna a placarsi. La giornata di ieri ha visto un’ulteriore escalation, cominciata nella tarda mattinata, quando decine di droni indiani di fabbricazione israeliana Harop hanno sorvolato i cieli pakistani, volando verso obiettivi nelle vicinanze di Lahore, Chakwal e Rawalpindi. Fonti militari pakistane parlano di 29 droni abbattuti, mentre l’India afferma di aver colpito almeno un sistema di difesa aerea pakistano a Lahore.
Allo sciame di droni indiani hanno fatto seguito, in serata, i bombardamenti dell’artiglieria pakistana lungo tutta la Linea di Controllo nel Kashmir, con fonti indiane che hanno parlato anche di alcuni civili morti nei bombardamenti, oltre che all’intercettazione di diversi droni e missili, lanciati dalle forze di Islamabad verso installazioni militari in Jammu e Kashmir.
La guerra d’informazione è fittissima, forse senza precedenti, ieri il governo indiano ha richiesto alla piattaforma X di bloccare la visione di circa 8000 account all’interno dei confini indiani, la piattaforma di Elon Musk ha ottemperato alla richiesta di Nuova Delhi, pur lamentando che «nella maggior parte dei casi, il governo indiano non ha specificato quali post di un account abbiano violato le leggi locali indiane». Mentre per un numero significativo di account «non abbiamo ricevuto alcuna prova o giustificazione per bloccarli. Per ottemperare agli ordini, bloccheremo gli account specificati solo in India».
Fonti dell’esercito di Islamabad hanno negato con forza di aver bombardato l’India con missili e droni, «finora non abbiamo lanciato alcun attacco attraverso il confine internazionale. I media indiani stanno forse diffondendo disinformazione sia per creare un pretesto per un’escalation, sia per creare un’idea di falso successo». Una risposta, però, ci sarà. Il ministro della Difesa, Khawaja Arif, affermato che «l’escalation è imminente a causa della continua aggressione da parte indiana sia sul campo sia tramite l’invio di droni in tutto il Pakistan».
Giovedì notte, il segretario di Stato americano Marco Rubio ha avuto colloqui telefonici separati con il Primo ministro pakistano, Shehbaz Sharif, e con il ministro degli Esteri indiano, Subrahmanyam Jaishankar. Durante la conversazione con Rubio, Sharif ha denunciato che gli attacchi dell’India hanno violato la sovranità e l’integrità territoriale del Pakistan, «mettendo a serio rischio la pace e la stabilità nella regione dell’Asia meridionale».
Nel suo dialogo con Jaishankar, invece, il segretario ha ascoltato la posizione dell’India, che ha descritto la propria reazione come una risposta «misurata e precisa» al «terrorismo transfrontaliero», aggiungendo che Nuova Delhi «contrasterà con fermezza qualsiasi tentativo di escalation» da parte del Pakistan.
Difficile comunque che gli Stati Uniti si impegnino con vigore per impedire una escalation, tant’è vero che il Vicepresidente americano, J.D. Vance, ha affermato ieri notte che «non ci intrometteremo in una guerra che fondamentalmente non ci riguarda».
La spirale che conduce ad una guerra in tutta regola sembra infatti innescata. Nelle dichiarazioni rilasciate giovedì, Khawaja Arif ha affermato che il 7 maggio l’India «ci ha attaccato con 78 aerei, cinque dei quali sono stati abbattuti dalla nostra Aeronautica». Dichiarazioni che sembrano almeno in parte confermate da fonti interne alle Forze Armate americane, che sentite da Reuters rivelano come almeno due aeromobili indiani siano stati abbattuti da caccia pakistani di fabbricazione cinese J-10C, equipaggiati con missili a lungo raggio aria-aria (sempre di fabbricazione cinese) PL-15.
Queste nuove rivelazioni si sommano a quanto dichiarato da un funzionario dell’intelligence francese, che ha confermato l’abbattimento di almeno un caccia Rafale, di fabbricazione francese, appartenente all’aeronautica indiana. L’episodio si sarebbe verificato durante quella che un rappresentante pakistano, intervistato dalla Cnn, ha descritto come «una delle più grandi battaglie aeree della storia moderna», con il coinvolgimento di circa 125 velivoli.