Indennità ferie nel contratto, sul porto di Genova lo spettro di un contenzioso milionario

  • Postato il 11 novembre 2025
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Genova. In ballo ci sono milioni di euro di potenziali arretrati da pagare ma, in realtà, anche il rischio del decadimento dell’attuale contratto nazionale dei lavoratori dei porti. E così anche a Genova c’è forte preoccupazione – espressa dalla sezione Terminal operators di Confindustria – per la possibile apertura di un contenzioso da parte dei dipendenti che volessero rivendicare integrazioni retributive nel trattamento delle ferie con decorrenza dal 2007.

Tutto nasce da un ricorso presentato (e accolto dal giudice) da 24 dipendenti del Terminal
Intermodale Venezia (gruppo Msc). Sulla base di una pronuncia della Corte di giustizia dell’Unione europea del 2006 e relativa a casi analoghi nei settori ferroviario, dell’aviazione civile e del trasporto pubblico marittimo, i portuali veneziani hanno lamentato di aver sempre ricevuto, per le giornate di ferie, una retribuzione priva cioè delle indennità. E quindi hanno chiesto indietro la differenza. Il conto per questo solo gruppo di lavoratori è di circa 1 milione di euro.

Ma da Confindustria mettono le mani avanti: “Il trattamento retributivo delle ferie è disciplinato in modo chiaro dall’articolo 11 del contratto collettivo nazionale – si legge in una nota della sezione Terminal operators – a questa norma, integrata dalle previsioni dei contratti integrativi aziendali, le imprese si sono sempre attenute per definire le competenze retributive del personale durante il godimento delle ferie annuali”.

“Lo stesso Ccnl – prosegue la nota – così come i contratti aziendali stipulati sulla base delle competenze a essi assegnate dall’articolo 52 dello stesso, è stato negoziato e applicato dalle imprese sulla base dei principi che differenziano la retribuzione indifferibile da erogare in ogni momento del rapporto di lavoro da quelli che disciplinano situazioni per le quali sia necessario riconoscere un disagio al lavoratore o da quelle erogazioni che, in aderenza ai principi del modello contrattuale vigente per tutte le categorie economiche in Italia, sono volte a favorire una maggiore efficienza della prestazione lavorativa, collegando la retribuzione all’effettiva presenza al lavoro”.

Poi un messaggio ai sindacati che, ovviamente, sono già al lavoro sul dossier. “Capiamo la pressione cui sono sottoposte le organizzazioni sindacali di fronte a sentenze pronunciate per altre categorie ma crediamo che tutti gli attori del sistema delle relazioni sindacali nell’ambito portuale debbano riconoscere che le pattuizioni stipulate a livello nazionale, così come a livello aziendale, in questi 25 anni di esistenza del Ccnl Porti, sono partite dal riconoscimento delle differenziazioni tra l’attività lavorativa effettiva e la retribuzione ordinaria e inderogabile”.

“Sulla base di questa verità occorre che tutte le parti abbiano piena coscienza delle conseguenze che, al di là delle intenzioni, potranno avere vertenze che rivendichino improvvisamente integrazioni retrodatate di molti anni. Conseguenze sia sulle imprese, improvvisamente messe di fronte a debiti mai computati a bilancio, peraltro del tutto imprevisti e imprevedibili, che mettono a repentaglio la tenuta economica dei loro conti, sia sul sistema di regolazione sancito dal CCNL che, inevitabilmente, ne sarebbe oggettivamente compromesso”, conclude la nota.

Autore
Genova24

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