Indagini sottratte ai pm, la notizia del “Fatto” sarà al centro dell’incontro tra Meloni e l’Anm. Parodi: “Sconcertati, aspetto un chiarimento”

  • Postato il 4 marzo 2025
  • Politica
  • Di Il Fatto Quotidiano
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Alla vigilia dell’incontro col governo sulla separazione delle carriere, la notizia del Fatto sull’intenzione di togliere ai pm il controllo della polizia giudiziaria (e quindi delle indagini) irrompe nel confronto interno all’Associazione nazionale magistrati. Il tema, è già certo, sarà affrontato nel faccia a faccia di mercoledì tra i vertici dell’organismo di rappresentanza delle toghe e la premier Giorgia Meloni, a cui parteciperanno – tra gli altri – anche il Guardasigilli Carlo Nordio e il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Alfredo Mantovano. I dieci membri della giunta dell’Anm, attesi alle 15:30 a palazzo Chigi, chiederanno una formale smentita dell’indiscrezione, finora non arrivata dalla maggioranza. A farlo capire è stato il presidente Cesare Parodi, procuratore aggiunto di Torino, ospite di Un giorno da pecora su Radio 1: “Su questo sono agitato“, ha esordito rispondendo alla domanda sull’articolo. “È un’indicazione giornalistica e in teoria dovrei essere prudente, ma i miei colleghi sono stupiti e sconcertati: questa indicazione sarebbe in palese contrasto con una norma della Costituzione che non è oggetto della riforma, l’articolo 109″, in base al quale il pubblico ministero dispone direttamente della polizia giudiziaria. “Non è un tema previsto dall’incontro di domani con il presidente Meloni, ma è talmente delicato che augurerei un chiarimento, perché tutti i colleghi se lo aspettano”, sottolinea Parodi.

All’interno della giunta, in queste ore, si discute sulla modalità in cui porre la questione a palazzo Chigi: affrontarla in modo isolato o all’interno del discorso più ampio che i magistrati faranno sui rischi della riforma? Di certo c’è che parleranno solo in due, il presidente Parodi, membro della corrente conservatrice di Magistratura indipendente (considerato il volto “dialogante” dell’Anm) e il segretario Rocco Maruotti, sostituto procuratore a Rieti, esponente del gruppo progressista di Area. A Un giorno da pecora Parodi ha spiegato che l’ipotesi riportata dal Fatto preoccupa particolarmente “perché dà concretezza ai nostri timori” sul rischio di un’interferenza del governo sulle indagini quando la carriera dei pm sarà separata da quella dei giudici. E ha chiamato in causa gli avvocati, “che difendono le garanzie dei cittadini”: “Su questa prospettiva del ministro, se è vera, non hanno nulla da dire? Va bene a tutti o siamo solo noi ad essere perplessi? La classe forense qualche motivo di preoccupazione dovrebbe averlo, mi aspetto che gli avvocati qualcosa dicano, perché il tema non è affatto secondario”.

Gli avvocati per ora tacciono, ma in compenso arriva la solidarietà delle associazioni di rappresentanza della magistratura contabile, amministrativa e militare, riunite all’Anm nel Comitato intermagistrature. Il Comitato “esprime forte preoccupazione per i contenuti e le modalità con cui vengono portate avanti riforme destinate a incidere profondamente sull’esercizio della giurisdizione e sull’organizzazione e l’autogoverno delle magistrature, con potenziale alterazione degli stessi rapporti tra le istituzioni quali delineati nel vigente quadro costituzionale ed europeo”. E auspica “che le dette riforme – al di là degli aspetti di merito e nel rispetto delle prerogative di governo e parlamento – non si risolvano comunque in pregiudizio per l’autonomia e l’indipendenza della magistratura, principi scolpiti in Costituzione a garanzia dell’equilibrio tra i poteri dello Stato e dei diritti dei cittadini”.

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