Incidenti stradali, Italia peggio della media europea
- Postato il 30 marzo 2025
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- Di Virgilio.it
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Meno morti, sì. Ma siamo ancora lontani dal poter dire che va bene così. Nel 2024 circa 19.800 persone hanno perso la vita sulle strade europee. Un calo rispetto all’anno prima – 600 in meno – ma non è esattamente un risultato da festeggiare. “Troppe vite si spezzano ancora ogni anno”, ha detto senza mezzi termini Apostolos Tzitzikostas, commissario europeo ai Trasporti. Il punto sugli incidenti stradali è semplice: siamo migliorati, ma al rallentatore. Preoccupa soprattutto il fatto che più della metà degli scontri fatali avvenga su tratti extraurbani. Le città pesano meno (38%) e le autostrade, nonostante le alte velocità, solo per il 9%. Dove si corre “per abitudine”, tra un paese e l’altro, è dove si rischia di più.
Il profilo delle vittime
Anche il profilo delle vittime dice molto: il 77% sono uomini. Gli over 65 rappresentano il 31% di tutti i decessi, sebbene siano solo il 21% della popolazione. Ma a soffrire sono pure i più giovani: nella fascia 18-24 anni il rischio resta altissimo, spesso per via di inesperienza, distrazioni e comportamenti a rischio. Tra i vari utenti coinvolti, chi spesso riporta le conseguenze peggiori (e irreversibili) sono gli automobilisti (52%), seguiti da motociclisti (20%), pedoni (18%) e ciclisti (10%). I dati dimostrano una cosa chiara: chi è meno protetto rischia di più, e serve maggiore attenzione proprio per chi si muove in bici o a piedi.
E l’Italia? Un po’ peggio della media europea. Da noi ci sono 51 morti ogni milione di abitanti, contro una media UE di 44. Numeri migliori del 2023 (quando erano 52), tuttavia non abbastanza confortanti da far allentare la tensione. Svezia e Danimarca restano le più virtuose (rispettivamente 20 e 24 morti su un milione), mentre Romania e Bulgaria stazionano in fondo con 74 e 77.
Negli ultimi cinque anni si è vista una lieve discesa delle vittime in Italia, Spagna, Francia e Grecia. In Irlanda ed Estonia, al contrario, i numeri sono aumentati. Ma il vero impatto si ha guardando anche i feriti gravi: ogni morto equivale a circa cinque persone con lesioni importanti. Tradotto: oltre 100.000 feriti gravi l’anno sulle strade del Vecchio Continente.
Cambio di passo cercasi
Nel dettaglio, tra il 2019 e il 2023 ci sono stati 1.000 morti in meno tra gli automobilisti e 900 pedoni in meno. Male invece i numeri su moto e bici: il calo è stato inferiore alle 100 unità. Segno che le due ruote continuano a pagare il prezzo peggiore. Tzitzikostas lo ha affermato con una chiarezza cristallina: serve fare di più, e in fretta. Interventi mirati, più controlli, maggiore sicurezza proprio nei tratti più critici. E attenzione a chi si muove senza carrozzeria a proteggerlo.
L statistiche migliorano lentamente, complice l’uso degli ADAS da parte delle Case, eppure, è evidente, non bastano a rasserenare gli animi. Finché sulle strade si continua a morire ogni giorno, c’è ancora troppo lavoro in sospeso. La tecnologia può aiutare, certo, d’altro canto servono anche leggi migliori, comportamenti più responsabili e strade pensate per proteggere davvero chi le percorre. Finché l’unico segno meno è nei dati anziché negli incidenti reali, parlare di vera sicurezza è superficiale. Serve un cambio di passo. Vero, stavolta.