Inchiesta urbanistica, la destra milanese e quella “tiepida” opposizione a Sala: nel mirino le troppe assenze e il “rapporto collaborativo” col sindaco

  • Postato il 30 luglio 2025
  • Politica
  • Di Il Fatto Quotidiano
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Di fronte allo scossone giudiziario che ha investito Palazzo Marino, con l’assessore all’urbanistica Giancarlo Tancredi che si è dimesso e il sindaco Giuseppe Sala indagato, le opposizioni chiedono il passo indietro anche del primo cittadino. Ma lo fanno a bassa voce, perché, paradossalmente, non sembrano pronte a immaginare una Milano senza Sala. Dietro le quinte, tra i banchi della minoranza, serpeggia una domanda scomoda: “Come possiamo pensare di vincere le comunali del 2027 se oggi siamo così deboli?”. La frase è rimbalzata tra più consiglieri in questi giorni caotici ed è diventata il termometro di un malessere diffuso. Perché se la maggioranza scricchiola, l’opposizione semplicemente non c’è.

L’assessore regionale e consigliere – Nel mirino c’è Gianluca Comazzi, oggi assessore regionale all’Urbanistica e Parchi in Lombardia, ma anche consigliere comunale a Milano per Forza Italia. Secondo i dati pubblicati il 30 giugno 2025, Comazzi ha partecipato a solo 71 votazioni su 3.260, pari al 2,18%, nella seconda metà della consiliatura. Le presenze in aula — appena 84 — non cambiano il quadro: formalmente presente, ma politicamente assente. “È uno dei più forti simboli dell’irrilevanza dell’opposizione”, ammette sottovoce un consigliere tra le fila di Forza Italia. “Sala può stare tranquillo anche ora che è indagato, perché nessuno è davvero pronto a sfidarlo sul serio”. Il problema è duplice. Da un lato, la presenza simbolica: Comazzi entra, firma, ma raramente partecipa ai lavori. Dall’altro, la gestione del doppio incarico, da assessore e consigliere comunale. Una doppia carica che non viola formalmente le regole, ma ne mina l’efficacia politica.

Comazzi: “La presenza in aula è superflua” – Comazzi, contattato da ilfattoquotidiano.it, rivendica però il suo impegno in entrambi i ruoli: “Il mio ruolo di assessore regionale al Territorio e Sistemi verdi di Regione Lombardia mi impegna tantissimo ma continuo a svolgere – in maniera totalmente gratuita, come puro spirito di servizio per la mia città – anche il ruolo di consigliere comunale, essendo da sempre tra i più votati. Lo faccio soprattutto fuori dal palazzo, in mezzo ai cittadini, con sopralluoghi e segnalazioni, vicino ai quartieri più fragili. Con la sinistra al governo il Consiglio comunale è stato completamente svuotato delle sue funzioni, e la presenza in aula è del tutto superflua”.

Non solo Forza Italia – Comazzi non è un’eccezione. Altri esponenti del centrodestra — come la leghista Silvia Sardone o Manfredi Palmeri, anche lui consigliere regionale — risultano poco presenti o poco incisivi. Fratelli d’Italia, dopo un anno di ritardo, ha imposto le dimissioni ai suoi consiglieri con incarichi regionali per garantire la piena operatività in Comune. Forza Italia e Lega, invece, hanno mantenuto liberi i consiglieri. “Il punto non è solo l’assenteismo. È che quando la maggioranza è in affanno, un’opposizione compatta potrebbe davvero incidere. Ma se siamo assenti, non contiamo nulla” commenta un consigliere di centrodestra a ilfattoquotidiano.it. “Non proprio quello che ci si aspetta da un’opposizione che vuole governare tra due anni” mormora sarcastico un esponente di Fratelli d’Italia.

Il “rapporto collaborativo” con Sala – C’è poi un altro livello, più politico che numerico. Comazzi, considerato uno degli uomini forti di Forza Italia a Milano, ha mantenuto un rapporto collaborativo con Sala, almeno sul piano dei dossier strategici. Uno su tutti: proprio l’urbanistica. Come assessore regionale, sarà proprio lui a pronunciarsi sulla compatibilità paesaggistica del nuovo stadio, un passaggio cruciale. E intanto, da assessore ai parchi, ha guidato una riforma, accettata anche dalla maggioranza di centrosinistra di palazzo Marino, che riduce il peso del Comune nei parchi regionali, rafforzando quello della Regione. Uno scambio di cortesie istituzionali? Nessuna prova, ma più di un sospetto circola tra le file di centrodestra. “Comazzi non fa opposizione. Costruisce reti, cena con Stefania Craxi, si richiama al craxismo, ma intanto in aula non lo si vede mai”, sintetizza un altro esponente di centrodestra. E non è solo questione di stipendi: per legge, non può percepire doppie indennità, e ha scelto quella regionale ( che ammonta a oltre 9.000 euro). Ma l’assenza resta, e pesa.

Lo sguardo al 2027 – Milano è sempre più al centro di un gioco a scacchi che si muove tra Comune e Regione, tra urbanistica e grandi opere, tra inchieste e strategie post-Sala. Ma in questo momento, al netto delle indagini, il sindaco resta — agli occhi di molti, persino delle opposizioni— l’unico a reggere davvero il timone. L’opposizione, invece, si trova di fronte a un bivio. Continuare a galleggiare, sperando in un inciampo altrui, oppure ricostruirsi sul serio, con volti nuovi e presenze vere, se vuole essere protagonista nel 2027. Perché al momento, più che un’alternativa, appare come una comparsa, come commentano diversi consiglieri del centrodestra.

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Il Fatto Quotidiano

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