Inchiesta Regione Calabria, primo no del Riesame
- Postato il 7 agosto 2025
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Il Quotidiano del Sud
Inchiesta Regione Calabria, primo no del Riesame
CATANZARO – Cominciano ad arrivare gli esiti dei primi riesami relativi al secondo troncone dell’inchiesta abbattutasi sulla Regione Calabria e se sul primo filone (ora, i rami d’inchiesta che componevano un unico procedimento sono stati disgiunti e formano due distinti fascicoli) relativo all’ipotesi di corruzione contestata al governatore Roberto Occhiuto ed ad altri due manager, il Tdl ha dato ragione a uno degli indiziati, scalfendo di fatto l’impianto accusatorio, ieri è giunta notizia che, al contrario, il Riesame ha respinto, ritenendolo inammissibile, uno dei primi ricorsi in scaletta inerenti il secondo e più corposo troncone dell’inchiesta, che dopo lo stralcio dal fascicolo originario ha R.G.N.R. 2546/2025.
Pure altri indagati di questo nuovo fascicolo hanno fatto istanza al Tdl, dopo le perquisizioni subite e il sequestro dei telefonini, proprio con lo scopo principale di riottenere gli smartphone prelevati dall’autorità giudiziaria. In tale secondo procedimento, l’indiziato chiave è Tonino Daffinà, sub-commissario alla Depurazione e noto commercialista vibonese.
Daffinà – che non ha adito il tribunale del Riesame, come invece hanno fatto altri coindagati – è al centro delle verifiche delle Fiamme gialle per un presunto traffico di influenze a vantaggio di alcune cliniche private. Cliniche sanitarie con cui il commercialista ha rapporti professionali. Che il castello accusatorio del secondo troncone, fosse in qualche modo più solido di quello relativo alla summenzionata ipotesi di corruzione, si era capito già da tempo. E ora le notizie che giungono dal Tdl confermano tale deduzione.
Anche la segretaria del presidente Occhiuto, Veronica Rigoni, fra gli indiziati del secondo procedimento dell’inchiesta sulla Regione, ha fatto ricorso al Tribunale del Riesame, per ottenere la restituzione dei suoi telefonini, ma ancora non sono giunte notizie sull’esito del giudizio. La segretaria di Occhiuto, qualora la procura di Catanzaro, accogliesse la richiesta di restituirle in tempi relativamente brevi gli smartphone sequestrati il giorno delle perquisizioni, potrebbe pure rinunciare al ricorso inoltrato al Tdl. Intanto, sta facendo tanto discutere, la presa di posizione forte e coraggiosa, assunta da Kyriakoula Petropulacos, consulente del presidente Occhiuto, per il comparto della Sanità regionale.
Un giorno un funzionario regionale si è recato nell’ufficio della Petropulacos per insistere su una certa circostanza. «Se vai avanti su questa cosa, ti denuncio» è stata alla fine la perentoria replica della consulente. La vicenda pomo della discordia è quella dei 21 posti per dialisi da attivare su Reggio Calabria in strutture private e alla contestuale decisione di tagliare 17 posti per dialisi all’ospedale di Reggio. La Petropulacos si è decisamente opposta a tale tentativo, a tutela della Sanità pubblica. La consulente, alcuni giorni prima del blitz della Gdf nella Cittadella a Germaneto, era stata sentita per ore, come testimone e persona informata sui fatti, dagli stessi finanziari. Le domande degli investigatori hanno riguardato pure il prospettato taglio di posti per dialisi al Gom reggino. E la consulente ha dato risposte precise e dettagliate, riferendo anche della minacciata denuncia. E dopo qualche giorno sono scattate le perquisizioni in vari uffici della Regione. Le dichiarazioni della consulente di origine greca, sono diventate uno dei caposaldi dell’accusa.
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