Inchiesta corruzione, l’ex assessore Gambino rivelò indagine a imprenditore amico e cercò di influenzarla

  • Postato il 23 giugno 2025
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Genova. L’ex assessore Sergio Gambino, indagato per corruzione dalla procura di Genova, non avrebbe solo rivelato le notizie sulla candidata e ora sindaca di Genova Silvia Salis. Avrebbe infatti anche svelato indagini ai diretti interessati e cercato anche di veicolare le versioni fornite dagli amici.

Questo è quanto emerge dalle carte dell’inchiesta della squadra mobile, coordinata dalla pm Arianna Ciavattini e dall’aggiunto Federico Manotti, riportato oggi dall’agenzia Ansa. Secondo quanto si legge nel decreto di perquisizione, il 26 agosto 2024, “a fronte della richiesta dell’imprenditore Artur Marashi (anch’esso tra gli indagati, ndr) di conoscere gli sviluppi investigativi e di orientare a suo vantaggio l’attività di indagine in relazione a una rissa avvenuta presso il locale Kaoba, Gambino (difeso dall’avvocata Rachele De Stefanis) si attivava immediatamente dapprima istigando il responsabile della squadra di polizia giudiziaria, ad informarsi sulla vicenda e a violare il relativo segreto investigativo (istigazione non accolta)”.

Gambino si sarebbe attivato anche “per influenzare l’attività d’indagine veicolando la versione di Marashi (difeso dall’avvocato Mauro Casu) e poi reiterando la stessa condotta istigatoria con un altro dipendente e infine divulgando a Marashi le notizie coperte dal segreto investigativo apprese dalla polizia giudiziaria”. In cambio di questo favore, ma anche di altri, l’imprenditore gli avrebbe fatto regali e avrebbe cercato di aiutare lo studio odontoiatrico della moglie di Gambino.

La posizione di Sergio Gambino

Tra i fatti contestati a Gambino nell’ambito dell’inchiesta, gli appalti per la gestione dei minori non accompagnati, l’interessamento per bloccare una ispezione in un cantiere, pratiche burocratiche “velocizzate” e la rivelazione in anticipo di ispezioni oltre agli spostamento di transenne e fermate del bus per agevolare amici. Favori che avrebbe fatto a imprenditori compiacenti mentre era assessore, e per cui, secondo quanto emerge dal capo di imputazione allegato al decreto di perquisizione e sequestro avrebbe ottenuto in tutto oltre 100mila euro.

De Stefanis smentisce poi che a Gambino sia contestato l’avere “ordinato al capo dei vigili un dossier per screditare Salis. Tengo a precisare che non abbiamo letto alcuna contestazione formulata in questi termini od aventi ad oggetto presunte attività di dossieraggio”.

Il riferimento è a un terzo filone della maxi inchiesta, che coinvolge non solo Sergio Gambino ma anche il comandante della polizia locale, Gianluca Giurato, e quindici agenti della polizia locale. Nello specifico, la procura di Genova ha parlato di “presunte indebite rivelazioni di segreti di ufficio attribuite all’ex assessore e al comandante della Polizia Municipale riguardanti la diffusione, in prossimità delle elezioni comunali di notizie inerenti un procedimento penale riguardante un sinistro stradale in cui è stata coinvolta la candidata alla carica di sindaco”.

Nel frattempo l’ex assessore si è autosospeso da Fratelli d’Italia dopo l’indagine avviata dalla procura di Genova, che lo ha iscritto nel registro degli indagati con l’accusa di corruzione.

“Pur certo di poter fornire la prova della correttezza di ogni mio comportamento, ho deciso di auto sospendermi dal mio partito di appartenenza, Fratelli d’Italia – aveva scritto Gambino in una nota inviata dalla sua avvocata di fiducia, Rachele De Stefanis – Ho preso questa decisione per il profondo rispetto che nutro per le persone e per i valori fondanti del partito stesso. Proseguirò, invece, nel mio percorso di consigliere comunale per adempiere, con la trasparenza che mi ha sempre contraddistinto, al mandato che i cittadini mi hanno conferito”.

Autore
Genova24

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