Inchiesta contro il pezzotto, Dazn attacca: “Vuole i nomi degli utenti illegali per portarli in tribunale”
- Postato il 28 novembre 2024
- Calcio
- Di Il Fatto Quotidiano
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L’inchiesta della procura di Catania che ha smantellato un network internazionale di pirateria online da 22 milioni di utenti e con un giro d’affari da 3 miliardi di euro fa festeggiare il calcio italiano, che da tempo ha dichiarato guerra al cosiddetto pezzotto. Il mercato dei diritti tv, che tiene in piedi la Serie A e non solo, è entrato definitivamente in crisi. Nel frattempo anche gli ascolti di Dazn calano, mentre pure lo scudo anti-pirateria a ottobre ha fatto flop, bloccando persino Google Drive. In questo contesto, quanto scoperto dai magistrati catanesi è una boccata d’aria fresca: milioni di utenti che pagavano 10 euro al mese per vedere tutto, calcio compreso, sono stati pizzicati. E ora Dazn vuole trasformare questa inchiesta in un grimaldello per ottenere di più.
La piattaforma di streaming si costituirà parte civile nel processo che nascerà dal maxi-blitz. Una mossa standard, che probabilmente prevedono di compiere anche le altre pay-tv coinvolte (Sky, Mediaset, Amazon Prime, Netflix, Paramount e Disney+), tutte parti lese dal reato. Ma non finisce qui: secondo quanto riporta Repubblica, infatti, Dazn vuole portare in tribunale gli utenti che hanno utilizzato il pezzotto e guardato quindi illegalmente le partite di Serie A. Per farlo, chiederà l’elenco dei nomi alla Procura di Catania. Con un duplice obiettivo. Innanzitutto, far loro causa. In secondo luogo, indurre in questo modo le autorità a far scattare le multe per chi guarda il calcio illegalmente, con il pezzotto o su siti pirata. Le sanzioni, “fino a 5mila euro”, sarebbero già previste dalla legge, che però finora non è mai stata applicata.
Grazie all’operazione scattata sulla base dagli atti raccolti a Catania, ha scritto Dazn in una nota, “si è anche quantificato, in maniera oltremodo preoccupante, il danno economico generato dal fenomeno fraudolento della pirateria che ogni anno sottrae miliardi di euro all’industria dell’audiovisivo”. L’inchiesta, prosegue il comunicato, “conferma che chi vende e compra pirateria lascia tracce in rete indelebili; i clienti saranno quindi sanzionati oltre a poter diventare oggetto di azioni da parte dei titolari dei diritti“. Un passaggio che lascia appunto presagire future azioni legali da parte di Dazn. Secondo Massimiliano Capitanio, commissario AgCom, gli utenti italiani illegali pizzicati dall’operazione sono poco più di due milioni.
Mercoledì è arrivato anche il commento di Andrea Duilio, amministratore delegato di Sky Italia: “I risultati raggiunti sono frutto di un grande lavoro sinergico che ha permesso di smantellare un’organizzazione criminale che operava su scala internazionale”. “Azioni come questa, insieme al contributo sistematico che dà Piracy Shield oscurando in tempo reale i siti pirata, rendono più efficace la lotta a un fenomeno che danneggia l’industria audiovisiva distruggendo migliaia di posti di lavoro”, conclude la nota.
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