In Veneto si formano manager culturali per contrastare la fragilità dei borghi e delle aree interne
- Postato il 15 settembre 2025
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- Di Artribune
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Attraverso quali modelli innovativi si possono porre le basi per lo sviluppo territoriale e culturale in Italia, in particolare nelle città medie e nei territori vulnerabili? Da quando, nel gennaio 2024, abbiamo lanciato la newsletter Artribune Render siamo riusciti a raccogliere decine di voci e traiettorie dall’intero Paese. A queste esperienze si uniscono oggi i percorsi in cui, nel contesto veneto, è direttamente coinvolta ASCOM Servizi Padova S.p.A. Società di servizi di Confcommercio Ascom Padova, negli ultimi anni è impegnata sui fronti della rigenerazione urbana e della sperimentazione culturale con iniziative che puntano a rinsaldare la collaborazione tra istituzioni culturali, imprese, artisti e cittadini.
Il progetto Hyper Village, di ASCOM Servizi Padova S.p.A.
Un esempio metodologico concreto lo fornisce Hyper Village, progetto di capacity building per gli operatori della cultura (per gestire la transizione digitale TOCC – PNRR finanziato dall’Unione Europea, Next Generation e gestito dal Ministero della Cultura – Direzione generale Creatività contemporanea) di cui ASCOM Servizi Padova s.p.a. è capofila; ad affiancarla, in qualità di partner, sono Università Iuav di Venezia, Galileo Visionary District, Conform Scarl, Unioncamere del Veneto. Alla base dell’iniziativa si colloca la volontà di rafforzare le competenze nel territorio veneto, agendo nella formazione di manager culturali e di altri soggetti che possano potenziare l’ecosistema socio-culturale e creativo locale andando a operare, a loro volta, nei territori marginali veneti. L’obiettivo, in altre parole, è contribuire a innescare processi di governance in borghi e aree minori, fragili o periferiche (oppure afflitte da fenomeni come lo spopolamento) facendo leva sulla cultura e sulle sue molteplici espressioni.












Cultura contro spopolamento e desertificazione demografica
Come spiega l’architetta Federica Bianconi – progettista culturale, consulente di ASCOM Servizi Padova – Hyper Village rappresenta “un’opportunità straordinaria per riconsiderare il ruolo della cultura come un ecosistema strategico di sviluppo. Il tema non è la cultura in sé, ma la sua capacità di generare valore, di riconfigurare gli asset di un territorio e di attivare nuove forme di capitale sociale.” Con traguardo 30 giugno 2026, il progetto ha fin qui realizzato diverse iniziative, tra cui un laboratorio sul ruolo sociale dell’artista come attivatore di relazioni e processi comunitari, un’esperienza di formazione su fundraising culturale, equity crowdfunding e strumenti digitali per la sostenibilità dei progetti, un percorso per la produzione di narrazioni visive e testuali radicate nei luoghi e il cosiddetto Quorum, ovvero una ricerca sugli spazi indipendenti come dispositivi di aggregazione e innovazione sociale.

Come riattivare le energie interne delle aree marginali venete?
L’approccio adottato tramite Hyper Village punta a contrastare la desertificazione dei borghi e delle altre aree prese in esame in una maniera definita indiretta. “Il suo vero fulcro è il capacity building: l’investimento sulle persone, sulla formazione e sull’empowerment delle competenze degli operatori culturali e creativi. La desertificazione, infatti, non è semplicemente un fenomeno demografico di spopolamento ma una vera e propria erosione del capitale sociale, culturale ed economico, che fa riferimento alla perdita di fiducia reciproca, alla diminuzione delle relazioni, alla frammentazione della comunità” prosegue Marco Serraglio, consulente ASCOM Servizi Padova. Come provare quindi a invertire tale tendenza, a sua volta concausa anche dell’erosione del capitale economico? L’aspetto peculiare del progetto Hyper Village, che nel complesso riunisce 52 interventi e coinvolge una platea di oltre 300 persone, risiede proprio nella formazione, ossia nella scelta di fornire agli attori locali nuovi strumenti da mettere in campo per ribaltare lo scenario attuale di alcune aree del Veneto. “Non si tratta di “riempire” spazi con soluzioni calate dall’alto, ma di riattivare le energie interne, ridando fiducia e rafforzando chi vive nei luoghi, affinché siano essi stessi i motori della rigenerazione a base culturale e sociale, resa così solida e sostenibile nel tempo” afferma Bianconi, definendo come ibrido il profilo dei manager che interverranno in questi luoghi.
Manager culturali ibridi in campo nei territori vulnerabili del Veneto
Hyper Village, afferma ancora la progettista, “parte dalla consapevolezza che la complessità attuale non può essere affrontata da specialisti monolitici, ma richiede figure ibride, anche irregolari. I cultural manager, gli artisti-attivatori e i progettisti di prossimità non sono semplici professionisti della cultura, ma veri e propri catalizzatori di cambiamento. Il loro ruolo è fondamentale per superare la divisione tra pubblico e privato, tra arte e impresa, tra cultura e sociale. L’aspettativa è che queste figure, formandosi, diventino capaci di leggere la complessità dei contesti locali e di innescare processi virtuosi di co-creazione (lo stanno già facendo!).” Nel corso delle iniziative proposte non mancano le occasioni di scambio con realtà culturali e artistiche indipendenti, spesso portatrici di modi di operare che disegnano alternative rispetto ai formati consolidati e alle metodologie tradizionali.

In Veneto il progetto che rilancia le aree minori partendo dalla formazione manageriale
Con sede a Vicenza, il collettivo curatoriale ife.collective è una delle realtà coinvolte. In coerenza con la loro pratica, “è a partire dall’ascolto attivo dei margini che si apre la possibilità di attivare sovvertimenti sostenendo piuttosto percorsi orizzontali e informali, in cui anche l’umano perde la sua centralità” raccontano. “Tutto questo, conduce alle sperimentazioni di metodologie e pratiche alternative nello sforzo di includere i diversi attori che fanno parte del processo, che non sono mai mere comparse. I linguaggi, la spartizione della loro messa in discussione continua è un processo imprescindibile e per noi entusiasmante nel contesto della relazione con luoghi a margine dei grandi sistemi.” Secondo poi i referenti di UNOBIS, artist-run space nato a Padova nel quartiere Arcella (un’area in fase di forte riqualificazione), “il coinvolgimento diretto delle realtà culturali e artistiche indipendenti rappresenta un passaggio cruciale, perché consente ai partecipanti di confrontarsi con esperienze concrete, spesso caratterizzate da grande capacità di adattamento e di sperimentazione. Queste realtà portano pratiche, metodologie e approcci non convenzionali, che si traducono in stimoli preziosi per la costruzione di nuove professionalità ibride, come nel nostro caso, artisti che hanno la capacità e il desiderio di creare comunità e gruppi di lavoro che sviluppano competenze inedite e abilità trasversali”.
Quorum, il progetto di mappatura degli spazi indipendenti veneti
Tra i più significativi processi promossi da Hyper Village rientra Quorum, la ricerca degli spazi indipendenti sul territorio e il loro coinvolgimento attivo. Si tratta, chiarisce Bianconi, “non di contenitori vuoti. Sono fatti di persone, artisti e creativi che sono essi stessi la materia viva che produce contenuti. Qui lavorano i futuri cultural manager, i protagonisti stessi del cambiamento, un capitale umano e relazionale che spesso opera in modo sotterraneo, senza le risorse e i mezzi per farsi riconoscere. L’obiettivo è proprio quello di facilitare una progettazione di sistema, non per soggetti terzi, ma per rafforzare l’ecosistema creativo esistente, riconoscendo e valorizzando chi, con il proprio incessante lavoro, sta già ridisegnando il futuro dei luoghi.” Per il gruppo ife.collective, l’operazione di mappatura in seno a Hyper Village si qualifica come “uno strumento valido da praticare nella prospettiva della messa in comune di immaginari, risorse, un dispositivo narrativo da cui partire a beneficio di uno spazio e di un tempo che ora ci appartiene, ma in senso collettivo.” Ma non solo.
Rafforzare l’ecosistema creativo esistente delle realtà artistiche indipendenti del Veneto
“Riteniamo indispensabile chiedersi come è possibile supportare l’attivazione della mappa, considerata non in quanto mero archivio e elenco di punti, bensì una rete concreta di comunità operative che hanno la possibilità di contribuire alle energie di un luogo, a partire dalle sue fratture, dai suoi residui” osservano in ife.collective. Altrettanto chiare, poi, le aspettative espresse da UNOBIS Artist Run Space, che oltre a rientrare a pieno titolo nella casistica trattata, auspica che “venga restituito un quadro aggiornato e reale delle realtà indipendenti attive in Veneto, così da chiarificarne il ruolo e offrire visibilità. Queste realtà, costruite orizzontalmente offrono occasioni di confronto sulla scena dell’arte contemporanea alla comunità locale. La nostra scelta di insediarci all’Arcella risponde al desiderio di partecipare a questo processo, decentralizzando l’attenzione normalmente focalizzata nei centri storici”.

Nel 2025 Hyper Village prosegue con il corso “Abitare la Transizione”
Entro la fine del 2025, grazie a Hyper Village, prenderà avvio il corso di perfezionamento Abitare la Transizione: un laboratorio di futuro. Della duratadi 64 ore rappresenta “il fulcro operativo di Hyper Village” indica Bianconi, specificando che i suoi punti di forza risiedono “non solo nel programma, ma nell’approccio metodologico che intende formalizzare. La sua forza è nella capacità di sintetizzare teoria e prassi, fornendo agli operatori non solo conoscenze ma strumenti operativi per agire sui territori. L’ibridazione dei contenuti – che mettono in dialogo rigenerazione culturale, innovazione sociale, sostenibilità e progettazione partecipata – risponde alla complessità dei problemi che ci troviamo di fronte. Il lavoro sul campo, con i laboratori dedicati a narrazione e progettazione, è un elemento distintivo”. Il traguardo atteso? “Costruire una rete di cultural manager capaci di affrontare la transizione digitale e sociale” conclude Bianconi.
Dal parco diffuso di Padova all’arte nei borghi del Cadore in vista dei Giochi Olimpici 2026
Parallelamente, sempre nel settore della rigenerazione urbana a base culturale, ASCOM Servizi Padova S.p.A. sta curando ulteriori tre progetti. Si va da Meta Village, sostenuto dal bando pubblico CHANGES – CREST – 2 (che punta a promuovere azioni bottom-up di turismo culturale sostenibile nell’Italia centro-settentrionale), fino a Ideal City e GreenTa a loro volta finanziati nell’ambito dei bandi I-NEST e rispettivamente promossi da Ca’ Foscari e IUAV. Il primo, prossimo alla conclusione il 30 novembre 2025, fa proprio l’approccio di Hyper Village focalizzando l’azione sui borghi montani del Cadore e sulla comunità lì residente. Guardando pure all’imminente traguardo dei Giochi Olimpici 2026, si intende rafforzare il senso di appartenenza e la governance condivisa anche attraverso esperienze di residenze artistiche, concepite per contrastare lo spopolamento. Ancora più ravvicinate le scadenze per la conclusione delle attività di Ideal City (al termine il 15 ottobre 2025), nel corso del quale con un programma di residenze artistiche si è voluto rigenerare luoghi storici e culturali per contribuire a renderli poli per il turismo e la cittadinanza, e GreenTa (al termine il 15 novembre 2025). In quest’ultimo caso, otto parchi urbani e periurbani di Padova, Arcella inclusa, sono stati oggetto di un processo volto alla nascita di un ecosistema verde interconnesso, esteso anche ai canali e agli argini fluviali. L’ambizione è connettere, nel segno del verde, centro e periferia.
Valentina Silvestrini
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L’articolo "In Veneto si formano manager culturali per contrastare la fragilità dei borghi e delle aree interne" è apparso per la prima volta su Artribune®.