In Ucraina e a Gaza di muore, ma sono i Rolex di Totti e Hilary Blasi a dividere l’Italia

  • Postato il 9 luglio 2025
  • Politica
  • Di Blitz
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Pensate un pò: mentre in Ucraina le bombe piovono di continuo dal cielo provocando distruzione e morte.

Mentre sulla striscia di Gaza la gente muore letteralmente di fame perché gli aiuti non arrivano e si rischia una fucilata per un pezzo di pane.

Mentre ormai è di nuovo guerra tra Trump e Putin accusato di dire solo stupidaggini (eufemismo), in Italia che cosa succede?

Avviene che su quasi  tutti i giornali un titolo in prima pagina lo strappano quattro Rolex: da affidare a Totti o alla Blasi? Beh, certo è un interrogativo di non poco conto, decine di persone hanno passato la notte in bianco per cercare di capire chi aveva ragione e chi torto.

Così, il tribunale competente, dopo un attento studio, ha deciso che questi preziosi orologi andranno in affido ad entrambi. Una settimana a te, un’altra a me. Come si fa con i bambini di coppie che si separano. Nel frattempo  quei gioielli rimangono in cassaforte, ma ormai il giudice ha detto la sua.

Ci sarebbe da piangere oltre che vergognarsi dinanzi a notizie del genere. Ma chi legge è curioso, stanco di sentir parlare parlamentari che non dicono niente o ripetono sempre le stesse cose. Così,  si volta pagina (non  tante in realtà) e si  viene angustiati dal dubbio: Francesco o Ilary?

Putin vuole tutta l’Ucraina

In Ucraina e a Gaza di muore, i Rolex di Totti e Blasi dividono l’Italia, nella foto Putin
In Ucraina e a Gaza di muore, i Rolex di Totti e Blasi dividono l’Italia (Foto Ansa) – Blitz Quotidiano.it

Nel mondo, invece, la parola pace trova sempre meno spazio perché chi dovrebbe occuparsi almeno di una tregua tergiversa e prende tempo. Tra il Cremlino e la Casa Bianca non c’è più il feeling di qualche mese fa. Trump non si fida più di Putin, lo considera un venditore di fumo, meglio un bugiardo che con la sua furbizia vorrebbe occupare tutta l’Ucraina e mettere a capo di quel Paese un pagliaccio che prenda ordini solo da lui.

Ci si chiede chi abbia ragione: se l’invasore o l’aggredito. La risposta sarebbe ovvia, nessun dubbio a proposito. Ma l’informazione è maligna: non guarda la realtà, ma il proprio tornaconto. Con chi stai? O con l’uno o con l’altro a seconda di una ideologia che spazza via le notizie rendendo difficile l’interpretazione dei fatti. 

Succede anche che il ministro degli Interni Matteo Piantedosi. insieme con altri parlamentari di Grecia e Malta, vengano espulsi all’aeroporto di Bengasi perchè il loro ingresso sarebbe illegale. Via, qui non si entra. Una figuraccia internazionale o solo una incomprensione consolare?  Facile buttare la palla in corner, ma lo sgarbo rimane e la dice tutta sulle intenzioni di una parte della Libia che vorrebbe aprire le frontiere dell’Europa agli sbarchi degli irregolari.

A questo punto il problema diventa difficile e ci riporta indietro nel tempo quando a governare quel Paese c’era il colonnello Mu’ammar Gheddafi, l’unico in grado di placare gli animi delle varie fazioni che oggi si contendono il potere avendo due governi: uno a Tripoli, l’altro a Bengasi.

Quando c’era Gheddafi

Per volere di alcuni stati europei (uno in particolare, la Francia) si decise di eliminare Gheddafi ottenendo quel risultato che oggi è sotto gli occhi di tutti. Alcune aree del Mediterraneo sono sotto schiaffo della Libia che continua a minacciare, la Grecia, ma anche l’Italia, di non mettere freno a quel fenomeno che porterebbe lo scompiglio nel vecchio continente.

In Europa c’è invece chi è dalla parte di Giorgia Meloni, colpevole (anche secondo la nostra magistratura) del “reato” compiuto in Albania con un centro 

costato diversi milioni,  ma che ora è praticamente vuoto. Chi la pensa come lei è invece una leader socialdemocratica che governa la Danimarca (Mette Frederiksen, questo il suo nome),  la quale ritiene indispensabile ” rafforzare le frontiere” per impedire decine di migliaia di arrivi che porterebbero solo fame per chi tenta quel  viaggio della fortuna.

Purtroppo, la realtà è un’altra e si presenta ai nostri occhi mostrando le mille pecche che ci ossessionano. Internazionali, per le crisi sotterranee e non che travagliano l’Europa, e nazionali per le beghe di cortile che dividono il nostro Paese. La vogliamo finalmente smettere di pensare solo al proprio orto? Vogliamo piantarla di creare polemiche anche su fatti che non hanno nessuna importanza?

Oggi, ad esempio,  infuria il braccio di ferro per le nomine riguardanti il teatro nazionale dell’Emilia Romagna al cui vertice sono state chiamate due donne. Vuoi vedere che oggi scoppia il caso delle quote che non sono più rosa, ma azzurre? Gli uomini sono inviperiti.

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Autore
Blitz

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