In Marocco è in corso una strage di cani randagi in vista del Mondiale 2030: “Ci sono pozze di sangue per strada”
- Postato il 25 giugno 2025
- Calcio
- Di Il Fatto Quotidiano
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Un vero e proprio sterminio di cani randagi per “ripulire” le strade in vista della Coppa del Mondo del 2030. A lanciare l’ultimo allarme in Marocco – dopo quelli dei mesi precedenti – è stata la Cnn. L’emittente statunitense cita una fonte locale che però preferisce rimanere anonima per paura di ritorsioni da parte delle autorità. “Mentre andavo a scuola, vedevo pozze di sangue per strada”, ha raccontato Amina – nome fittizio della ragazza – in un’intervista all’emittente televisiva statunitense. “A un certo punto, ho capito che non era normale cominciare la giornata calpestando cadaveri. Uccidono cani come se fosse uno sport“.
“Individui armati di fucili escono per strada, spesso di notte e sparano ai cani”, ha dichiarato sempre alla Cnn Les Ward, capo della International Animal Welfare Protection Coalition (IAWPC). “Altri vengono radunati e portati nei dispensari comunali dove vengono avvelenati. Semplicemente spariscono”. Mentre Omar Jaïd, presidente del Consiglio Provinciale del Turismo di Ifrane, ha dichiarato che la città ha “iniziato a ripulire le strade dai cani randagi, in vista della Coppa del Mondo FIFA 2030”, precisando però che questi vengono portati in luoghi dove vengono vaccinati e di essere un amante dei cani. Ifrane, piccola cittadina di montagna in Marocco, è a circa 60 km dallo Stadio di Fez, tra quelli che ospiteranno i Mondiali 2030 che si svolgeranno tra Marocco, Spagna e Portogallo (con alcune partite in Sudamerica).
“I cani randagi rappresentano un grave rischio per la salute pubblica, soprattutto perché portatori di rabbia”, ha dichiarato alla Cnn Mohammed Roudani, responsabile della Divisione Salute Pubblica e Spazi Verdi del Ministero dell’Interno marocchino. “Ogni anno vengono morse circa 100.000 persone, il 40% delle quali bambini sotto i 15 anni“.
Nel 2019, il governo marocchino ha introdotto il programma Cattura-Castrazione-Vaccinazione-Rilascio (TNVR), una strategia umanitaria per il controllo delle popolazioni di cani randagi. “Stiamo collaborando con le autorità locali per implementarlo nel rispetto degli standard di benessere animale“, ha affermato Roudani. Ma c’è un ostacolo importante: sono i Comuni, non il governo nazionale, a essere responsabili della gestione degli animali randagi. “C’è un vuoto legislativo“, ha spiegato Roudani. “Alcune città si affidano ancora a metodi tradizionali e attualmente non esiste una legge contro l’uccisione dei cani randagi”.
Una mobilitazione generale
A livello internazionale si sono però mobilitati già in tanti per provare a risolvere il problema tra associazioni, attivisti e politici (ci sono anche interrogazioni al Parlamento Europeo sul tema). Durante Manchester City-Wydad del Mondiale per Club, due attivisti della PETA sono entrati in campo con un cartellone con su scritto: “Marocco: basta sparare ai cani e ai gatti”, in lingua inglese. A febbraio di quest’anno, un’unione di dieci gruppi per i diritti degli animali ha esortato la FIFA ad affrontare il problema “dell’aumento delle catture e degli abbattimenti” di cani randagi in Marocco in vista della Coppa del Mondo del 2030.
In una lettera indirizzata al Segretario generale della FIFA, l’ambientalista Jane Goodall ha affermato di essere “assolutamente sconvolta” nel vedere il governo marocchino “impegnarsi in uccisioni su larga scala di cani randagi come parte di un apparente tentativo di rendere le sedi della Coppa del Mondo FIFA più ‘presentabili‘ ai visitatori stranieri“. La FIFA non ha risposto alla lettera, ma ha dichiarato alla Cnn che il Marocco, nella propria candidatura alla Coppa del Mondo, “ha sottolineato il suo impegno nella tutela dei diritti degli animali“, tra cui lo sviluppo di “cliniche e programmi di supporto per i cani randagi”.
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