In Italia l'avanzata delle febbri tropicali
- Postato il 16 settembre 2025
- Cronaca
- Di Agi.it
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In Italia l'avanzata delle febbri tropicali
AGI - Dengue, West Nile, Chikungunya. Parole che suonano quasi esotiche ma entrate ormai nel lessico quotidiano. Parole che tornano puntuali ogni estate insieme alla notizia di qualche contagio e purtroppo anche di qualche decesso. Si tratta di alcune febbri tropicali particolarmente diffuse (che, evidentemente, solo tropicali non lo sono più).
Come spiegato all'AGI da Fabrizio Montarsi, biologo responsabile del Laboratorio di entomologia sanitaria e patogeni trasmessi da vettori dell'Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie (IZSVe): "l'aumento delle temperature, la globalizzazione, i viaggi fanno sì che le malattie tropicali non siano più solo "tropicali", ma siano presenti anche tra di noi. Dobbiamo abituarci". In molti casi si tratta di infezioni "importate", ovvero trasportate in Italia magari da qualche vacanziero asintomatico o con sintomi lievi ma recentemente il Nord Italia (Veneto ed Emilia Romagna soprattutto) è stato interessato anche da focolai autoctoni.
Diffusione e sintomi delle infezioni
"Per quanto riguarda la West Nile l'andamento è simile a quello degli altri anni in Nord e Nord-Est - ha spiegato - con un incremento dei casi che si registra a settembre perché le zanzare hanno avuto il tempo di infettarsi prendendo il virus dagli uccelli. Quest'anno per la prima volta si sono registrati casi anche nel Lazio, in Campania e qualcosa in Toscana. Per la Chikungunya invece, al di là dei casi di importazione, stiamo avendo due focolai autoctoni in Veneto e uno in Emilia-Romagna, che fanno aumentare i contagi perché si tratta di trasmissione locale: da un caso importato le zanzare si sono infettate e hanno trasmesso il virus ad altre persone, facendo così proliferare la malattia". I sintomi sono quelli classici di una normale influenza: mal di testa, male alle ossa, febbre. Una variante tipica della Chikungunya sono dolori alle ossa e alle articolazioni che possono durare anche molto a lungo, anche più di un mese. "Sappiamo che la West Nile - ha proseguito - può essere rischiosa per i soggetti fragili e ogni anno si contano alcuni decessi. Per la Chikungunya non si sono mai registrati decessi, tuttavia i sintomi possono persistere a lungo, con un impatto importante sulla gestione sanitaria perché in alcuni casi le persone non riescono a lavorare per settimane o mesi. Nessun rischio particolare invece per la Dengue che può essere grave ma solo in caso di reinfezione, cosa molto improbabile se non nelle aree dove la malattia è endemica".
Sorveglianza e prevenzione
Sul fronte della sorveglianza secondo Montarsi "esiste un sistema abbastanza rodato e funzionante, soprattutto in Nord Italia. In Centro Italia, dove la malattia è una novità, il sistema deve invece essere ancora implementato". Nella stragrande maggioranza dei casi si tratta di febbri tropicali veicolate dalla zanzara tigre, che solitamente muore con l'arrivo dell'inverno, e che quindi non restano nel territorio ma vengono reintrodotte in Italia ogni estate. "La protezione personale resta l'arma più importante - ha infine concluso - con l'uso di repellenti per zanzare, così come eliminando i ristagni d'acqua nei giardini privati che favoriscono la proliferazione delle zanzare. È molto importante che i cittadini collaborino per ridurre i rischi. Infine va ricordato che vale sempre la pena, in caso di febbri estive, magari al ritorno da qualche paese tropicale, alzare il livello di attenzione e chiedere il parere di un medico".
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