“In Illo Uno Unum”. Leone XIV e l’ideale di Chiesa unita

  • Postato il 16 maggio 2025
  • Società
  • Di Paese Italia Press
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Dalla prima benedizione all’appello per la pace, Leone XIV parla al cuore dell’umanità tra ascolto, missione e comunione.

Papa Leone XIV è figlio della globalizzazione e del mondo, e ha ribadito la sua volontà di restare missionario. Portatore di un messaggio profondo è il motto episcopale scelto dal nuovo Pontefice, “In Illo uno unum”, tratto dal Salmo 127 di Sant’Agostino, “In Colui che è Uno, siamo uno solo”.

Leone XIV ha evocato l’immagine dei ponti, una metafora particolarmente significativa anche nel pensiero agostiniano. Per Sant’Agostino, infatti, la pace è un ponte tra mondi diversi: pagani e cristiani, poveri e ricchi, oppressi e potenti.

Oltre centomila fedeli presenti in Piazza San Pietro hanno assistiro al suo primo Regina Coeli proclamato alla Loggia delle Benedizioni.

Le sue prime parole sono state dedicate al tema più urgente e doloroso, la guerra: “L’immane tragedia della Seconda Guerra Mondiale, – ha detto – terminava 80 anni fa, l’8 maggio, dopo aver causato 60 milioni di vittime. Nell’odierno scenario drammatico di una terza guerra mondiale a pezzi, come più volte ha affermato Papa Francesco, mi rivolgo anch’io ai grandi del mondo, ripetendo l’appello sempre attuale: “Mai più la guerra!”. Quindi gli appelli per l’Ucraina e la Striscia di Gaza, e la sua soddisfazione per l’annuncio del cessate il fuoco tra India e Pakistan. Infine, dopo aver salutato i cittadini romani e i pellegrini provenienti dai diversi Paesi, ha rivolto il suo pensiero alle mamme, nel giorno della sua festa della mamma: “Mando un caro saluto a tutte le mamme, con una preghiera per loro e per quelle che sono già in Cielo”il 12ai rappresentanti dei media di tutto il mondo, accreditati presso la Sala Stampa Vaticana, convenuti in Aula Paolo VI, ha detto: “Viviamo tempi difficili da percorrere e da raccontare, che rappresentano una sfida per tutti noi e che non dobbiamo fuggire. Al contrario, essi chiedono a ciascuno, nei nostri diversi ruoli e servizi, di non cedere mai alla mediocrità. La Chiesa deve accettare la sfida del tempo e, allo stesso modo, non possono esistere una comunicazione e un giornalismo fuori dal tempo e dalla storia. Come ci ricorda Sant’Agostino, che diceva: “Viviamo bene e i tempi saranno buoni”. Noi siamo i tempi”. “Oggi, una delle sfide più importanti – ha continuato – è quella di promuovere una comunicazione capace di farci uscire dalla “torre di Babele” in cui talvolta ci troviamo, dalla confusione di linguaggi senza amore, spesso ideologici o faziosi. Perciò, il vostro servizio, con le parole che usate e lo stile che adottate, è importante. La comunicazione, infatti, non è solo trasmissione di informazioni, ma è creazione di una cultura, di ambienti umani e digitali che diventino spazi di dialogo e di confronto”. “Voi siete in prima linea nel narrare i conflitti e le speranze di pace, le situazioni di ingiustizia e di povertà, e il lavoro silenzioso di tanti per un mondo migliore. Per questo vi chiedo di scegliere con consapevolezza e coraggio la strada di una comunicazione di pace”, ha concluso.

Con la globalizzazione e i social media, il Papa è diventato anche una figura mediatica. Leone XIV ha scelto di mantenere attiva la presenza sui social media attraverso gli account papali su X e Instagram. Milioni di persone seguono le sue udienze, i suoi discorsi, i viaggi e le interviste. Pur mantenendo un’aura di sacralità, il pontefice è oggi vicino al linguaggio e alle sensibilità della gente, senza rinunciare alla profondità teologica.

Ora stiamo vivendo una nuova pagina di storia. Papa Leone XIV dovrà guidare la Chiesa in una nuova transizione storica, sostenendo il primato della persona; egli potrebbe essere l’interprete ideale per frenare l’ondata tecnocratica che rischia di travolgere persone, società, economie e istituzioni. È un bel segno di speranza, molto amato e stimato anche dai confratelli, per la sua capacità di ascolto, per il desiderio di costruire comunità, capace di unire diverse sensibilità all’interno della Chiesa.

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