In Ecuador il presidente Noboa e Gonzalez vanno al ballottaggio. È la terza elezione in 4 anni
- Postato il 10 febbraio 2025
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- Di Il Fatto Quotidiano
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Andranno al ballottaggio il 13 aprile il presidente in carica dell’Ecuador, Daniel Noboa, e la candidata di sinistra Luisa Gonzalez, che si sono sfidati domenica 9 febbraio al primo turno delle presidenziali. Hanno concentrato l’88,27% dei voti validi, il che conferma l’alta polarizzazione nel Paese fin dalla campagna elettorale, che ha sempre ruotato attorno ai due nonostante la presenza di altri 14 candidati, che hanno tutti promesso di ridurre la criminalità. Il picco di violenza in tutto il Paese sudamericano è legato al traffico di cocaina prodotta nelle vicine Colombia e Perù. Sono così tanti gli elettori diventati vittime della criminalità, che le loro perdite personali e collettive saranno un fattore determinante per decidere chi vincerà le elezioni. Con l’83,75% dei voti scrutinati, Noboa ha il 44,63% e González il 43,81%. È il terzo presidente che viene eletto in quattro anni. Gonzalez, pupilla dell’ex presidente Rafael Correa, venne sconfitta da Noboa nel 2023 nelle elezioni anticipate scatenate dalla decisione dell’allora presidente Guillermo Lasso di sciogliere l’Assemblea nazionale e di ridurre di conseguenza il proprio mandato. Noboa e Gonzalez hanno svolto solo brevi periodi come parlamentari prima di lanciare le loro campagne presidenziali per il 2023.
I profili dei due candidati al ballottaggio – Daniel Noboa, 37 anni, è l’erede di una fortuna costruita sul commercio delle banane. A 18 anni ha aperto una società di organizzazione di eventi e poi è entrato a far parte della Noboa Corp. del padre, dove ha ricoperto posizioni dirigenziali nei settori delle spedizioni, della logistica e del commercio. La sua carriera politica è iniziata nel 2021, quando ha conquistato un seggio all’Assemblea nazionale e ha presieduto la Commissione per lo sviluppo economico. Sotto la sua presidenza, il tasso di omicidi è sceso da 8.237 nel 2023, o 46,18 per 100mila persone, a 6.964 dello scorso anno, o 38,76 per 100mila persone. Tuttavia è rimasto molto più alto rispetto ai 1.188 omicidi del 2019, o 6,85 per 100mila persone. Ma se da un lato Noboa ha portato avanti il tipo di lotta al crimine senza esclusione di colpi che alcuni elettori trovano attraente, dall’altro ha anche messo alla prova i limiti delle leggi e delle norme di governo. Il Paese è in stato di emergenza da quando lui l’ha autorizzato a gennaio del 2024 per mobilitare l’esercito in alcuni luoghi, tra cui le carceri, dove il crimine organizzato ha preso piede. Tra lo sconcerto dei leader mondiali, Noboa ha anche autorizzato l’anno scorso l’irruzione della polizia nell’ambasciata del Messico nella capitale Quito, per arrestare l’ex vicepresidente Jorge Glas, condannato e ricercato che viveva lì da mesi. Gonzalez, 47 anni, ha ricoperto diversi incarichi governativi durante la presidenza di Correa, che ha guidato l’Ecuador dal 2007 al 2017 con politiche socialmente conservatrici, diventando sempre più autoritario negli ultimi anni di presidenza. Nel 2020 Correa è stato condannato al carcere in contumacia per uno scandalo di corruzione. Gonzalez è stata parlamentare dal 2021 fino a maggio 2023, quando Lasso ha sciolto l’Assemblea nazionale. Era sconosciuta alla maggior parte degli elettori fino a quando il suo partito non l’ha scelta come candidata alla presidenza per le elezioni anticipate di quell’anno.
Nel Paese il voto è obbligatorio e giovedì migliaia di detenuti in attesa di giudizio erano già andati alle urne nei centri allestiti in più di 40 carceri. Nonostante le molteplici opzioni tra cui scegliere per il presidente, alcuni elettori di Guayaquil, l’epicentro della violenza in Ecuador, preferiscono esprimere il loro malcontento con schede bianche. Intanto la polizia ha riferito che durante la giornata elettorale di domenica 9 febbraio sono state arrestate 602 persone con mandati di cattura pendenti per vari reati, tra cui stupro, traffico di droga, omicidio, abusi sessuali, rapina, possesso e porto di armi e frode. La polizia ha inoltre reso noto che per motivi strettamente elettorali ha emesso 916 citazioni a comparire davanti all’autorità e ha arrestato 16 persone per voto falso (sette), falsificazione e uso di documenti falsi (due) e furto di identità (sette). Tra le persone convocate a comparire davanti alle autorità ci sono 876 persone per aver violato la cosiddetta “legge secca”, che proibisce il consumo di bevande alcoliche da venerdì scorso ad oggi. Altre 28 persone sono inoltre state convocato per aver votato in stato di ebbrezza, sei per aver fatto propaganda elettorale in giorni proibiti, quattro per aver fatto propaganda all’interno del seggio elettorale e due per aver alterato o disturbato lo svolgimento delle votazioni. Da parte sua, il Servizio di sicurezza integrata è intervenuto in merito alle 5.630 emergenze segnalate domenica.
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