In Conclave possono entrare 135 cardinali: 50 europei, 37 americani, 20 asiatici e 16 africani

  • Postato il 21 aprile 2025
  • Cronaca
  • Di Il Fatto Quotidiano
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Sono 135, al momento attuale, i cardinali con diritto di voto che potranno entrare in Conclave per scegliere il nuovo Papa: in bilico c’è solo la posizione del cardinale spagnolo Carlos Osoro Sierra, che compirà gli 80 anni il prossimo 16 maggio. La quota supera ampiamente la soglia massima di 120 elettori fissata dalla costituzione apostolica Romano Pontifici Eligendo di Paolo VI (1 ottobre 1975), e confermata dalla Universi Dominici Gregis di Giovanni Paolo II (22 febbraio 1996); tuttavia, sia lo stesso Wojtyla sia i suoi successori hanno spesso derogato alla norma.

In particolare, con l’ultimo suo Concistoro del 7 dicembre scorso, il decimo del pontificato, in cui ha creato 20 nuovi elettori, è come se il già quasi 88enne papa Francesco avesse voluto costituire una riserva stabile, una sorta di soglia di tranquillità nel caso si presentasse appunto la necessità di eleggere un nuovo Pontefice. Francesco superava così anche i Concistori indetti da Giovanni Paolo II, che ne tenne nove. Papa Bergoglio in tutto ha creato 163 cardinali di cui 133 elettori (al momento della nomina). Ad oggi gli elettori da lui nominati sono 107: un numero che costituisce la stragrande maggioranza dei 135 abilitati a entrare in Conclave (23 quelli creati da Benedetto XVI, ormai solo cinque quelli nominati da papa Woytila), anche se non si può dire che si tratti di un gruppo omogeneo, men che meno monolitico dal punto di vista della visione sulle questioni che riguardano la vita e il governo della Chiesa.

Basti dire che tra chi ha ricevuto la porpora da Francesco c’è un suo fiero oppositore, il tedesco Gerhard Ludwig Mueller, prefetto della Dottrina della fede con papa Ratzinger (che però non lo fece mai cardinale), e che a Bergoglio non ha fatto mai mancare aspre critiche su vari temi. Lo stesso dicasi anche per diversi cardinali africani, che sui temi etici, o ad esempio sull’approccio verso l’omosessualità, non sono certo in linea con quanto si professa in Europa, e tanto meno con la benedizione delle coppie gay legittimata nel documento Fiducia supplicans. Quello che sicuramente ha realizzato papa Francesco con il complesso delle sue nomine cardinalizie, comprese le ultime, sono una Chiesa e un Sacro Collegio sempre meno eurocentrici, sempre meno a trazione italiana e occidentale, con uno sguardo attento e puntiglioso alle periferie e alle Chiese di frontiera in tutto il pianeta.

Quanto al Conclave, i cardinali provenienti dall’Europa saranno 59 (19 dall’Italia), 37 dalle Americhe (16 dall’America del Nord, quattro da quella centrale, 17 dall’America del Sud), 20 i cardinali dall’Asia, 16 dall’Africa, tre dall’Oceania. Le istanze che saranno portate prima nelle congregazioni generali e poi nel voto in Conclave saranno quindi rappresentative di una Chiesa più aperta. Dal punto di vista degli ordini religiosi, invece, ci saranno cinque Salesiani, quattro Gesuiti, un frate Cappuccino, quattro Francescani, tre Francescani conventuali, due Domenicani, due Vincenziani, due Redentoristi, due Verbiti, e poi gli altri, fino al Missionario della Consolata Giorgio Marengo. Il più giovane del Conclave sarà l’ucraino Mykola Byčok, 45 anni compiuti il 13 febbraio. Il più anziano lo spagnolo Carlos Osoro Sierra, seguito di solo un mese dal guineano Robert Sarah.

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