In Cina hanno celebrato Xi ma in trionfo si deve portare il genio di Putin: ecco come ha sovvertito il mondo

  • Postato il 7 settembre 2025
  • Politica
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In Cina hanno celebrato il trionfo di Xi ma in trionfo si deve portare il genio di Putin.

Con le sue trame degne della maggiore gloria del KGB sovietico e della polizia zarista, ha scatenato Trump contro la Cina e contro il resto del mondo occidentale, provocando il riavvicinamento della Cina al suo storico nemico la Russia.

E ancora di più la pace fra Cina e India, dopo un secolo di guerre e guerrette, i cui postumi immobilizzavano fior di truppe al confine fra il Ladakh e la Cina.

Senza dimenticare il ritorno all’ovile del Nord coreano Kim col suo arsenale di bombe atomiche .

Questo è il disegno che emerge guardando in controluce e con un po’ di malizia le vicende degli ultimi giorni. Se proviamo ad andare oltre le apparenze e colleghiamo i puntini con le linee che mancano il quadro è chiaro. In apparenza è la Cina che vince la partita, ma credo che Putin questo lo desse per scontato. La Russia conta un sesto degli abitanti della Cina la cui crescente potenza militare è ogni giorno sotto gli occhi di tutti, alimentata da un’economia in marcia da vent’anni ben più fiorente di quella russa.

Si deve però tenere presente che nella logica di Putin, quello cinese è solo uno dei fronti aperti e il meno preoccupante.

Il disegno di Putin ricalca quello della grande Russia di Caterina e Potemkin guarda ovest sia come terra di espansione sia come fonte di pericolo. Fu per conto di Caterina che Potemkin conquistò la Ucraina, madre rinnegata della grande Russia.

Fu dalla Francia e della Germania che vennero le armate di invasione. Per questo Stalin volle una serie di Stati cuscinetto, Ungheria, Balcani, Ceslovacchia fra gli la Russia e l’Europa propriamente occidentale. E per non farsi mancare niente, esegui la annessione degli Stati baltici e completò la sottomissione della Polonia, che già si era spartito nel ‘39 a metà con Hitler.

Il disegno di Putin si completa a Pechino

In Cina hanno celebrato Xi ma in trionfo si deve portare il genio di Putin: ecco come ha sovvertito il mondo, nella foto Xi Jinping, Putin e Kim Jong-un
In Cina hanno celebrato Xi ma in trionfo si deve portare il genio di Putin: ecco come ha sovvertito il mondo – BlitzQuotidiano.it (Xi Jinping, Vladimir Putin e Kim Jong-un durante la parata militare nella Foto Ansa)

Se credete come io credo che il KGB è erede dei servizi zaristi, la cui azione nell’800 è magistralmente descritta da Joseph Conrad Conrad, seguire il ragionamento è semplice.

Abbandonato il sogno di una rivoluzione socialista in tutto il continente europeo e abbandonato anche l’uso dei partiti fratelli in Occidente, socialisti, comunisti e dei sindacati, rivelatisi di difficile controllo e condizionamento, il nuovo zar ha ribaltato il gioco, puntando a destra.

Come spiegano alcuni libri di recente pubblicazione, grazie a un po’ di legami post zaristi e di condizionamenti in classico stile KGB, lo schema non è stato difficile esecuzione.

Il perno è Donald Trump. Dall’inizio del suo secondo mandato presidenziale, nel 2025 Trump ha fatto cose demenziali se viste in una logica americana e occidentale: ha picconato la Nato, incrinato ha incrinato i rapporti con l’Europa occidentale, ha sfasciato all’economia americana, ha scatenato la guerra dei dazi la cui economia in realtà è parte integrante della struttura produttiva americana. Vorrei ricordare che Mao nelle confidenze al suo medico personale parlava della Russia come di un nemico e vedeva l’America come lo sbocco del futuro per la Cina. Deng segui la linea del Grande Timoniere.

Al termine del suo primo mandato Trump aveva già fatto una cosa di grande importanza per la Russia: aveva ritirato le truppe americane e della Nato dall’Afghanistan (il il suo successore Biden, anche lui non proprio pulito nei rapporti con Russia e Ucraina, aveva poi concluso l’opera in modo catastrofico).

La rotta in Afghanistan

Per la Russia zarista prima e comunista poi l’Afghanistan ha sempre avuto un ruolo quasi magico. Era lo snodo del grande gioco di Kipling e del suo Kim, al punto che Brežnev non si trattenne negli anni ‘70 dall’invaderlo prima che le forze islamiche dei talebani e dei signori della guerra afghani finanziati e armati dagli americani non ne costrinsero il ritiro.

Visto come sono andate le cose, per i russi è stato meglio avere i talebani alla porta di casa che non gli americani e  la NATO.

La scena di oggi non è più quella dei tempi di Mao. Ricordo ancora la prima volta che ci andai, a Pechino e Canton, nel 1978. Gli effetti della rivoluzione culturale erano sotto gli occhi di tutti. Pechino era una città avvolta nella penombra, tutti in bicicletta avvolti in mantelle di tela blu, pochissimi ristoranti aperti, pochissimi beni di consumo disponibili.

Tranne pochi palazzi costruiti dai russi quando ancora andavano d’accordo, gli alberghi erano fermi ai tempi del celeste impero. I gabinetti pubblici erano aperti senza porte con dei cestini per la carta per gli usi di necessità. Tutti facevano tutto davanti a tutti.

Vedevo i soldati cinesi e pensavo che anche gli italiani li avrebbero potuti battere.

A Canton c’era il sole, c’erano i colori della gente con la differenza che c’è tra Napoli e Torino, ma quando aprii la tenda per le zanzare in albergo fui avvolto da una nuvola di polvere perché da anni nessuno faceva più le pulizie.

Per andare da Canton a Hong Kong, prendevi un treno che si fermava a poche centinaia di metri dal confine. Li prendevi le tue valigie, attraversavi il confine e cambiavi carrozza. Unica consolazione è che si mangiava bene, sia dalla baracchetta al confine sia della cucina a bordo del treno.

Oggi vai da Canton a Hong Kong in poco più di un’ora con un treno a tre piani superveloce con l’aria condizionata.

La scena nel frattempo è cambiata, la Cina è diventata una grande potenza economica e militare.

La visione di Mao portata avanti da Deng ha fatto della Cina il retroterra industriale degli Stati Uniti.

A differenza dei russi, che hanno sfasciato tutto, il partito comunista cinese è stato capace di mantenere il controllo politico del paese e contemporaneamente di sprigionare le energie produttive e commerciali che sono intrinseche da millenni in quel popolo. Non si deve dimenticare che in tutto l’estremo oriente, i cinesi e i loro discendenti costituiscono gli strati più avanzati delle classi dei mercantili.

La potenzialità della Cina è straordinaria. Basta pensare che la sua base demografica è cinque volte quella degli Stati Uniti per fortuna la popolazione non basta perché conta anche il mercato la democrazia, la possibilità di crescere sempre e di innovare.

Col disastro che sta facendo Trump in America, però è difficile immaginare dove andremo a finire.

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Blitz

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