In Basilicata l’imprenditoria femminile vola 

  • Postato il 21 dicembre 2025
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Il Quotidiano del Sud
In Basilicata l’imprenditoria femminile vola 

In Basilicata l’imprenditoria femminile vola. Solo il Molise fa meglio. Mezzogiorno meglio del Nord.


La Basilicata si conferma protagonista dell’imprenditoria femminile italiana: a dirlo è l’ultimo report dell’Ufficio Studi Cgia di Mestre, secondo cui la regione  occupa il secondo posto a livello nazionale per incidenza di imprese guidate da donne sul totale delle attività economiche, con una quota del 27,3 per cento. Uno sguardo ai numeri del fenomeno lucano: su un totale di 51.440 imprese attive nel territorio lucano, secondo il report della Cgia di Mestre ben 14.025 sono a conduzione femminile. Cifre che pongono la Basilicata subito dopo il Molise (che comunque è primo per un’incollatura, con il 27,7%) e davanti ad Abruzzo (25,9) e Umbria. Per Cgia è tutto il Meridione, in questo caso, ad essere molto attivo sul fronte dell’imprenditoria femminile: meglio del Centro e del Nord.

«Se analizziamo la distribuzione geografia delle imprese guidate da donne – si legge infatti tra le pagine del rapporto – scorgiamo che la ripartizione con il numero più alto è il Mezzogiorno che, al 30 settembre di quest’anno, ne contava 415.242. Seguono il Nordovest con 280.121, il Centro con 245.165 e il Nordest con 209.602. Se, invece, calcoliamo l’incidenza delle imprese femminili sul totale imprese è sempre il Sud a segnare la quota più elevata: precisamente il 24,3 per cento. A livello regionale, il più alto numero di attività guidate da donne lo troviamo in Lombardia con 162.190 aziende. Seguono quindi la Campania con 119.137 e il Lazio con 112.200. Se, infine, misuriamo l’incidenza delle imprese femminili sul totale aziende, il dato più elevato è riconducibile al Molise con il 27,7 per cento. Seguono – appunto -la Basilicata con il 27,3, l’Abruzzo con il 25,9 e l’Umbria con il 25,3».

IMPRENDITORIA FEMMINILE IL CONFRONTO EUROPEO E LA CRESCITA NEL 2025 ANCHE IN BASILICATA

Una cosa va sottolineata: la Cgia segnala anche il fatto che il numero di donne imprenditrici presenti in Italia è il più elevato dell’ UE. Nel 2024 la platea delle partite Iva in capo alle donne presenti nel nostro Paese ha toccato la soglia «di 1 milione e 621.800 unità, pari al 16 per cento del totale delle donne occupate in Italia. Seguono la Francia con 1 milione 531.700 (10,8 per cento donne occupate), la Germania con 1 milione e 222.300 (6,1 per cento) e la Spagna con 1 milione 136.000 (11,3 per cento)».

Anche questo, un bel segnale. Il dato lucano è molto apprezzabile anche se si considera invece che i dati aggiornati al 31 dicembre 2024 che sono stati  elaborati nell’ambito del Piano Nazionale dell’Imprenditoria Femminile gestito da Invitalia e Unioncamere, la davano già un anno fa in una posizione molto avanzata nel ranking italiano  (e sempre sotto al Molise) ma con una incidenza delle imprese femminili sul totale delle imprese regionali  il 26,5, il che lascia dedurre che nel corso di quest’anno la tendenza regionale lucana sia migliorata.

I SETTORI DI RIFERIMENTO: COMMERCIO E SERVIZI

Del resto, spiega Cgia, in Italia la crescita delle imprese guidate da donne è proseguita anche nei primi nove mesi di quest’anno: «nella media dei primi tre trimestri del 2025 lo stock è stato di 1.678.500 unità (+ 2,7 per cento rispetto allo stesso periodo del 2024). Sebbene in termini assoluti le donne imprenditrici siano meno della metà dei colleghi uomini, la variazione percentuale registrata nel 2025 è più che doppia rispetto al dato riferito all’imprenditoria maschile (+1,1 per cento)», si legge nel rapporto.

Più in generale, nel dettaglio delle attività svolte, l’ufficio studi di Cgia segnala che nel nostro paese il 71 per cento delle imprese presenti sul territorio e guidate da donne  «riguarda i servizi e il commercio». Al 30 settembre di quest’anno infatti «il settore con il maggior numero di aziende capitanate da una imprenditrice è il commercio: questo comparto conta 288.411 attività. Seguono l’agricoltura con 186.781, gli altri servizi -quali parrucchiere, estetiste, tatuatrici, massaggiatrici e così via – con 136.173, e quindi il settore alloggio- ristorazione con 120.744».     

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