Imprenditore aiuta il suo dipendente malato di tumore e gli salva la vita
- Postato il 28 luglio 2025
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Il Quotidiano del Sud
Imprenditore aiuta il suo dipendente malato di tumore e gli salva la vita
La bella storia di Carmelo Principato e del suo giovane dipendente Lasso Traorè malato di tumore: l’imprenditore non ha esitato a prestare aiuto all’operaio, originario della Guinea, facendo in modo di salvargli la vita.
VIBO VALENTIA – Una bella storia, di migranti, ma anche di accoglienza concreta, convinta, solidale è quella che ha visto protagonisti un giovane della Guinea, paese dell’Africa equatoriale, e un piccolo imprenditore agricolo di San Pietro di Caridà, piccolo borgo del reggino, confinante con il Vibonese: Quando la diagnosi è stata tumore al fegato, l’uomo non ha esitato a prestare aiuto al suo giovane dipendente, a farsene carico, accompagnandolo in ospedale, prima a Polistena poi a Cosenza. Di più: gli è rimasto accanto fino all’intervento, eseguito con successo all’Annunziata, e nel decorso post operatorio, per riportarlo infine a casa.
Lui, il giovane extracomunitario, è Traoré Lasso, 28 anni, giunto tempo fa a Lampedusa insieme ad altri connazionali su uno dei consueti barconi, malandati e sovraccarichi di persone in cerca di futuro. Come poi ha raccontato, nella sua odissea di migrante, dalla Guinea aveva lavorato in Libia come imbianchino e lì arrestato e imprigionato.
LA SCOPERTA DEL TUMORE E LA CORSA CONTRO IL TEMPO
Non è escluso che sia finito in qualche carcere dove spadroneggiava il torturatore Almastri, della cui vicenda, non certo esaltante per il governo italiano, si sono occupati a lungo giornali e tv. Dopo varie peripezie arrivò infine a San Pietro di Caridà, operaio di una piccola azienda agricola di proprietà di Gregorio Principato, ex geometra oggi appassionato apicultore. «Un giorno – racconta – ho notato che Traorè era molto sofferente, si teneva continuamente l’addome. Un malessere continuato nei giorni successivi. A quel punto, preoccupato, l’ho accompagnato dal medico che ha consigliato di andare al pronto soccorso dell’ospedale di Polistena. Una tac poi il terribile referto: il giovane aveva un tumore al fegato, per di più con un’emorragia interna in corso».
LA TEMPESITIVITÀ HA SALVATO LA VITA A TRAORÈ
Bisognava correre subito ai ripari e qui si è innestata anche una storia di buona sanità. Infatti il medico di turno si è messo subito in contatto con l’ospedale dell’Annunziata di Cosenza dove il chirurgo, il vibonese Bruno Nardo, professionista che gode di grande apprezzamento, si è reso subito disponibile all’intervento. Il giorno dopo un’ambulanza, con Principato in auto al seguito, lo ha portato a Cosenza dove è stato subito operato. Un intervento abbastanza complesso ma tecnicamente riuscito. «Mi hanno detto che sarebbe morto nel giro di poche ore in caso di mancato intervento».
L’IMPRENDITORE SEMPRE ACCANTO AL SUO DIPENDENTE
A quel punto l’imprenditore non si è però disinteressato al giovane, che qui in Calabria non ha parenti, ma è andato quasi quotidianamente a trovarlo fino a quando, una ventina di giorni dopo, non è stato dimesso e da Cosenza l’ha riaccompagnato a casa. E ancora l’altro ieri è andato Taurianova a prendergli in farmacia un antivirale. «Ma non me l’hanno dato – spiega – perché la sua tessera sanitaria risulta scaduta. Perciò a breve Traoré partirà per Genova, dove ci sono alcuni suoi congiunti, per sbrigare alcuni problemi di tipo sanitario-amministrativo dopo di che spero possa ritornare qui da noi in azienda. Noi lo aspettiamo a braccia aperte».
La vicenda gli suggerisce una considerazione: «Leggiamo sempre che la sanità calabrese non va, il che è complessivamente vero, ma dobbiamo anche riconoscere che in Calabria c’è anche buona sanità. Episodi come questo di Traoré Lasso lo confermano».
QUELL’AIUTO FONDAMENTALE E QUELLA SOLIDARIETÀ DA AMMIRARE
Quanto accaduto assume però anche una valenza sociale. In sintesi: un piccolo imprenditore assume regolarmente un giovane extracomunitario, che si dimostra serio e affidabile; quando insorge il problema del tumore non lo abbandona al suo destino (come tanti purtroppo avrebbero fatto) ma lo porta in ospedale, lo segue passo passo, lo riporta a casa e continua a stargli vicino.
Onore al merito, dunque, a Gregorio Principato, il quale però non nasconde la sua sorpresa: «A Polistena e a Cosenza mi hanno fatto i complimenti ma io non capivo perché. Non pensavo di essere un caso raro – conclude con un sorriso – ero convinto che tutti nella stessa situazione avrebbero fatto come me. Insomma, mi sembrava una cosa normale. E lo penso ancora: dev’essere la regola non l’eccezione.
Il Quotidiano del Sud.
Imprenditore aiuta il suo dipendente malato di tumore e gli salva la vita