Ilva, via libera all’Aia “provvisoria”: parere contrario di Regione Puglia e Comune di Taranto

  • Postato il 17 luglio 2025
  • Ambiente
  • Di Il Fatto Quotidiano
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L’Ilva ha una nuova Autorizzazione integrata ambientale ma durerà poco, perché è provvisoria. Un testo “ponte”, promette il governo, in attesa che venga firmato l’accordo di programma con gli enti locali. Necessario però, secondo il governo, per sterilizzare la possibilità che il Tribunale di Milano emetta la sentenza sul ricorso per la violazione della normativa europea sulle emissioni industriali, stabilendo la chiusura dell’area a caldo.

Ok all’Aia, ma gli enti locali dicono no

La Conferenza dei servizi aveva fretta e ha dato il via libera nonostante il parere contrario degli enti locali. L’Aia è infatti stata licenziata – ora verrà vidimata dal ministero dell’Ambiente – senza l’ok di Regione Puglia, Provincia di Taranto e Comuni di Taranto e Statte. C’è anche chi legge il “niet” come una mossa politica che verrà compensata dal via libera all’accordo di programma. In ogni caso, l’ok alla produzione di 6 milioni di tonnellate di acciaio – livelli che al momento restano comunque un “sogno”, l’Ilva è infatti sotto i 2 milioni annui – fino al 2038 con le norme prescritte finirà per essere superato dall’approvazione dell’intesa interistituzionale.

Urso: “È salva”. Ma il futuro è da costruire

In sostanza, Acciaierie d’Italia, gestore dello stabilimento e in amministrazione straordinaria, dovrebbe chiedere la revisione e a quel punto l’iter si riaprirà quasi contestualmente al nuovo bando di gara. Nel frattempo, varranno le 470 prescrizioni imposte e – sostengono fonti ministeriali – sono stati recepiti tutti i paletti indicati dall’Istituto superiore di Sanità. “Lo stabilimento è salvo”, ha detto il ministro delle Imprese Adolfo Urso, ben sapendo che si tratta di una soluzione-tampone e che il futuro dell’Ilva è tutto da costruire.

Caccia alle alternative per il gas

A iniziare dall’intesa interistituzionale sulla quale il Comune di Taranto scioglierà i dubbi solo il 30 luglio dopo un passaggio in Consiglio comunale, alla vigilia dell’incontro convocato a Roma. Per sciogliere la matassa, lunedì prossimo inizieranno i lavori della commissione tecnica incaricata di esplorare alternative alla nave rigassificatrice, alla quale si oppone il sindaco Pietro Bitetti. Secondo gli enti locali, tra Tap e rete Snam si potrebbero recuperare almeno 2,5 miliardi di metri cubi di gas, circa la metà di quanto è necessario per alimentare 3 forni elettrici e quattro impianti di preriduzione. La strada, dunque, resta in salita.

Procedura d’infrazione, interviene il mediatore Ue

Intanto, la vicenda Ilva continua a tenere banco anche in Europa: la mediatrice europea Teresa Anjinho ha accolto la denuncia presentata dall’eurodeputata del M5s Valentina Palmisano, da Luciano Manna (Veraleaks) e Alessandro Marescotti (Peacelink) per inazione e mancata trasparenza della Commissione europea riguardo alla procedura di infrazione nei confronti dell’Italia per la mancata attuazione della direttiva sulle emissioni industriali e di altre normative ambientali. La Commissione avrà tempo fino al 30 settembre per illustrare “dettagliatamente le misure adottate” dalla prima lettera di costituzione in mora e nel frattempo la mediatrice potrà avere accesso all’intero fascicolo della corrispondenza tra la Commissione e il governo italiano, documenti che finora sono rimasti in parte blindati anche a chi aveva fatto richiesta di accesso agli atti.

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Il Fatto Quotidiano

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